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venerdì 30 ottobre 2015

Libano. Comunità Papa Giovanni XXIII e Sant'Egidio: attiviamo un corridoio umanitario

logo_top%281%29.jpgL'annuncio a Rimini di Ramonda e Riccardi durante il convegno "il coraggio di essere umani": «un'iniziativa storica, la prima volta in Italia e in Europa»


Due canali umanitari dal Libano all'Italia e dal Marocco all'Italia saranno avviati nei prossimi mesi.
 

Giovanni Ramonda, Responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII «Vorremmo salvare tutti… ma tra tutto e il niente c'è il possibile. Ci sono dei volti e delle storie. Ci sono dei diritti fondamentali che vanno garantiti, centinaia e centinaia di persone che possono tornare alla vita».

E ha aggiunto: «I profughi devono arrivare in Italia con un volo regolare, non è più pensabile che rischino la loro vita per mare, il nostro è un progetto di vita e di libertà. Il corridoio umanitario sarà possibile grazie alla collaborazione fra Comunità di Sant'Egidio, Comunità Papa Giovanni XXIII e grazie al grosso contributo economico della Chiesa Valdese. I profughi verranno accolti dalle nostre realtà e nelle parrocchie».

Andrea Riccardi, fondatore
XIII. Creeremo due canali umanitari, negoziando duramente con il governo italiano. Faremo di Comunità di Sant'Egidio: «Abbiamo lavorato insieme alla Comunità Papa Giovanni X in modo che l'Italia possa concedere dei visti umanitari in caso di situazioni drammatiche accertate. Perché queste persone devono sopportare l'esame della morte dei Balcani e del Mediterraneo?

Arriveranno dal Marocco e dal Libano: si parla di 1000-2000 visti, ma puntiamo al fatto che diventi un modello. Stiamo creando delle liste di persone che potranno essere accolte, allestendo dei desk in Libano e in Marocco.  E questo in Europa non l'ha fatto ancora nessuno».

Ascolta le dichiarazioni: 
 


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