Global Power, presieduta da Gaetano Zoccatelli e operante nel settore delle forniture di energia elettrica e gas, ha confermato l’erogazione liberale a copertura del fabbisogno di energia elettrica alla direzione del Conservatorio di Verona Evaristo Felice Dall’Abaco sia per la sede centrale sia per quella di Casa Boggian.
Global Power presieduta da Gaetano Zoccatelli, ha riacceso la musica all’interno del Conservatorio Statale di Musica “E. F. Dall’Abaco” di Verona. Il Conservatorio, fondato nel 1968 dalla confluenza di diverse scuole musicali cittadine, è un’istituzione statale di Alta Formazione attivamente impegnata nel campo della musica.
Si riporta di seguito l’articolo da L’Arena del 20 novembre 2013
Grazie. Con semplicità e sincerità è questo che il Conservatorio di musica cittadino, il Dall’Abaco, si sente di dire ai commercianti e ai cittadini che spontaneamente hanno dato vita a una colletta per assicurare, almeno per un po’, che le lezioni possano continuare.
Da luglio infatti l’istituto vive costantemente sotto la minaccia dell’oscurità perché la Provincia, ente che fino ad ora si è occupato di pagare le utenze della scuola, ha dato ordine di sospendere l’erogazione di luce e gas per la sede distaccata di Casa Boggian, in stradone San Fermo. Per i Palazzi Scaligeri infatti non è più loro competenza da quando la riforma ha equiparato il Conservatorio alle università ed è quindi il Miur a doversene occupare. Tutt’al più può essere interessato il Comune, in quanto proprietario dell’immobile. Stesso problema potrebbe presentarsi a breve anche per la sede centrale di via Massalongo. Se durante l’estate il disagio è stato limitato, data la sospensione delle lezioni, con l’inizio del nuovo anno si rischiava di dover annunciare la sospensione dei corsi, ma generosamente l’ente erogatore, la Global power! ha acconsentito a garantire luce e gas fino alla fine dell’anno gratuitamente. Da gennaio in poi il futuro è ancora nero, non solo metaforicamente.
E qui entra in gioco la solidarietà dei veronesi, perché un gruppo di commercianti, della zona, ma non solo, si è sentito in dovere di fare qualcosa. «Ci sembrava che lasciate al buio il Conservatorio di musica, per di più nell’anno del centenario della lirica in Arena, fosse qualcosa di assurdo», dicono i promotori dell’iniziativa, denominata «Riaccendiamo la musica a Verona», che hanno così coinvolto in questi mesi tutti coloro che si sono detti disponibili, circa un’ottantina di persone, che hanno donato 20 euro a testa, arrivando a raccogliere 1.600 euro, che sono stati ieri consegnati al presidente dell’istituto, Renzo Giacchieri e al direttore Hugh Ward Perkins.
«Si tratta di un gesto simbolico, ma per noi molto concreto perché è davvero linfa vitale per andare avanti», ammette Perkins. «Siamo sicuri che sia anche un segnale che la città ritiene il Conservatorio utile, che vuole che continuiamo a formare i musicisti di domani. Un segnale che speriamo colgano anche le istituzioni. Devono decidere se vogliono o meno sostenere la musica a Verona. I veronesi evidentemente pensano che si debba».
Lo confermano anche i commercianti. «Non credo che se avessimo chiesto soldi per un altro ente li avremmo raccolti», spiegano i promotori, «ma la musica per Verona è qualcosa di importante. Anzi c’è stato chi si è offerto di donare anche molto più di venti euro, ma abbiamo preferito che tutti dessero la stessa cifra, perché il gesto avesse un significato più solidale, di dimostrare al Conservatorio che tutti ci teniamo allo stesso modo. Il messaggio è che non vogliamo che si annienti la creatività».
Ieri i ragazzi e gli insegnanti del Dall’Abaco hanno ringraziato per la donazione nel modo migliore che conoscono, suonando una serie di brevi brani, allegri, per essere di buon auspicio per il futuro, anche se in realtà ancora non è chiaro cosa succederà. «Continuiamo a vivere nell’incertezza», confessa Giacchieri, «stiamo portando avanti contatti sia a livello locale che nazionale, ma ancora non conosciamo l’esito. Questa colletta è comunque un segnale forte da parte dei veronesi».
FONTE: L’Arena
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