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mercoledì 28 gennaio 2015

Nigeria, Boko haram; Amnesty: nuove prove, le autorità sapevano degli attacchi a Baga e Monguno

Dopo aver raccolto nuove prove, Amnesty International ha rivelato che le autorità nigeriane erano state ripetutamente avvertite circa gli attacchi di Boko haram a Baga e Monguno, in cui morirono centinaia di persone, ma non presero misure adeguate per proteggere la popolazione civile.

Secondo una fonte militare di rango elevato e altre informazioni raccolte da Amnesty International, a novembre e dicembre del 2014 i comandanti della base di Baga avevano regolarmente informato il quartier generale delle forze armate sulla minaccia di un attacco di Boko haram e avevano ripetutamente chiesto rinforzi. Altre fonti militari e testimoni hanno riferito ad Amnesty International che i soldati di stanza a Monguno erano stati preavvisati sull'attacco di Boko haram del 25 gennaio.

"Da queste prove emerge con chiarezza che i vertici delle forze armate sono sciaguratamente e ripetutamente venuti meno al dovere di proteggere la popolazione di Baga e Monguno, nonostante i ripetuti allarmi sull'imminente minaccia posta da Boko haram"- ha dichiarato Netsanet Belay, direttore di Amnesty International per l'Africa.

"Questi attacchi sono un urgente monito per le autorità nigeriane, l'Unione africana e la comunità internazionale: è imperativo proteggere centinaia di migliaia di civili nel nord-est della Nigeria dai continui massacri di Boko haram" – ha proseguito Belay.

Secondo l'alta fonte militare citata da Amnesty International, molto prima dell'attacco a Baga la Task force multinazionale presente nella città aveva informato i vertici militari nella capitale Abuja che Boko haram stava radunando mezzi e uomini per attaccare e che un gran numero di abitanti delle città e dei villaggi vicini stava lasciando la zona.

A proposito degli attacchi a Baga, Dogon Baga e dintorni, una fonte militare ha detto ad Amnesty International: "Quell'attacco era atteso, perché Boko haram aveva fatto sapere agli abitanti di Baga e dei villaggi vicini che avrebbe attaccato i militari e la Jtf [Task force congiunta, le milizie civili poste dalle autorità a difesa della popolazione]".

Secondo altre testimonianze raccolte da Amnesty International, dopo aver attaccato Baga, Boko haram aveva avvisato la popolazione locale che "il prossimo obiettivo [sarebbe stato] Monguno" e anche di questo vennero informati i militari presenti nella zona.

Un abitante di Monguno ha detto ad Amnesty International: "Hanno avvisato, ognuno lo sapeva. Boko haram è arrivato mercoledì [21 gennaio] e ha chiesto agli abitanti [del villaggio di Ngurno] di andarsene perché stavano per attaccare l'esercito. Gli abitanti lo hanno detto ai soldati".

Le autorità nigeriane hanno la responsabilità di adottare tutte le misure possibili per proteggere la popolazione civile, anche favorendo l'evacuazione di coloro che vogliono lasciare un territorio e trasferendoli in un luogo più sicuro. Hanno anche la responsabilità di informare i cittadini sui rischi e sui pericoli incombenti. Secondo i testimoni, i militari locali non hanno neanche provato a farlo.

Il 29 gennaio il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione africana esaminerà il possibile dispiegamento di una forza regionale per contrastare Boko haram.

"Se così sarà, è fondamentale che questa forza abbia un mandato chiaro per proteggere i civili e che tutte le parti coinvolte in operazioni militari rispettino il diritto internazionale dei diritti umani e il diritto internazionale umanitario" – ha concluso Beley.                                                    



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