L’ad Del Fante: sviluppo infrastrutturale e difesa ecologica sono le due gambe della crescita industriale.
Occorre saper guardare a lungo termine e investire nella tutela del territorio come fattore di competitività per l’azienda. “Così ha fatto ad esempio Terna, quando, già anni fa, ha eliminato 1.700 vecchi tralicci – liberando un’area di circa 17 km quadrati – installato 800 sostegni ‘monostelo’ e costruito linee elettrice eco sostenibili”, ha spiegato Giuseppe Lasco, capo divisione Corporate affairs di Terna.
Occorre saper guardare a lungo termine e investire nella tutela del territorio come fattore di competitività per l’azienda. “Così ha fatto ad esempio Terna, quando, già anni fa, ha eliminato 1.700 vecchi tralicci – liberando un’area di circa 17 km quadrati – installato 800 sostegni ‘monostelo’ e costruito linee elettrice eco sostenibili”, ha spiegato Giuseppe Lasco, capo divisione Corporate affairs di Terna.
ROMA – Conciliare esigenze di sviluppo economico e tutela ambientale sarà la nuova sfida del futuro delle aziende. Per vincerla, occorre una strategia di “sicurezza integrata”, basata sull’unificazione di processi di tutela del territorio e del lavoro. Con questo spirito, Terna ha lanciato sette “nuove regole per la sicurezza dell’ambiente”, presentate durante un convegno all’Hotel Parco dei Principi martedì a Roma.
Per la Presidente di Terna, Catia Bastioli, “finora abbiamo conosciuto un modello dissipativo che ha diviso ambiente e produzioni”. Bisogna, invece, creare ponti tra mondi che considerati separati, perché, come “la vera scommessa è l’interconnessione”: istituzioni, imprese grandi e piccole, filiere elettriche e territorio devono lavorare insieme.
Per la Presidente di Terna, Catia Bastioli, “finora abbiamo conosciuto un modello dissipativo che ha diviso ambiente e produzioni”. Bisogna, invece, creare ponti tra mondi che considerati separati, perché, come “la vera scommessa è l’interconnessione”: istituzioni, imprese grandi e piccole, filiere elettriche e territorio devono lavorare insieme.
Il primo step passa da un cambio di prospettiva dell’impresa sul tema dell’ambiente, non più ostacolo allo sviluppo ma risorsa da tutelare. Occorre saper guardare a lungo termine e investire nella tutela del territorio come fattore di competitività per l’azienda. “Così ha fatto ad esempio Terna, quando, già anni fa, ha eliminato 1.700 vecchi tralicci – liberando un’area di circa 17 km quadrati – installato 800 sostegni ‘monostelo’ e costruito linee elettrice eco sostenibili”, ha spiegato Giuseppe Lasco, capo divisione Corporate affairs di Terna.
Altro punto è dotarsi di una governance ambientale, che indichi chiaramente incarichi e ruoli, meglio ancora se integrata con quella della sicurezza sul lavoro. Poi investimenti nella formazione del personale, per creare professionalità specifiche e una cultura: solo nel 2014 Terna ha erogato 72000 ore dedicate a sicurezza e ambiente. Attenzione anche al tema della prevenzione, per cui è necessario dotarsi di uno strumento di risk management, che agisca a monte degli eventi e riesca a tenerli sotto controllo. Connesso a questo punto è il monitoraggio integrato a 360 gradi di tutte le fasi dei 230 cantieri di Terna attivi in tutta Italia, per un valore di 2,8 miliardi di euro. Infine, una certificazione ambientale dei fornitori qualificati per selezionare le aziende più virtuose. “Ad oggi sono più di 400 le imprese qualificate che lavorando con noi”, ha aggiunto Lasco.
“La storia di Terna dimostra che tanto più la sicurezza e la tutela dell’ambiente assumono una valenza strategica nella vita delle imprese, tanto maggiore è la crescita anche economica delle stesse. Serve un nuovo patto che coinvolga tutti gli attori affinché sviluppo infrastrutturale e tutela dell’ambiente vengano percepiti non più come antagonisti, ma come le due gambe su cui far camminare la crescita industriale del paese”, ha spiegato l’amministratore delegato di Terna, Matteo Dal Fante.
Del resto, anche la consapevolezza delle imprese sta cambiando. Secondo un’indagine condotta dall’Istituto Piepoli per Terna, ben il 61% delle aziende intervistate giudica positivo per il proprio sviluppo un innalzamento degli standard ambientali da perseguire, mentre per il 76% considerare l’ambiente come motore centrale dell’economia è una grande opportunità.
“Il fatto che una grande azienda come Terna metta sostenibilità economica e ambientale insieme è una novità impensabile fino a 10 anni fa. Adesso tutta questa sensibilità va messa in un ecopiano strategico per il paese, perché non ci sarà crescita senza tutela dell’ambiente. Le parole chiave devono essere quattro: scienza, tecnologia, semplificazione e visione”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti.
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Il nodo dell’elettrodotto siciliano. Lasco: “Noi rispettiamo le regole”
ROMA – Giuseppe Lasco, capo divisione Corporate affairs di Terna, giorni fa il Tribunale del riesame ha confermato il sequestro del pilone 40 dell’elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi, arrivato in seguito alle proteste di cittadini e associazioni ambientaliste. Qual è la vostra posizione?
“La volontà di Terna è quella di rispettare le regole. Anzi, noi stessi vogliamo essere fautori di una linea condivisa con gli enti locali e con i territori. Per quanto riguarda Sorgente-Rizziconi siamo tranquilli: siamo stati responsabili, abbiamo posto in essere tutti i comportamenti idonei a rispettare quelle che sono le regole normative. Sono sicuro che, approfondendo bene nel merito la questione, si dimostrerà che abbiamo rispettato le regole in maniera assoluta”.
Quindi crede che i lavori riprenderanno?
“Me lo auguro, questo stop è un danno. Ed è anche un rischio per il sistema elettrico siciliano e lo sviluppo infrastrutturale dell’intero paese. Si tratta di un’opera fondamentale, necessaria e importante per la regione. Proprio per questo auspico che le cose vadano per il verso giusto, tutto ritorni nella normalità e l’opera venga riportata a compimento”.
“La volontà di Terna è quella di rispettare le regole. Anzi, noi stessi vogliamo essere fautori di una linea condivisa con gli enti locali e con i territori. Per quanto riguarda Sorgente-Rizziconi siamo tranquilli: siamo stati responsabili, abbiamo posto in essere tutti i comportamenti idonei a rispettare quelle che sono le regole normative. Sono sicuro che, approfondendo bene nel merito la questione, si dimostrerà che abbiamo rispettato le regole in maniera assoluta”.
Quindi crede che i lavori riprenderanno?
“Me lo auguro, questo stop è un danno. Ed è anche un rischio per il sistema elettrico siciliano e lo sviluppo infrastrutturale dell’intero paese. Si tratta di un’opera fondamentale, necessaria e importante per la regione. Proprio per questo auspico che le cose vadano per il verso giusto, tutto ritorni nella normalità e l’opera venga riportata a compimento”.
Fonte: Quotidiano di Sicilia
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