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martedì 30 giugno 2015
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Egitto, dalle piazze al carcere: una generazione di giovani attivisti schiacciata dalla repressione
Generazione carcere: la gioventù egiziana dalle proteste alla prigione si concentra sui casi di 14 delle migliaia di giovani arrestati in modo arbitrario, detenuti e incarcerati in Egitto negli ultimi due anni in relazione alle proteste. Nel suo rapporto, Amnesty International denuncia come il paese sia tornato completamente a essere uno stato di polizia.
"Due anni dopo l'estromissione del presidente Mohamed Morsi, alle proteste di massa sono subentrati arresti di massa. Attaccando senza sosta i giovani attivisti egiziani, le autorità stanno spezzando le speranze in un futuro migliore di un'intera generazione" - ha affermato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
"Dopo la rivolta del 2011, i giovani egiziani erano stati acclamati come simbolo di speranza dai leader militari del paese e dai partner internazionali. Il loro idealismo e l'impegno a favore di 'pane, libertà e giustizia sociale' si erano rivelati forze trainanti per il cambiamento. Ma oggi molti di questi giovani attivisti stanno languendo dietro le sbarre, a conferma del fatto che l'Egitto sia regredito a uno stato che ricorre appieno alla repressione" – ha proseguito Sahraoui.
Amnesty International ha fortemente condannato l'uccisione del procuratore generale Hisham Barakat in un attentato eseguito al Cairo il 29 giugno, definendola "un omicidio a sangue freddo, un atto codardo e che suscita disprezzo". In uno stato di diritto, giudici e procuratori devono essere liberi di svolgere il loro lavoro senza minacce di violenza.
L'organizzazione per i diritti umani ha sollecitato le autorità egiziane a non rispondere all'omicidio del procuratore Barakat prendendo ulteriormente di mira manifestanti e attivisti pacifici e ha espresso preoccupazione per il numero delle persone attualmente in carcere a seguito della repressione del dissenso.
Il governo di Abdel Fattah al-Sisi non sembra infatti allentare la sua politica oppressiva. Secondo gli ultimi dati diffusi dagli attivisti egiziani per i diritti umani, il giro di vite ha visto più di 41.000 persone arrestate, accusate di reati penali e processate in modo irregolare.
"Il livello della repressione è agghiacciante. Le autorità egiziane hanno dimostrato che non si fermeranno di fronte a nulla nel tentativo di soffocare ogni sfida al loro potere" – ha sottolineato Sahraoui.
"Tra le persone in carcere vi sono leader di movimenti giovanili apprezzati a livello internazionale, difensori dei diritti umani e perfino bambini che indossavano magliette con slogan anti-tortura" – ha precisato Sahraoui.
La Legge sulle proteste, entrata in vigore nel novembre 2013, autorizza le autorità a arrestare e processare dimostranti pacifici a loro piacimento e criminalizza la mera azione di scendere in strada senza previa autorizzazione. Inoltre, dà alle forze di sicurezza mano libera per ricorrere alla forza eccessiva e letale nei confronti di manifestanti pacifici.
"La Legge sulle proteste è diventata la corsia preferenziale per imprigionare manifestanti pacifici, trattati alla stregua di criminali. Dev'essere abolita immediatamente" - ha chiarito Hassiba Hadj Sahraoui.
Il giro di vite iniziato nel luglio 2013 con l'arresto di Morsi e dei suoi sostenitori, tra cui i leader più in vista della Fratellanza musulmana, si è allargato fino a colpire l'intero panorama politico egiziano.
Tra i giovani imprigionati in modo arbitrario vi sono gli attivisti Ahmed Maher e Mohamed Adel del "Movimento giovanile 6 aprile", il noto blogger Ahmed Douma, Alaa Abd El Fattah, un blogger e autorevole voce critica che è stato in prigione sotto Hosni Mubarak e il Consiglio supremo delle Forze armate, e i difensori dei diritti umani Yara Sallam e Mahienour El-Massry.
Insieme a loro, si trovano in carcere persone che hanno protestato contro la deposizione di Morsi, come il cittadino irlandese Ibrahim Halawa, le studentesse universitarie Abrar Al-Anany e Menatalla Moustafa e la insegnante Yousra Elkhateeb.
Sono stati tutti condannati per aver sfidato la durissima Legge sulle proteste o ulteriori norme che limitano in modo arbitrario il diritto alla libertà di manifestazione pacifica.
Il gruppo di attivisti "Libertà per i valorosi" ha denunciato una nuova ondata di arresti, scattata a metà del 2015, che ha visto almeno 160 persone finire in carcere in condizioni equivalenti a sparizioni forzate. A sua volta, la Fratellanza musulmana ha denunciato nuovi arresti tra i suoi seguaci.
Le autorità egiziane cercano sovente di giustificare le politiche restrittive ricorrendo al tema del mantenimento della stabilità e della sicurezza. Ma sebbene in alcuni casi i manifestanti abbiano usato violenza, la risposta delle forze di sicurezza è stata sistematicamente sproporzionata.
Molti arrestati sono stati portati di fronte ai giudici a seguito di accuse false o motivate politicamente e sono stati condannati, al termine di processi di massa con centinaia di imputati, sulla base di prove insufficienti o inesistenti o solo grazie a testimonianze da parte delle forze di sicurezza o a indagini della Sicurezza nazionale.
Altri sono in carcere da lungo tempo senza accusa né processo. Tra questi, c'è lo studente Mahmoud Mohamed Ahmed Hussein, arrestato mentre tornava a casa dopo aver preso parte a una protesta, solo a causa dello slogan scritto sulla sua maglietta. Secondo i suoi familiari e avvocati, ha "confessato" sotto tortura attività collegate al terrorismo. Ha trascorso il suo 19esimo compleanno in prigione, dove è rinchiuso da più di 500 giorni.
Il dato di migliaia di persone condannate per false accuse o a causa di leggi che limitano la libertà di espressione e di manifestazione pacifica, è in profondo contrasto coi pochi casi di agenti di polizia processati per violazioni dei diritti umani a partire dal gennaio 2011. Nessun membro delle forze di sicurezza è stato chiamato a rispondere sul piano penale per il massacro di centinaia di sostenitori di Morsi, avvenuto nelle piazze Rabaa Adawiya e al-Nahda del Cairo il 14 agosto 2013.
Amnesty International ha sollecitato i partner internazionali dell'Egitto a non sacrificare i diritti umani nel dialogo con le autorità.
I leader dei paesi influenti dell'Unione europea, tra cui Francia, Italia e Germania, hanno avuto colloqui con il presidente Abdel Fattah al-Sisi mentre la sua amministrazione metteva migliaia di oppositori politici dietro le sbarre. Non risulta in alcun modo che durante questi incontri sia stata chiesta la fine di queste gravi violazioni dei diritti umani.
La Gran Bretagna ha invitato a colloqui il presidente al-Sisi un giorno dopo che Morsi era stato condannato a morte al termine di un processo irregolare.
A marzo, il governo degli Stati Uniti d'America ha annunciato la fine del blocco sui trasferimenti di armi all'Egitto e l'offerta di assistenza militare continuativa alle forze armate e di sicurezza del paese.
"La grande ipocrisia dei partner egiziani è stata messa a nudo dalla corsa a concludere lucrosi accordi commerciali, ad acquisire influenza politica, a collaborare in materia d'intelligence e a concludere nuove vendite e trasferimenti di equipaggiamento per le forze di polizia che potrebbero facilitare le violazioni dei diritti umani" – ha dichiarato Sahraoui.
"I leader globali si stanno rimangiando le promesse fatte ai giovani egiziani dopo la caduta di Mubarak, nel febbraio 2011. L'Egitto mette in galera attivisti pacifici mentre il mondo guarda altrove. Gli stati restano in silenzio, così come la comunità internazionale e il Consiglio Onu dei diritti umani" – ha concluso Sahraoui.
Le autorità hanno giustificato il giro di vite citando anche l'aumento della violenza politica. L'Egitto subisce attacchi da gruppi armati, che secondo le autorità hanno causato la morte di centinaia di soldati, in particolare nel Sinai settentrionale, e di molti civili. Amnesty International condanna senza riserve gli attacchi ai civili ma sollecita le autorità a non usare queste minacce come pretesto per violare i diritti umani.
Roma, 30 giugno 2015
Per ulteriori informazioni:
Il rapporto "Generazione carcere: la gioventù egiziana dalle proteste alla prigione" è disponibile all'indirizzo: https://www.amnesty.org/en/documents/mde12/1853/2015/en/
Piscopo Rai Pubblicita: A maggio +9% ora si punta sul brand content
Gli analisti giudicano molto positivamente gli aggiornamenti arrivati dalla Rai e relativi alla raccolta pubblicitaria, con il momentum che sembra in miglioramento.
Ufficio Stampa Marketing Informatico
Fas Italia presenta nuovi prodotti per la fornitura del minibar
Firenze, 1° luglio 2015 – Fas Italia, azienda toscana leader nelle forniture alberghiere, presenta The Dormen una nuova linea di snack salati da inserire tra le proposte presenti all'interno del minibar.
L'azienda fiorentina amplia la propria offerta di prodotti per frigobar, tenendo presente che il consumo di snack è oramai un'abitudine radicata e ogni popolo ha le sue preferenze. Questo fenomeno può essere sfruttato a vantaggio delle strutture alberghiere, attraverso un'offerta mirata, in grado di soddisfare le richieste anche del cliente più esigente, così da trasformare il servizio di minibar in una fonte di guadagno.
Ha dichiarato Stefano Mandò, AD di Fas Italia: "La formula del Minibar delle Bontà, che da anni stiamo sponsorizzando, rappresenta un format vincente. Tutto questo perché abbiamo saputo creare una gamma di prodotti moderna, che fuoriesce dai canoni di ciò che generalmente si trova all'interno dei frigobar. Alla nostra offerta consolidata abbiamo aggiunto altri prodotti
molto interessanti: dagli snack per celiaci alle bevande e cibi biologici o dietetici. Ultimamente stiamo proponendo gli snack salati The Dormen, la linea di caffè freddo Cafemio, the verde declinato in diversi gusti fra cui il The Verde Jolls con Perle di Alginato di Alga Kelp. Le novità sono talmente tante che sarebbe difficile, in questa sede, approfondirle tutte!"
Infatti, l'offerta di prodotti Fas Italia si completa anche di proposte esotiche dal gusto più particolare oltre alle bibite classiche come aranciata, chinotto e gassosa. La stessa cura e attenzione nell'offrire prodotti di qualità si vede anche nell'assortimento di snack. Tra le novità dell'offerta Fas Italia troviamo le chips di banana, le chips di fagioli al sale marino e la già citata linea di prodotti The Dormen che comprende snack a base di frutta secca come anacardi, mandorle e arachidi.
Oltre al contenuto Fas Italia pensa anche al contenitore. L'azienda toscana è specializzata nella distribuzione di minibar. Il punto di forza è rappresentata dai minibar silenziosi: zero decibel di emissione. Questi ultimi si contraddistinguono per un ottimo isolamento termico per contenere i consumi di elettricità.
Inoltre, Fas Italia offre la più ampia gamma presente sul mercato, con oltre 20 modelli di frigobar, per andare incontro a tutte le esigenze di arredo, misure e di capacità dei minibar. La nuova tendenza di offrire il miglior comfort possibile ai clienti trova in queste soluzioni un'ottima opportunità di distinguersi.
L'intera gamma dei prodotti per minibar si può consultare sul sito www.prodottiperminibar.it, mentre per quanto riguarda i frigobar, è possibile visitare il sito www.minibar-hotel.it, dove si possono visionare i diversi modelli messi a disposizione dall'azienda toscana.
Come sempre Fas Italia si distingue per l'offerta ampia e completa, che aiuta a rendere il servizio di minibar una vera risorsa per l'albergatore. Puntare su snack e bevande con un ottimo rapporto qualità/prezzo e che possano rappresentare una novità, può essere un ottimo modo non solo per valorizzare il servizio di minibar, ma anche per offrire un'ospitalità più attenta e conforme ai bisogni della clientela.
Fas Italia
Via Giuseppe la Farina, 30R, Firenze
Tel: 055 470536-0552479578
lunedì 29 giugno 2015
Comissione Europea LIXIANA® (edoxaban) approvato per Prevenzione Ictus
venerdì 26 giugno 2015
Fabrizio Piscopo, Rai Pubblicità fatturato si punta a +4% nel 2015
Nel dettaglio, i ricavi a bilancio consolidati della tv per Rai Pubblicità valgono a livello annuale intorno ai 335 mln; il web cresce meglio del mercato attestandosi intorno ai 10 mln di raccolta complessiva, mentre la radio si posiziona intorno ai 27 – 28 mln.
Ricordiamo inoltre che Rai Pubblicità ha messo in campo un’offerta ad hoc per il Campionato Europeo di calcio Under 21 che si svolge in Repubblica Ceca.
Ufficio Stampa Marketing Informatico
giovedì 25 giugno 2015
Immigrazione: Save the Children, i paesi dell’UE non sbattano la porta in faccia a centinaia di minori migranti
Expo: 16 Paesi Africani chiedono un'agricoltura moderna
Col Vetoraz cala nuovi assi
Calatrasi Mediterranean Domains storia, cultura e tradizione dentro un bicchiere
mercoledì 24 giugno 2015
Parcheggio Aeroporto Malpensa, festeggia i primi 20 anni di attività ParkinGO
L’aeroporto di Palma di Maiorca è uno scalo di fondamentale importanza per il turismo alle Baleari ed è raggiungibile con tante compagnie di linea e con le più famose compagnie low cost.
Silvio Cavallo
s.cavallo@parkingo.com
Dopo terremoto in Nepal, WFP si concentra ora sulla ripresa con contante, portatori e ospedali
"Negli ultimi due mesi, abbiamo fornito cibo a quasi 2 milioni di persone in uno dei territori più difficili del mondo", ha detto Richard Ragan, coordinatore dell'emergenza del WFP in Nepal.
"Abbiamo avviato la complicata transizione dall'emergenza alle prime fasi della ripresa – fornendo contante, impiego e opportunità di ricostruzione alle persone gravemente colpite dal disastro", ha detto Ragan.
Il programma "Contante in cambio di lavoro", nelle aree in cui i mercati sono accessibili, ha già consentito a 9.000 nuclei familiari di costruire ripari temporanei e di lavorare nei campi, rivitalizzando così i mercati locali.
Fino a 20.000 portatori, che avevano perso le loro attività di sussistenza a causa dell'interruzione improvvisa della stagione di trekking, ricevono reddito riparando percorsi di vitale importanza bloccati dal sisma e consegnando rifornimenti essenziali alle comunità isolate.
In partnership con l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il WFP sta costruendo 50 ospedali temporanei nelle aree più remote, per permettere alle comunità di accedere a servizi sanitari di cui vi è grande necessità.
Ciononostante, alla vigilia dell'incontro internazionale della comunità dei donatori a Kathmandu, il WFP segnala il progressivo esaurimento dei propri fondi. L'operazione del WFP in Nepal è finanziata per il 38 per cento, e sono necessari 74 milioni di dollari per continuare a fornire assistenza fino alla fine dell'anno.
Il WFP, in veste di agenzia ONU leader nella logistica, deve inoltre continuare a fornire servizi di logistica e telecomunicazioni essenziali, incluso il mantenimento operativo di una flotta di camion per il trasporto di materiale di soccorso e di materiale da costruzione per conto dell'intera comunità umanitaria.
"Il mondo si è unito con grande generosità per fornire assistenza salva vita alla popolazione del Nepal", ha detto Ragan. "Il lavoro duro, tuttavia, comincia ora. Vi è l'urgente necessità di costruire ripari temporanei dalle piogge monsoniche. Le forti precipitazioni rischiano di provocare altre frane su un terreno già provato da numerose scosse di assestamento. Al fine di mantenere ed ampliare un'operazione di tale entità e complessità logistica, è necessario un sostegno finanziario sostenuto".
Finora, il WFP ha ricevuto contributi da (in ordine alfabetico): Australia, Canada, Danimarca, Fondo Centrale per la Risposta all'Emergenza ONU, Germania, Giappone, Liechtenstein, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti d'America, Unione Europea e donatori privati.
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Il WFP è la più grande agenzia umanitaria che combatte la fame nel mondo fornendo assistenza alimentare in situazioni di emergenza e lavorando con le comunità per migliorare la nutrizione e costruire la resilienza. Ogni anno, il WFP assiste una media di 80 milioni di persone in circa 75 paesi.
martedì 23 giugno 2015
BTCFlap adotta strategia coraggiosa nell'acquisto di Bitcoin.
EMAILWIRE.COM, 22 giugno 2015, Roma, Italia - L'operatore finanziario in criptovaluta (www.btcflap.com) con sede a New York sta adottando una strategia coraggiosa nell'ambito delle attuali condizioni del mercato Bitcoin. Mentre il prezzo dei Bitcoin sta lentamente ma costantemente scendendo, BTCFlap sta ancora acquistando Bitcoin per importi anche superiori a quelli che offrivano nei mesi precedenti.
Molti possono chiedersi che cosa vi sia dietro l'appetito di questa azienda per i Bitcoin. Al centro di BTCFlap c'è uno sparuto gruppo di persone con esperienza professionale economica e finanziaria e sono fiduciosi di sapere quel che stanno facendo. I rappresentanti della società hanno dichiarato di aver acquistato più di 15000 BTC finora e puntano all'acquisizione di un altro quantitativo di 5000 entro la fine di agosto 2015.
Mentre gli investimenti sono già in eccesso di 3 milioni di dollari USA, l'azienda sta andando sul mercato per ulteriori transazioni, offrendo tassi ancora più elevati per l'acquisto di Bitcoin. In queste settimane le offerte si attestano per il 15% al di sopra del tasso ufficiale Blockchain, essendo limitato nel tempo, dal 7 giugno al 30 giugno.
"Stiamo puntando ad elevati risultati con questa società e la nostra strategia di business va nella stessa direzione. In questa fase, il nostro obiettivo principale è l'acquisto di più Bitcoin possibile. Siamo in linea con il budget, ma non abbiamo ancora raggiunto il fondo. Non possiamo quotarci in borsa con il nostro business plan futuro in questo momento, perché è facile che i concorrenti ci rubino le idee e non vogliamo che questo accada. La gente può chiedersi che cosa abbiamo in mente e molti si sono chiesti se questo business abbia un senso, dal momento che stiamo comprando costosi Bitcoin, ma abbiamo una strategia dietro tutto questo e siamo fiduciosi che presto sorprenderemo il mercato in senso molto positivo. Stiamo pensando ad un business che porterà ancora più valore al mercato delle criptovalute. " Ha dichiarato Paul Goldwin, fondatore e Amministratore Delegato di BTCFlap.
BTC Flap Inc. è una società che opera in criptovaluta con sede a New York, Stati Uniti d'America, fondata e sviluppata da pochi professionisti audaci di investimento che hanno ravvisato un'opportunità di business al di fuori dei tradizionali mercati dei capitali e hanno puntato sul commercio di criptovaluta in termini di strategia d'investimenti a medio e lungo termine.
Il business è gestito in modo efficace, con una piattaforma facile da usare ed agevoli forme di contatto attraverso il sito web della società e via e-mail, con assistenza 24 ore su 24 e 7 gioni su 7 attraverso l'offerta di una sezione di live chat. I pagamenti per la transazione sono esenti da eventuali oneri in capo al cliente, mentre l'azienda copre tutti i relativi costi.
BTC Flap Inc. può essere raggiunto sul sito http://btcflap.com, ove l'assistenza dedicata è disponibile 24 ore su 24 e 7 giorni su 7 nella sezione live chat del sito web della società.
Referente per i Media
Nome: Brock Pierce
Email: brock@btcflap.com
Telefono: +1 (315) 636-4266
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Questo comunicato stampa è stato emesso attraverso EmailWire.Com - un newswire globale con servizi di distribuzione del comunicato stampa : http://www.emailwire.com.
lunedì 22 giugno 2015
Gaza, rapporto Onu; Amnesty: importante passo avanti verso la giustizia per le vittime di entrambe le parti
"Questo rapporto costituisce un importante passo avanti verso l'accertamento delle responsabilità, in favore delle vittime e delle loro famiglie. SI tratta di un'apprezzata conferma indipendente delle ricerche condotte da Amnesty International sul conflitto dello scorso anno a Gaza e in Israele, in cui verificammo tutta una serie di agghiaccianti violazioni, ad opera di ambo le parti, del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario" - ha dichiarato Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
"Le prove sono schiaccianti. Ora gli stati membri e gli stati osservatori del Consiglio Onu dei diritti umani dovranno prendere in seria considerazione le conclusioni e le raccomandazioni della Commissione, astenendosi da ogni politicizzazione della Commissione e del suo rapporto, e garantire l'adozione da parte del Consiglio di tutte le misure appropriate e necessarie per la definizione delle responsabilità" - ha aggiunto Luther.
"Inoltre, le autorità israeliane e quelle palestinesi dovranno cooperare con l'inchiesta preliminare avviata a gennaio dal Tribunale penale internazionale e tutti gli stati dovranno sostenere l'azione del Tribunale in relazione ai Territori occupati palestinesi, come raccomandato dalla Commissione d'inchiesta" - ha sottolineato Luther.
Il rapporto della Commissione d'inchiesta si occupa di gravi violazioni, tra cui possibili crimini di guerra, commesse da Israele e dai gruppi armati palestinesi durante il conflitto del luglio 2014 a Gaza e in Israele. La Commissione, istituita proprio nel luglio 2014 dal Consiglio Onu dei diritti umani, ha indagato sulle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza e sulle azioni sempre di Israele in Cisgiordania (compresa Gerusalemme Est), così come sulle azioni dei gruppi armati palestinesi di Gaza, inclusi i loro attacchi contro Israele.
Amnesty International ha ripetutamente chiesto a Israele e alle autorità palestinesi di cooperare con la Commissione e di dare seguito agli eventuali meccanismi istituiti dal Consiglio Onu dei diritti umani.
Rappresentanti del governo israeliano, tra cui il primo ministro Netanyahu, hanno più volte dichiarato che la Commissione nutre pregiudizi nei confronti di Israele e hanno presentato un loro rapporto sul conflitto del 2014, secondo il quale le forze israeliane hanno agito nel rispetto del diritto internazionale. Le autorità israeliane hanno anche impedito l'accesso alla Striscia di Gaza ai componenti della Commissione d'inchiesta, così come del resto alle organizzazioni internazionali per i diritti umani, compresa Amnesty International.
In una serie di rapporti emessi dallo scoppio del conflitto armato del 2014, Amnesty International ha documentato crimini di guerra e altre gravi violazioni del diritto internazionale umanitario tanto da parte delle forze israeliane quanto ad opera dei gruppi armati palestinesi, tra cui l'uccisione illegale di civili e la distruzione di proprietà civili.
Amnesty International ha pubblicato rapporti sugli attacchi israeliani contro case civili abitate ed edifici rilevanti, ospedali e operatori sanitari, comprendenti testimonianze e analisi a sostegno dell'ipotesi che si fosse trattato di crimini di guerra.
I gruppi armati palestinesi della Striscia di Gaza hanno lanciato migliaia di razzi e colpi di mortaio indiscriminati contro Israele, usando munizioni imprecise per colpire zone abitate da civili e compiendo dunque crimini di guerra. Dichiarazioni di Hamas e di gruppi armati palestinesi indicano inoltre che alcuni attacchi erano intenzionalmente destinati a uccidere o ferire civili. Amnesty International ha inoltre documentato e condannato l'esecuzione extragiudiziale di almeno 23 presunti "collaboratori" nella Striscia di Gaza ad opera delle forze di Hamas e l'arresto arbitrario e la tortura di decine di altri palestinesi durante il conflitto.
Roma, 22 giugno 2015
Per ulteriori informazioni:
Un precedente documento di domande e risposte sulla Commissione indipendente d'inchiesta delle Nazioni Unite sul conflitto di Gaza del 2014 è disponibile all'indirizzo: https://www.amnesty.org/en/documents/document/?indexNumber=mde15%2F0005%2F2015&language=en