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lunedì 31 agosto 2015
La Scuola italiana di pesca a mosca inaugura a Castel di Sangro (Aq) la prima piazzola per pescatori con disabilità
domenica 30 agosto 2015
Disabili in carrozzella. Vita indipendente e una bambina normalmente bipede
Bambina: "e perche' in Canada e' cosi' e 'da noi' no?". "Perche' 'qui' c'e' una maggiore sensibilita' per i diritti delle persone disabili, sentite e vissute come uguali a chiunque altro. Grazie anche al fatto che 'qui' sono tutti edifici moderni e vengono costruiti fin dall'inizio con gli accessi per le carrozzelle; mentre 'da noi' ci sono molti edifici vecchi costruiti quando dei disabili ci si vergognava, con spazi limitati e angusti, e adattarli anche alle carrozzelle comporta un certo impegno economico e di disponbilita' a pensare ad un mondo uguale per tutti che, nonostante le leggi grossomodo ci siano, chi deve adattarli non lo fa, e spesso questi inadempienti non vengono richiamati al loro dovere da chi dovrebbe farlo e non pagano le multe per questo".
Arrivati poi a New York, dove la situazione per i disabili in carrozzella e' simile, la bambina non mi ha piu' chiesto il perche' ma, come aveva gia' fatto dopo un po' a Toronto, cercava sempre di usare i sistemi di superamento delle barriere, un gioco che difficilmente avrebbe potuto ripetere 'da noi'.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
giovedì 27 agosto 2015
Profughi siriani: Save the Children simula emergenza vicino Londra per sensibilizzare i cittadini europei sul dramma di chi fugge dalla guerra
“Sono 4 mila al giorno i rifugiati siriani che dall’inizio dell’anno sono scappati dal loro paese per sottrarsi al conflitto, di cui la metà sono bambini. L’esodo dalla Siria quest’estate ha scatenato una crisi globale dei rifugiati, con la Grecia che sta vivendo un afflusso di profughi cresciuto del 750% rispetto allo scorso anno, due terzi dei quali provenienti dalla Siria. Per sensibilizzare in particolare la popolazione europea sulle motivazioni che spingono i profughi siriani a cercare pace e futuro per i loro figli fuggendo dalle terribili privazioni della guerra, Save the Children ha realizzato un video candid-camera in Inghilterra, nella contea del Surrey, sobborgo di Londra, che rivela come i cittadini reagiscono alle violazioni dei diritti umani nel loro stesso territorio, alcuni dei quali addirittura mettendo a rischio la propria incolumità.
Le telecamere nascoste documentano in modo forte e diretto la reazione della gente ad una serie di emergenze, inimmaginabili nel Regno Unito, ma attuali in Siria: i servizi di base sono stati temporaneamente sospesi dando agli abitanti del Surrey l’impressione di non avere improvvisamente più accesso a cibo, scuola e servizi sanitari.
Il cortometraggio, che ha usato attori professionisti per simulare l’emergenza, cattura in tempo reale le reazioni della gente che resta inorridita e arrabbiata nello scoprire che le scuole erano chiuse, gli scaffali nei negozi vuoti o un’ambulanza bloccata ad un falso ‘check-point’.
In Siria, oltre 11 milioni di persone sono dovute fuggire dalle proprie case e 420mila vivono sotto assedio all’interno del paese. Alcune comunità sono prive di beni essenziali e le famiglie non hanno cibo per sopravvivere. Quelli che provano a cercare aiuti nelle città sotto assedio rischiano la vita.
Quando questi scenari sono stati vissuti dai cittadini del Surrey, è sembrato inaccettabile e alcuni hanno messo a rischio la propria sicurezza per garantire i diritti dei propri figli e della comunità. Ma il fatto che non accade qui non significa che non accada altrove, come ogni giorno in Siria.
“Una piccola parte dei rifugiati siriani ce la fa ad arrivare in Europa. I più poveri, i malati e gli anziani restano sotto assedio, intrappolati senza cibo e medicine,” commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
“Nonostante la generosità della comunità internazionale, le risorse per assistere milioni di rifugiati si stanno prosciugando, e le famiglie sono costrette ad affrontare una scelta estrema: tornare nelle zone di conflitto o rischiare di annegare nel tentativo di raggiungere l’Europa. Se il cittadino medio europeo non sopporta per un solo giorno di essere privato di cibo, servizi sanitari e scuola, perché dovrebbero farlo le famiglie siriane sotto le bombe da 3 anni?”
“Chiediamo che gli aiuti possano raggiungere subito i 12 milioni di siriani disperati, inclusi circa 6 milioni di bambini: l’ONU deve utilizzare tutto il suo peso per negoziare la possibilità di accesso degli aiuti. Gli assedi devono avere fine insieme ai blocchi per gli aiuti umanitari, le frontiere con i paesi confinati devono rimanere aperte e i paesi ricchi, in primis quelli europei, devono accogliere una quota maggiore di rifugiati in disperato bisogno di salvezza e futuro.”
Cardinal Bertone Al Salone del libro con "La fede e il bene comune"
Al Salone l’ultimo libro del cardinal Bertone. Si intitola «La fede e il bene comune. Offerta cristiana alla società contemporanea», è pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana ed è stato presentato venerdì 15 maggio, alle ore 17.
mercoledì 26 agosto 2015
EXPO e STARTUP: premiati da UNIDO e CNR 5 progetti per i Paesi in via di sviluppo
Il futuro dell'agricoltura in 5 progetti innovativi
premiati a EXPO da UNIDO e CNR
Dalla gestione dei micro-allevamenti nell'Africa sub-sahariana all'utilizzo delle potenzialità nascoste dei fichi d'India, cinque progetti di startup, aziende e centri di ricerche vengono premiati in occasione del "Sustainable Technologies and Cooperation in Food and Agriculture & UNIDO International Award 2015"
Oggi le presentazioni dei progetti e le premiazione alle ore 17.00
presso l'Auditorium di Cascina Triulza
Milano, 26 agosto 2015 – L'innovazione nell'utilizzo delle risorse agricole è protagonista oggi all'Auditorium di Cascina Triulza: alle ore 17.00 verranno premiati 5 progetti per il settore agricolo che potranno condurre ad effetti migliorativi sul piano economico e sociale nei Paesi in Via di Sviluppo.
La premiazione si svolgerà nell'ambito dell'evento "Sustainable Technologies and Cooperation in Food and Agriculture & UNIDO International Award 2015", organizzato dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed UNIDO Italia.
Durante la premiazione ai vincitori verrà data la possibilità di presentare i propri progetti alla presenza del Dott. Giuseppe Sala, Commissario Unico Delegato del Governo di EXPO, del Dott. Francesco Loreto, Direttore Scienze Bio Agroalimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Dott.ssa Diana Battaggia, Direttore UNIDO ITPO Italy, del Dott. Gennaro Monacelli, Capo Innovazione CNH Industrial e del Dott. Cristiano Maggipinto, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
I progetti dei vincitori
Le proposte provenienti da centri di ricerca, start-up e aziende riguardano settori di interesse quali e riduzione degli sprechi alimentari.
FOODWA – Solwa srl (Italia)
Sistema innovativo ed autonomo ad energia solare per l'essiccamento di biomasse alimentari (frutta, verdura, pesce e carne) al fine di migliorare la loro conservazione in un'ottica di commercializzazione o estrazione di olii essenziali utili all'industria chimica e cosmetica. Foodwa è in grado di essiccare in maniera sicura, igienica e veloce i prodotti destinati al consumo umano o industriale.
Jellyfish Barge – Pnat srl (Italia)
Sistema in grado di produrre alimenti senza il consumo del suolo, di acqua dolce e di energia chimica. Si tratta di una serra modulare galleggiante al cui interno un sistema di coltivazione idroponica garantisce un risparmio del 70% di acqua rispetto alle colture tradizionali grazie al riciclo dell'acqua. Inoltre, grazie all'energia solare, la serra è anche in grado di produrre acqua pulita (fino a 150 litri al giorno) da acqua salata, salmastra o inquinata. L'energia che fa funzionare Jellyfish è fornita da pannelli fotovoltaici, mini turbine eoliche e un sistema che sfrutta il moto ondoso per produrre elettricità.
Burundi Smallholders's Livestock Network BUSLIN– André Ndereyimana – Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (Burundi/Italia)
In molti paesi dell'Africa sub-sahariana circa il 70% della popolazione soffre di malnutrizione e sottoalimentazione, e di questo circa l'85% non ha accesso a proteine facilmente assimilabili, ovvero quelle di origine animale. La startup BUSLIN ha sviluppato un'innovazione gestionale per la catena agroalimentare, specializzandosi nella produzione e commercializzazione degli alimenti di origine animale tramite una rete capillare di produttori familiari rurali e peri-urbani. In misura proporzionale alle capacità ed alle risorse proprie, ogni famiglia si impegna ad allevare animali seguendo le prassi della start-up, la quale assume a sua volta il rischio sul capitale investito e garantisce assistenza tecnico-finanziaria.
Cattle Mettle – Nikhil Bohra – Krimanshi Technologies Private Limited (India)
Il progetto ha l'obiettivo di sviluppare una linea di produzione e fornitura di mangime di qualità, accessibile e a basso costo per l'allevamento dei bovini, parte integrante dell'economia rurale in molti paesi. Il foraggio individuato si basa sul prodotto dell'albero Mesquite (Prosopis juliflora), considerato una specie invasiva e diffuso in India come in molti altri Paesi in via di sviluppo, anche semiaridi.
Rosa Palmeri – Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente – Università di Catania
Valorizzazione dei frutti di fico d'india (Opuntia ficus indica L. Miller) per una produzione eco-sostenibile e di qualità.
Alla base del progetto vi è la considerazione che la cactacea sicuramente più conosciuta, diffusa e apprezzata nel mondo, il fico d'india, non sia sufficientemente sfruttata per le reali potenzialità dei suoi frutti (sia la polpa che i sottoprodotti derivanti, semi e bucce per uso umano ed animale). Il processo di lavorazione innovativo proposto è composto da semplici operazioni unitarie che permettono di avere un prodotto nutriente che rispetto al frutto fresco, altamente deperibile, possa conservare tutte le caratteristiche originarie ed avere una shelf life di oltre 12 mesi senza bisogno di frigo conservazione in modo da allungarne la disponibilità sul mercato a tutto l'anno.
venerdì 21 agosto 2015
Tratta, Save the Children: dal 2012 al 2015 quasi 1.700 vittime tra cui un numero significativo di minori, soprattutto nigeriane
Sono alcune delle principali evidenze del Dossier 2015 “Piccoli schiavi invisibili – Le giovani vittime di tratta e sfruttamento” di Save the Children - l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e tutelarne i diritti - diffuso oggi alla vigilia della Giornata Onu in ricordo della schiavitù e della sua abolizione (il 23 agosto, ndr).
“La tratta e lo sfruttamento di bambini e adolescenti rappresenta uno dei risvolti più drammatici dei fenomeni migratori e nel momento in cui l’Italia e l’Europa sono chiamate a prendere decisioni chiave per le sorti di tanti migranti in arrivo, ricordiamoci che, fra di essi, ci sono centinaia di minori inseriti in circuiti di feroce sfruttamento o che rischiano di caderci e che quindi dobbiamo riuscire a intercettare, accogliere e proteggere adeguatamente, assicurando loro anche percorsi di scolarizzazione ed integrazione che diano un’alternativa al lavoro sfruttato”, dichiara Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children.
Il feroce assoggettamento delle ragazze nigeriane
300 i minori nigeriani arrivati da soli via mare in Italia nel primo semestre del 2015[4]. Un numero consistente sono ragazze e “presumiamo che la maggior parte siano vittime di tratta”, prosegue Carlotta Bellini.
Giungono nel nostro paese prevalentemente via terra, transitando da Niger, Libia e attraversando poi il Mediterraneo. A convincerle con l’abbaglio di grandi guadagni e il sogno di diventare parrucchiere, modelle o lavorare come babysitter o commesse sono spesso un uomo o una donna chiamati “sponsor” o “trolley” che le accompagnano fino al paese di destinazione oppure ne organizzano i passaggi di paese in paese. Il loro sfruttamento inizia prestissimo, sin dal transito in Niger, dove vengono forzate alla prostituzione indoor. Raggiunta la Libia vengono rinchiuse in guest house dove ugualmente sono costrette a prostituirsi, per mesi, prima della partenza per l’Italia.Qui, per coloro che arrivano via mare, la tappa successiva è solitamente Napoli, dove avviene la compravendita delle ragazze che non hanno già una destinazione prefissata. Per coloro che giungono in aereo invece la meta è solitamente Torino. Le ragazze vengono quindi consegnate a una sfruttatrice nigeriana in loco, la mamam, che da questo momento in poi gestirà le loro vite, stabilendo quando e dove debbano prostituirsi per ripagare il debito contratto dalle famiglie per il loro viaggio e “lavoro”: una cifra fra 30 e 60 mila euro, che vincola le ragazze a prostituirsi per 3-7 anni e a lavorare a ritmi intensissimi e per pochi euro (circa 20 euro a prestazione). Le ragazze sono inoltre costrette a pagare tutte le utenze domestiche e perfino l’ “affitto” periodico del marciapiede in cui si prostituiscono – circa 100/250 euro. A rafforzare il controllo, non solo materiale ma anche psicologico, vengono utilizzati rituali vodoo che suggellano e consolidano la relazione di sottomissione e l’accordo di “restituzione” del debito. Se le ragazze si ribellano può essere la stessa maman a usare violenza fisica e psicologica nei loro confronti, oppure il suo fidanzato.
“Lo sfruttamento e le costrizioni a cui sono sottoposte queste adolescenti sono talmente intense da rendere difficilissima la loro uscita dal circuito della tratta”, sottolinea Carlotta Bellini, Responsabile Protezione Minori Save the Children Italia. “E’ necessario quindi rafforzare la rete delle case di fuga che sono uno degli strumenti principali del nostro sistema di protezione e assistenza alle vittime di tratta, garantendo la loro dislocazione su tutto il territorio nazionale con dei posti sempre disponibili, per rispondere immediatamente alla richiesta di una ragazza di uscire dallo sfruttamento. Bisogna poi stroncare il traffico nei paesi di origine, con un lavoro interforze, e in Italia intensificare il contrasto all’intero sistema di sfruttamento, inclusi i clienti, anche attraverso le unità di strada. E’ quindi di assoluta necessità l’adozione del Piano Nazionale d’Azione contro la tratta di esseri umani per un coordinamento e programmazione di tutti gli interventi, che includa fondi specifici per il supporto ai minori vittime di tratta”.
“Come Save the Children”, spiega ancora Carlotta Bellini, “operiamo dal 2012 con il progetto Vie d’Uscita, in cooperazione con istituzioni, altre associazioni e il supporto delle Profumerie La Gardenia, Profumerie Limoni e più di recente di L’Orèal, grazie al quale abbiamo raggiunto con le unità di strada e supportato 200 ragazze nel primo semestre del 2015”.
Oltre alla minori nigeriane, documenta il dossier 2015 Piccoli Schiavi Invisibili di Save the Children, vittime di sfruttamento sessuale nel nostro Paese sono anche molte ragazze dell’Est: soprattutto adolescenti tra i 16 e i 17 anni, provenienti da contesti molto poveri e marginali di paesi quali Romania, Albania, Bulgaria, Moldavia, adescate da conoscenti o giovani uomini che le portano in Italia con la promessa di un lavoro da parrucchiera o da baby sitter per poi obbligarle a prostituirsi, sia in strada che al chiuso, in appartamenti o night club.
E dell’Est, prevalentemente rumene, sono le adolescenti – tra cui anche ragazze italiane di origine rom – spostate dai loro paesi in Italia per essere sfruttate in borseggi e furti in appartamento. Uno sfruttamento spesso collegato al matrimonio precoce forzato, dopo il qualevengono obbligate a compiere attività illegali per restituire ai suoceri il debito contratto per il loro “acquisto” che può variare dai 5 ai 50 mila euro.
Lo sfruttamento lavorativo dei minori egiziani non accompagnati
E vittime di sfruttamento, soprattutto lavorativo, sono anche altri gruppi di migranti quali gli egiziani, il cui numero – in diminuzione nei primi mesi del 2015 (143 giunti al 30 giugno, a fronte di 885 nello steso periodo del 2014)- sta registrando nuovamente una crescita, con quasi 400 approdati via mare tra giugno e agosto: “un campanello d’allarme che non dobbiamo sottovalutare”, spiega ancora Carlotta Bellini.
Povertà e carenza di opportunità lavorative nel loro paese sono i principali fattori che spingono i minori egiziani a venire in Italia, con le famiglie che si sobbarcano un debito di viaggio con i trafficanti compreso fra i 2.000 e i 5.000 euro e che i ragazzi dovranno quindi ripagare con il loro lavoro.
A rischio di vita e sotto il controllo dei trafficanti, affrontano il viaggio in mare, partendo o da Alessandria o dalla Libia, dove vengono condotti anche con pulmini. Una volta approdati in Italia vengono collocati in strutture di accoglienza da cui però solitamente scappano per raggiungere Roma, o altre città del nord come Torino o Milano, dove loro stessi hanno raccontato agli operatori di Save the Children le loro esperienze di sfruttamento.
A Roma, in particolare, nei mercati generali di frutta e verdura (CAR), presso autolavaggi e in frutterie o pizzerie. 10 euro per caricare un camion di frutta e verdura e 50 centesimi per ogni cassetta riempita.. Negli autolavaggi si lavora ininterrottamente anche per 12 ore, per 2-3 euro all’ora, come nelle pizzerie e frutterie.
E situazioni di sfruttamento si registrano anche fra i minori afgani non accompagnati - 850 presenti in Italia al 30 giugno 2015[5] - in relazione soprattutto al lungo viaggio che essi intraprendono dall’Afganistan, passando per il Pakistan, Iran, Turchia, Grecia e da qui, per i paesi balcanici o l’Italia, alla volta del Nord Europa.Un viaggio che può costare 3-4.000 euro, per ripagare il quale i minori si fermano anche mesi a lavorare in Turchia o Grecia, subendo sfruttamento, violenze e abusi.
Talvolta coloro che non hanno disponibilità economica vengono usati dai trafficanti per manovrare il gommone dalla Turchia alla Grecia e, in questo modo, non pagano la tratta. Secondo alcune testimonianze sembra addirittura che, al fine di garantire l’arrivo, i trafficanti facciano fare loro una giornata di prova per imparare a guidare l’imbarcazione.
E ad alto rischio di sfruttamento sono anche i numerosi minori eritrei - 1.600 arrivati in Italia via mare dal 1 gennaio al 30 giugno 2015 [6] -, che, da soli, transitano in Italia, diretti soprattutto in Svizzera, Germania, Norvegia e Svezia, per lo più adolescenti maschi di 16-17 anni ma è in crescita il numero di ragazze. Scappano dalla dittatura e dall’arruolamento obbligatorio nel loro paese, intraprendendo un lunghissimo e sempre più rischioso viaggio del costo, in media, di 6.000 euro, passando dal Sudan e quindi Libia o Egitto, per poi attraversare il mare verso l’Italia.
Durante il viaggio possono essere vittime di tratta, sfruttamento e violenze: alcuni, intervistati da Save the Children, hanno raccontato di violenze subite durante l’attraversamento del deserto libico o la detenzione in Libia. Nel transito in Italia le loro condizioni di vita sono precarie e spesso caratterizzate da un forte controllo da parte di connazionali, e una forte promiscuità che, nel caso delle ragazze, può purtroppo sfociare in violenze e abusi sessuali.
“Chiediamo al Parlamento di sbloccare e approvare in tempi rapidi il Disegno di Legge. C. 1658, sostenuto dai parlamentari dei principali partiti politici di maggioranza e opposizione, che disciplina in modo organico, sul territorio nazionale, la protezione e l’accoglienza dei minorenni stranieri non accompagnati e che prevede anche misure particolari di tutela, assistenza e accoglienza per i minori vittime di tratta”, conclude Carlotta Bellini.
“Piccoli schiavi invisibili – Le giovani vittime di tratta e sfruttamento” è scaricabile dal link:
http://we.tl/3llojzA8ga
Una foto rappresentativa del rapporto è scaricabile al link: http://we.tl/jEvkqVhD5P
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel: 06.48070071-81
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it
Per sfruttamento si intende il trarre un ingiusto profitto dalle attività (o da un’azione) altrui tramite una “imposizione” che si basa su una condotta che incide significativamente sulla volontà dell’altro o che fa deliberatamente leva su una capacità di autodeterminazione della vittima sensibilmente diminuita. In particolare il grave sfruttamento può includere: 1) sfruttamento sessuale, compreso lo sfruttamento della prostituzione altrui e altre forme di sfruttamento sessuale quali la pornografia e i matrimoni forzati; 2) lavori o servizi forzati, incluso il conseguimento di profitti da attività illecite e l’accattonaggio; 3) schiavitù o pratiche analoghe e servitù; 4) adozioni illegali; 5) asportazione di organi.
mercoledì 19 agosto 2015
Domani, Giovedì 20 agosto 2015, il viaggio di Sammy Basso per scoprire dal mare i tesori della Serenissima e del suo porto crociere.UNA STAFFETTA PER SAMMY: A VENEZIA UNA GIORNATA PER LOTTARE CONTRO LA PROGERIA
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www.CorrieredelWeb.it
giovedì 13 agosto 2015
WFP lancia primo programma di assistenza con contanti per fare fronte ai bisogni alimentari nell'Est Ucraina
"Il WFP sta utilizzando trasferimenti di contante, in aree dove banche e mercati sono operativi, per ripristinare una qualche forma di normalità nelle vite delle persone", ha detto il Rappresentante del WFP in Ucraina Giancarlo Stopponi. "L'assistenza, sia con contante sia con voucher alimentari, permette alle persone di andare al mercato e scegliere il cibo che preferiscono, inclusi verdure fresche, carne e prodotti caseari – alimenti che non sono di norma inclusi nelle comuni razioni alimentari. Ciò, inoltre, favorisce i mercati e immette denaro nell'economia locale".
Il primo round di distribuzioni di contante è stato avviato questa settimana nella regione di Luhansk attraverso Mercy Corps, partner del WFP. Ogni individuo riceverà l'equivalente di circa 20,50 dollari al mese per l'acquisto di cibo. Mentre coloro che ricevono il denaro sono liberi di spenderlo come desiderano, data la situazione della sicurezza alimentare nella regione, è probabile che la gran parte dei contanti verrà spesa in cibo. Il WFP sta attualmente assistendo 140.000 persone con trasferimento di contante o voucher alimentari.
Mentre il conflitto continua, le persone fanno i conti con una scarsità di generi alimentari, da cui il deterioramento del loro status nutrizionale. Il WFP ha esteso la propria operazione di emergenza per fornire assistenza alimentare – attraverso distribuzioni di cibo, trasferimenti di contante e voucher alimentari – a oltre 575.000 persone fino alla fine dell'anno. Ciò comprende 20.000 bambini che riceverrano assistenza supplementare con alimenti acquistati localmente per un periodo di sei mesi al fine di prevenire l'ulteriore aggravarsi delle loro condizioni di salute e del loro status nutrizionale. Il WFP forniva in precedenza assistenza alimentare a quasi 200.000 persone.
Il conflitto nell'Est Ucraina ha colpito 5 milioni di persone, inclusi 1,7 milioni di bambini. Il WFP dà la priorità ai gruppi più vulnerabili tra residenti, rimpatriati, sfollati, comunità ospitanti e bambini a rischio di malnutrizione.
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Il WFP è la più grande agenzia umanitaria che combatte la fame nel mondo fornendo assistenza alimentare in situazioni di emergenza e lavorando con le comunità per migliorare la nutrizione e costruire la resilienza. Ogni anno, il WFP assiste una media di 80 milioni di persone in circa 80 paesi.
mercoledì 12 agosto 2015
A piedi lungo l'Alta Via dei Parchi con Mielizia per In Viaggio verso Expo 2015
venerdì 7 agosto 2015
Che Salah di questa Roma chi lo sa...
Spalletti, Donadoni, Lippi, Mazzarri, fate voi. Chiunque purché Garcia vada via. L’idillio con la squadra e Pallotta mi sembra rotto. Se è così, bisogna decidere senza perdita di tempo.
l'unico schema è quello di dare la palla al road runner di turno (Gervi, Liajic, Iturbe, Florenzi, prossimamente Salah).