4 secoli di storia e 25 anni da DOCG: il Sagrantino cresce e sfiora 2 milioni di bottiglie.
Il 16,7% della produzione di vino in Umbria è costituita dalle denominazioni Montefalco.
Cinque milioni di imbottigliato, tra DOC Montefalco e DOCG Sagrantino, 70% all'export.
Inizia sotto i migliori auspici la quarta edizione di Anteprima Sagrantino, che vedrà 200 esperti del settore raggiungere Montefalco da 20 Paesi differenti il 19 e 20 febbraio. Operatori e giornalisti saranno ospiti della Ringhiera dell'Umbria per conoscere le 36 aziende aderenti all'evento e scoprire le 180 etichette in degustazione, sul mercato in questo 2018.
Dopo quattro secoli di storia e 25 anni da DOCG, il Sagrantino sfiora quota 2 milioni di bottiglie e si conferma tra i capofila di un settore, quello vitivinicolo, che rappresenta una delle più importanti filiere produttive della Regione.
Nei 13mila ettari destinati all'allevamento della vite, ovvero l'1,9% del dato nazionale, convivono ben 21 denominazioni di origine: due delle quali, la DOCG Sagrantino e la DOC Montefalco, nei soli mille ettari vitati che abbracciano l'intero territorio del Comune di Montefalco e parte dei territori di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell'Umbria, tutti nella provincia di Perugia.
Stando alle stime del Consorzio Tutela Vini Montefalco, che riunisce 231 soci di cui 60 cantine, il 16,7% della produzione di vino in Umbria è costituita proprio dalle denominazioni Montefalco (6,3% di Montefalco Sagrantino DOCG e 10,4% di Montefalco DOC) per un totale di 5 milioni di bottiglie prodotte nel 2016.
"Numeri che parlano chiaro sulla qualità e l'impegno produttivo del nostro territorio e sulla crescita continua e costante di tutto il sistema Sagrantino - spiega Amilcare Pambuffetti, Presidente del Consorzio – Nel 2000 erano appena 660mila le bottiglie con denominazione Montefalco. Numero triplicato nel 2016 con una produzione di 1,8 milioni circa".
Produzione destinata, nel 2017, per il 30% al mercato nazionale e per il 70% all'export. Tra i principali importatori Stati Uniti (26%), Germania (10%) e Cina (8%). In seconda battuta Svizzera (4%), Inghilterra (5%), Danimarca (2%), Giappone (4.5%), Canada (4%), Olanda (4%), Belgio (4%) insieme ad altri 30 mercati.
Saranno gli esperti da questi Paesi, dunque, i primi a pronunciarsi sull'annata 2014, in presentazione nei prossimi giorni.
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