Amnesty International ha sollecitato Catherine Samba Panza, la presidente ad interim della Repubblica Centrafricana eletta il 20 gennaio dal parlamento ad interim, a riportare urgentemente sotto controllo le milizie anti-balaka, che stanno provocando la fuga di massa della comunita' musulmana.
"I civili della comunita' musulmana si sentono completamente privi di protezione dagli attacchi delle milizie anti-balaka e hanno il terrore di cosa potrebbe accadere loro se restassero nel paese. Anche chi e' nato nella Repubblica Centrafricana e non ha mai messo piede altrove sta cercando di fuggire in Ciad" – ha dichiarato Joanne Mariner, alta consulente per le crisi di Amnesty International. "Riprendere il controllo delle milizie anti-balaka e assicurare protezione dagli attacchi alla popolazione musulmana devono essere le principali priorita' per la presidente ad interim".
Negli ultimi 10 giorni, centinaia di musulmani sono stati vittime di attacchi, comprese uccisioni illegali, e molti altri sono stati costretti a lasciare le loro case. Il 19 gennaio i ricercatori di Amnesty International hanno visitato la citta' di Boali, a nord della capitale Bangui, verificando che i quartieri musulmani erano disabitati. La maggior parte degli abitanti era fuggita pochi giorni prima dopo che un attacco delle milizie anti-balaka aveva provocato la morte di cinque persone.
Circa 850 persone hanno trovato rifugio in una chiesa locale protetta dai peacekeeper francesi e africani. Tutti coloro con cui Amnesty International ha parlato hanno espresso la volonta' di lasciare la Repubblica Centrafricana, ritenendo impossibile rimanervi in condizioni di sicurezza.
Numerosi appartenenti alla comunita' musulmana sono fuggiti dalle citta' di Bossembele, Yakole e Boyali e da altri villaggi piu' piccoli, cosi' come da numerosi quartieri di Bangui. A migliaia si sono diretti verso il quartiere PK12 da dove si organizzano in gruppi per partire verso il Ciad e il Camerun. Altri ancora sono radunati nei pressi di una moschea in attesa del momento buono per fuggire all'estero.
Veicoli in fuga sono stati attaccati dalle milizie anti-balaka. In uno di questi, compiuto nei pressi della citta' di Bouar il 17 gennaio, sono stati uccisi 22 civili tra cui tre bambini. Molte delle vittime sono state uccise a colpi di machete.
Circa 1000 persone, per lo piu' appartenenti alla comunita' cristiana, sono state uccise all'inizio del dicembre 2013 dalle forze ex-seleka e anti-balaka. Col dispiegamento delle truppe francesi, avvenuto il 6 dicembre e seguito dall'arrivo di ulteriori peacekeeper, e dopo le dimissioni dell'ex presidente ad interim Michel Djotodia, rassegnate il 10 gennaio, le forze ex-seleka hanno perso rapidamente potere. Molti ex-seleka hanno lasciato le citta' e i villaggi precedentemente sotto il loro controllo.
Apparentemente, con la perdita di potere da parte degli ex-seleka, la sicurezza nella maggior parte del paese appare migliorata. A Bangui negozi e mercati hanno riaperto mentre altrove molti sfollati della comunita' cristiana stanno rientrando nei loro villaggi dopo essersi nascosti per settimane se non per mesi nella savana.
"Le atrocita' compiute dagli ex-seleka non possono in alcun modo giustificare i brutali attacchi cui stiamo assistendo ora. Il nuovo governo deve agire immediatamente per assicurare che a ognuno nella Repubblica Centrafricana, cristiano o musulmano, siano garantire le condizioni essenziali di sicurezza" – ha concluso Mariner.
"I civili della comunita' musulmana si sentono completamente privi di protezione dagli attacchi delle milizie anti-balaka e hanno il terrore di cosa potrebbe accadere loro se restassero nel paese. Anche chi e' nato nella Repubblica Centrafricana e non ha mai messo piede altrove sta cercando di fuggire in Ciad" – ha dichiarato Joanne Mariner, alta consulente per le crisi di Amnesty International. "Riprendere il controllo delle milizie anti-balaka e assicurare protezione dagli attacchi alla popolazione musulmana devono essere le principali priorita' per la presidente ad interim".
Negli ultimi 10 giorni, centinaia di musulmani sono stati vittime di attacchi, comprese uccisioni illegali, e molti altri sono stati costretti a lasciare le loro case. Il 19 gennaio i ricercatori di Amnesty International hanno visitato la citta' di Boali, a nord della capitale Bangui, verificando che i quartieri musulmani erano disabitati. La maggior parte degli abitanti era fuggita pochi giorni prima dopo che un attacco delle milizie anti-balaka aveva provocato la morte di cinque persone.
Circa 850 persone hanno trovato rifugio in una chiesa locale protetta dai peacekeeper francesi e africani. Tutti coloro con cui Amnesty International ha parlato hanno espresso la volonta' di lasciare la Repubblica Centrafricana, ritenendo impossibile rimanervi in condizioni di sicurezza.
Numerosi appartenenti alla comunita' musulmana sono fuggiti dalle citta' di Bossembele, Yakole e Boyali e da altri villaggi piu' piccoli, cosi' come da numerosi quartieri di Bangui. A migliaia si sono diretti verso il quartiere PK12 da dove si organizzano in gruppi per partire verso il Ciad e il Camerun. Altri ancora sono radunati nei pressi di una moschea in attesa del momento buono per fuggire all'estero.
Veicoli in fuga sono stati attaccati dalle milizie anti-balaka. In uno di questi, compiuto nei pressi della citta' di Bouar il 17 gennaio, sono stati uccisi 22 civili tra cui tre bambini. Molte delle vittime sono state uccise a colpi di machete.
Circa 1000 persone, per lo piu' appartenenti alla comunita' cristiana, sono state uccise all'inizio del dicembre 2013 dalle forze ex-seleka e anti-balaka. Col dispiegamento delle truppe francesi, avvenuto il 6 dicembre e seguito dall'arrivo di ulteriori peacekeeper, e dopo le dimissioni dell'ex presidente ad interim Michel Djotodia, rassegnate il 10 gennaio, le forze ex-seleka hanno perso rapidamente potere. Molti ex-seleka hanno lasciato le citta' e i villaggi precedentemente sotto il loro controllo.
Apparentemente, con la perdita di potere da parte degli ex-seleka, la sicurezza nella maggior parte del paese appare migliorata. A Bangui negozi e mercati hanno riaperto mentre altrove molti sfollati della comunita' cristiana stanno rientrando nei loro villaggi dopo essersi nascosti per settimane se non per mesi nella savana.
"Le atrocita' compiute dagli ex-seleka non possono in alcun modo giustificare i brutali attacchi cui stiamo assistendo ora. Il nuovo governo deve agire immediatamente per assicurare che a ognuno nella Repubblica Centrafricana, cristiano o musulmano, siano garantire le condizioni essenziali di sicurezza" – ha concluso Mariner.
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