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mercoledì 10 settembre 2014

Roma-Napoli, non è uno scontro di civiltà. Condannare senza se e però ogni violenza.



Si sono diffuse da poco nuove notizie sulle vicende che hanno portato alla morte Ciro Esposito.

E' molto triste vedere come vengono commentati questi articoli. a volte pubblicati con il preciso scopo di fomentare gli animi, istigare all'odio (come se ci si trovasse in uno ) e raccogliere infiniti commenti schierati intrisi di nuova  violenza.

Non c'entrano nulla Roma o Napoli e loro tifosi.

Una persona è morta, su questo siamo tutti d'accordo, cosa assurda e resa ancora più inaccettabile per le futilità delle motivazioni.

Come e perchè sia accaduto non lo sappiamo ed è inutile e sbagliato difendere uno o l'altro. Su una cosa possiamo essere tutti d'accordo: non si può morire per una partita di calcio.

Il calcio è uno sport, uno spettacolo bellissimo. Le persone intelligenti hanno il dovere di far ragionarechiunque si conosca che non l'abbia capito. Tifare per una squadra significa amare i propri colori, la città non odiare gli altri.

Gli altri, in campo e sugli spalti, sono avversari, non nemici. Si può essere orgogliosi della propria squadra soltanto riconoscendo il valore degli avversari che si affrontano.

Nessuno vuole altre vittime. Perciò facciamola finita tutti quanti. Isoliamo e condanniamo i delinquenti, i violenti, i facinorosi.

E' ora che le tifoserie italiane comincino a distinguersi per intelligenza, ironia, coreografie.

Viva gli sfottò: ti prendo in giro, (magari) ti batto, e dopo una birra insieme. Basterebbe così poco per risolvere almeno un problema.

Il calcio è di chi lo ama.

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