INTERSOS continua l'assistenza alla popolazione, in
condizioni di sicurezza sempre più difficili. L'organizzazione ribadisce
l'imperativo umanitario della difesa della vita e della dignità umana, in Yemen
come nel Mar Mediterraneo.
21 Aprile 2015, Sana'a, Yemen - ''Una fortissima esplosione ha divelto gli infissi della base. Per
fortuna nessuno qui è stato colpito dalle schegge e stiamo bene. Nell'area di
impatto della bomba non sappiamo quante vittime ci siano'', riporta uno degli
operatori INTERSOS da Sana'a, del quale l'organizzazione umanitaria omette il
nome per ragioni di sicurezza, in seguito al bombardamento che ha colpito
l'area di Faj Attan a ridosso della base operativa nella capitale.
"E' semplicemente spaventoso portare aiuto in
queste condizioni. Il paese è isolato, pochissimi medicinali e beni di prima
necessità stanno entrando in Yemen dall'inizio dei bombardamenti aerei e,
soprattutto, l'accesso ai civili in urgente stato di bisogno è ogni giorno più
difficile e rischioso per gli operatori umanitari. I bombardamenti sono
imprevedibili, non sono annunciati sebbene avvengano in aree densamente
popolate. Le probabilità di essere colpiti aumentano costantemente e noi siamo
ormai fisicamente allo stremo".
Questo è quello che gli operatori umanitari stanno
affrontando per portare aiuto alla popolazione civile intrappolata dalla guerra
in Yemen. Il tragico risultato di un bombardamento, il fumo e le macerie erano
ben visibili dalla base operativa di INTERSOS nella capitale Sana'a, da dove
sono organizzati e coordinati parte degli aiuti che l'organizzazione porta nel
paese.
È una situazione insostenibile, dove le poche
organizzazioni umanitarie rimangono l'unico, e in queste condizioni, purtroppo
incerto appiglio per la vita di migliaia di persone. "Accesso
umanitario significa una cosa molto semplice: permetteteci di aiutare i
civili in stato di bisogno, assistendoli e proteggendoli da un conflitto che li
ha già resi vittime," dichiara Marco Rotelli, Segretario
Generale di INTERSOS.
"Non è possibile distruggere, falciando con le
armi centinaia di vite e creando le condizioni per le quali le conseguenze del
conflitto trascineranno nella sofferenza e alla morte migliaia di altre
persone, in particolare bambini, donne e le fasce più fragili della
popolazione. Chiediamo che le parti belligeranti cessino di coinvolgere i
civili nel conflitto e ci permettano di accedere alla popolazione in bisogno di
aiuto umanitario."
Bombardamenti aerei, artiglieria pesante, guerra
quartiere per quartiere stanno insanguinando un paese dove già prima degli
scontri quasi 1 milione di bambini sotto i 5 anni si trovavano in condizione di
grave malnutrizione.
Un paese che, nonostante l'estrema povertà, ospita
250.000 rifugiati e 1 milione di migranti arrivati attraversando il golfo di
Aden, su barconi in condizioni pericolosissime, spesso vittime del traffico di
esseri umani, rapiti, venduti, ma che continuano a fuggire da guerre, povertà
estrema e abusi anche peggiori dal Corno d'Africa; moltissimi stanno già
invertendo il percorso, ritenendo la Somalia, pur afflitta da oltre 20 anni di
terribile crisi umanitaria, più sicura dell'attuale situazione in Yemen.
Le migliaia di vittime del Mediterraneo, baratro della
responsabilità legale e morale europea, non sono slegate da quello che accade
in Yemen e nel Corno d'Africa.
C'è un legame che unisce i migranti e i rifugiati
arrivati in Yemen, che oggi fuggono dai bombardamenti, alle oltre 1.000 vittime
che l'attuale gestione del fenomeno migratorio ha permesso nel mar Mediterraneo
dall'inizio dell'anno: è l'urgenza e la necessità di proteggere la vita e la
dignità umana.
INTERSOS è l'unica organizzazione umanitaria italiana
presente in Yemen, con staff nazionale ed internazionale
a Sana'a, Aden e Abyan per portare aiuto alla popolazione locale
colpita dal conflitto e soccorrere oltre 20.000 sfollati e rifugiati: in
diversi centri di assistenza lo staff sta garantendo aiuti economici e
materiali alle famiglie in estremo stato di bisogno.
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