Roma in festa, nel ricordo dei suoi santi Patroni, Pietro e Paolo, due gemelli nella fede, che presiedettero alla nascita della Roma cristiana. Pietro e Paolo: l’uno crocifisso a testa in giù, secondo la tradizione degli Apocrifi, forse al Gianicolo o forse in Vaticano; l’altro decapitato alle Aquae Salviae, sulla via Ostiense. A Rai Radio 1, la meditazione di Mons Dal Covolo nella puntata di “Ascolta si fa sera”.
Dal Covolo, Rettore lateranense
Testo integrale dell’articolo apparso su Zenit il 30 giugno 2014
Pubblichiamo la meditazione di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico dellaPontificia Università Lateranense, per la puntata di domenica 29 giugno del programma di informazione religiosa “Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1.
Pubblichiamo la meditazione di monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico dellaPontificia Università Lateranense, per la puntata di domenica 29 giugno del programma di informazione religiosa “Ascolta si fa sera” di Rai Radio 1.
Oggi Roma è in festa, nel ricordo dei suoi santi Patroni, Pietro e Paolo.
Antiche fonti cristiane li paragonano a Romolo e Remo.
Come tutti sapete, Romolo e Remo erano i due gemelli che, secondo la mitologia, presiedettero alla fondazione della Roma pagana.
Pietro e Paolo, invece, sono i due gemelli nella fede, che presiedettero alla nascita della Roma cristiana.
Pietro e Paolo: l’uno crocifisso a testa in giù, secondo la tradizione degli Apocrifi, forse al Gianicolo o forse in Vaticano; l’altro decapitato alle Aquae Salviae, sulla via Ostiense. Paolo, infatti, era cittadino romano, e non poteva subire l’infamia della crocifissione.
La data precisa del loro martirio rimane controversa, non si sa bene se il 64 o il 67 (ovviamente dopo Cristo), e comunque verso la fine dell’impero di Nerone.
In ogni caso, già nel primo e nel secondo secolo la comunità cristiana attribuiva alla presenza romana di Pietro e di Paolo un’importanza decisiva.
Tanto per fare un esempio, Ireneo, vescovo di Lione, diceva che bisognava considerare con speciale riguardo gli insegnamenti della Chiesa di Roma, massima e antichissima. Questa Chiesa – ha lasciato scritto Ireneo – ha un’apostolicità maggiore, perché trae le sue origini dalle colonne del collegio apostolico, che sono appunto Pietro e Paolo.
A parere di Ireneo, con lei – cioè con la Chiesa di Roma – devono accordarsi tutte le Chiese.
Vi propongo adesso un altro punto di riflessione.
Potrebbe essere – quella di oggi – l’occasione buona per esprimere la riconoscenza degli Italiani al successore di Pietro, al Vescovo di Roma, che oggi si chiama Papa Francesco.
Se Roma rimane una città famosa, mèta di continui pellegrinaggi da ogni parte del mondo – con i vantaggi connessi dal punto di vista turistico, economico, linguistico e diplomatico – questo lo si deve anche al fatto che il Papa della Chiesa universale è il Vescovo di Roma.
A lui, a Papa Francesco, e al suo predecessore, il Papa emerito Benedetto XVI, giunga il nostro deferente, affettuoso saluto, nella solennità dei santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma.
FONTE: Zenit
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