Inaugurato a Piossasco, in Piemonte, il cantiere per realizzare
il cavo interrato a corrente continua più lungo del mondo, che
incrementerà l'interscambio energetico fra i due Paesi: la fine dei
lavori è prevista nel 2019 e consentirà all'Italia di ottimizzare le
rinnovabili ed esportare. Flavio Cattaneo:
“Dalla sua nascita Terna ha fatto investimenti per 8 miliardi, di cui
1,5 miliardi solo nel 2013, e con altri 7,9 miliardi già stanziati per i
prossimi dieci anni”.
Quasi
200 km di cavo interrato, con tecnologia d’avanguardia a corrente
continua, che collegherà Italia e Francia senza il minimo impatto
sull’ambiente e sul paesaggio ma con impatti più che positivi sul
mercato dell’energia: l’innovativa infrastruttura che col tempo
permetterà di risparmiare sul costo dell’elettricità e che farà
finalmente dell’Italia un Paese esportatore di energia e non solo
importatore, è frutto della collaborazione tra Terna e la francese Rte,
con la virtuosa partecipazione degli enti pubblici locali e il
co-finanziamento della Commissione europea.
Proprio
sull’asse di territorio che vede ancora i cantieri dell’alta velocità
ferroviaria contestati e di fatto fermi, il corridoio elettrico tra i
due Paesi è invece già partito e diventerà nel 2019, anno della prevista
conclusione dei lavori, il collegamento sotterraneo e invisibile più
lungo del mondo, facendo dei due Paesi divisi dalle Alpi i rispettivi
primi partner nell’interscambio energetico.
“Ci saranno però
voluti 12 anni per farlo”, ricorda Dominique Maillard, presidente della
transalpina Reseau de Transport d’Electricité. Ma i benefici sono molti
di più dei punti d’ombra rilevati dal partner francese nel corso
dell’inaugurazione di Piossasco, piccolo centro in provincia di Torino
dove si può dire che tutto ebbe inizio, visto che grazie al suo
cittadino più famoso, Alessandro Cruto, proprio qui fu utilizzata per la
prima volta, il 16 maggio 1883, la lampadina elettrica ad
incandescenza.
Esattamente 130 anni dopo, un invisibile cavo che
parte da Grand’Ile, in Savoia, e attraverso un lungo viaggio nascosto
fra strade, ponti e gallerie (compresi i 13 km del traforo del Frejus)
giunge in Piemonte, garantirà sostenibilità ecologica, risparmio
energetico e creazione di posti di lavoro, nell’ottica di un mercato
unico dell’energia europea che vede nella collaborazione Italia-Francia
un importante passo, già sancito ai tempi delle presidenze di Prodi e
Sarkozy con gli accordi bilaterali di Nizza del 2007.
Il tutto
grazie soprattutto a un forte investimento di Terna, società in piena
salute che nel 2012 ha fatturato oltre 1,8 miliardi di euro con utili a
464 milioni, come sottolineato al “taglio del nastro”
dall’amministratore delegato Flavio Cattaneo: “Dalla sua nascita (nel
2004, ndr) Terna ha fatto investimenti per 8 miliardi, di cui 1,5
miliardi solo nel 2013, e con altri 7,9 miliardi già stanziati per i
prossimi dieci anni”.
Investimenti, come l’elettrodotto
italo-francese denominato “Piemonte-Savoia”, che consentiranno al Paese
di diventare negli anni sempre più esportatore e sempre meno
importatore, come riconosciuto dallo stesso Maillard: “La nuova
infrastruttura permetterà di ottimizzare le energie rinnovabili, sulle
quali l’Italia è avanti, soprattutto grazie al fotovoltaico”.
Energia
che potrà dunque essere venduta alla Francia, specialmente nei periodi
invernali, in cui il Paese transalpino non sempre riesce a soddisfare la
propria domanda interna. Oltretutto sempre lo stesso presidente della
società di trasporto elettrico francese ricorda che, verrebbe da dire
una volta tanto, è l’Italia ad aver investito di più e ad essere più
avanti nei lavori: “Mentre oggi a Piossasco si dà il via, in Francia
inizieremo solo fra 6 mesi”.
Motivo d’orgoglio, ma non solo. Il
Ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ricorda anche i
benefici in termini economici per la popolazione: “A pieno regime con
l’opera, che porterà la capacità di trasporto della rete tra i due paesi
dagli attuali 2.650 megawatt a oltre 4.400 megawatt, si risparmieranno
150 milioni di euro di energia all’anno: solo qualche euro per ogni
singolo utente, ma che di questi tempi non fanno mai male, e senza
contare l’impatto positivo che la nuova opera avrà sull’ambiente e sul
mercato del lavoro”.
FONTE: firstonline.it
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