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domenica 18 novembre 2012

Al Vecchio Mulino di Sassari retrospettiva su Gian Maria Volontè


Il Circolo Culturale Enogastronomico “Il Vecchio Mulino”,
in collaborazione con con l'Associazione AttivaMente e con TeleSassari,
presenta
Lo sguardo ribelle di Gian Maria VolontèRetrospettiva su un attore contro
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Lunedì 19 Novembre 2021 ore 20,00

presso Il Vecchio Mulino, via Frigaglia 5, Sassari

Inaugurazione retrospettiva con la proiezione del film:

"Un uomo da bruciare"(regia di Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Taviani - 1962 - durata 92')
Presentazione a cura di Lucia Cardone
"Un uomo da bruciare" è un film del 1962, il primo film diretto da Valentino Orsini insieme ai fratelli Taviani, liberamente ispirato alla vita del sindacalista socialista Salvatore Carnevale. Premiato dalla critica a Venezia. E' la pellicola dove Volontè ha il primo ruolo da protagonista assoluto della sua carriera.
Salvatore, giovane contadino, dopo due anni di continente torna in Sicilia per riprendere la lotta contro la mafia, i privilegi, l'ingiustizia. Lo eliminano. Le intenzioni dei registi esordienti non sono sempre risolte ma la sincerità e l'energia morale da una parte, la forza plastica delle immagini e la compattezza della narrazione dall'altra approdano a esiti di incontestabile vigore espressivo. 

Guarda il promo video del film: http://www.youtube.com/watch?v=nUH0sxYPx7I&feature=youtu.be

Contributo di 10€ ogni singola proiezione, cena-buffet-bibita compresa.
Abbonamento intera rassegna 40€ per 5 proiezioni.
Posti limitati, è preferibile prenotazione 079 4920324 – 339 3407008.




Saranno cinque i film proiettati al Circolo Il Vecchio Mulino di Sassari dal 19 Novembre al 17 Dicembre con esperti di cinema che di volta in volta presenteranno i film.
A partire da "Un uono da bruciare" di Valentino Orsi e dei fratelli Paolo e Vittorio Taviani (Lunedì 19 Novembre) con Lucia Cardone, proseguendo poi "Sacco e Vanzetti" di Giuliano Montaldo  (Lunedì 26 Novembre) con Gabriele Peru, passando per "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" di Elio Petri (Lunedì 3 Dicembre) con Emiliano Di Nolfo, "Sbatti il mostro in prima pagina" di Marco Bellocchio (Lunedì 10 Dicembre) con Alessandro Cadoni e per chiudere con "Giordano Bruno" di Giuliano Montaldo (Lunedì 17 Dicembre) con Sergio Scavio.

La retrospettiva è ideata e organizzata da: Gabriele PeruGiovanni Salis e Andrea Scotto.
Attraverso la proiezione di questi film legati alla prima parte della sua carriera l'intento di questa prima retrospettiva è principalmente quello di dare ancora una volta risalto alla coerenza di un attore straordinario come Gian Maria Volontè e alla forza delle sue scelte artistiche e di vita. In queste pellicole continua incessante la ricerca di un cinema altro, slegato dalle convenienze del mercato e dalla sudditanza nei confronti di un facile consenso e interpretate magistralmente da quello che è stato, e resta, uno dei più grandi attori del cinema mondiale di tutti i tempi. Gian Maria Volonté è il simbolo della fusione tra arte e impegno civile ed è giustamente stato il protagonista delle pellicole più importanti della migliore stagione cinematografica italiana e non solo.
Al termine di ogni proiezione seguirà un dibattito con gli esperti di cinema che di volta in volta presenteranno i film in programma.
Ogni proiezione sarà accompagnata da un momento gastronomico con una cena a base di prodotti sardi, allo scopo di far conoscere e valorizzare le aziende e i prodotti locali.
L'appuntamento è per le 20.00, in via Frigaglia n.5 a Sassari.
Posti limitati, è preferibile prenotazione: 079 4920324 – 339 3407008.
Questo il calendario delle proiezioni in programma:
Lunedì 19 Novembre
1962 - Un uomo da bruciare
(regia di Valentino Orsini, Paolo e Vittorio Taviani - durata 92')
Presentazione a cura di Lucia Cardone
Lunedì 26 Novembre
1971 - Sacco e Vanzetti
(regia di Giuliano Montaldo - durata 119')
Presentazione a cura di Gabriele Peru
Lunedì 3 Dicembre
1970 - Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto
(regia di Elio Petri durata 112')
Presentazione a cura di Emiliano Di Nolfo
Lunedì 10 Dicembre
1972 - Sbatti il mostro in prima pagina
(regia di Marco Bellocchio - durata 82')
Presentazione a cura di Alessandro Cadoni
Lunedì 17 Dicembre
1973 - Giordano Bruno
(regia di Giuliano Montaldo - durata 115')
Presentazione a cura di Sergio Scavio
Circolo Il Vecchio Mulino
via Frigaglia n. 5
Sassari
Apertura ore 20.00 - inizio proiezione massimo 20.30

Evento facebook: https://www.facebook.com/events/453948907984954/



GIAN MARIA VOLONTE'
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Nasce a Milano nel 1933, si diploma all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma nel 1957, e dopo tre anni di lavoro intenso tra teatro (con le opere di Goldoni e Shakespeare) e televisione (con "L'Idiota" di Dostoevskij e il "Caravaggio") si spalancano le porte del mondo del cinema.
Nel 1964 cercò di portare in scena in un teatrino di Roma, l'opera di Rolf Hochhuth "Il Vicario", che denunciava l’atteggiamento acquiescente di Papa Pio XII verso il regime nazista e la Shoah; la rappresentazione venne però impedita da un intervento delle forze dell'ordine per violazione di un articolo del Concordato. Sempre in quell'anno è chiamato da Sergio Leono nel cast di "Per un pugno di dollari": la sua interpretazione del cattivo entra nella leggenda del western all'italiana.
Attore troppo duttile ed intelligente per lasciarsi rilassare in ruoli standard, e rimanere quindi ingabbiato nel cinema di genere; dà vita ad una galleria di personaggi che rimarranno impressi nella memoria del cinema e nell'immaginario collettivo. Incarnò un tipo di recitazione intensa, perfezionista: ogni suo personaggio viveva di vita propria con proprie caratteristiche fisiche, lessicali e culturali, tutto giocato su di un immediato tracollo nervoso.
In un epoca in cui primeggiavano i quattro "mostri" della commedia all'italiana (Gassman, Sordi, Manfredi e Tognazzi) e furoreggiavano i Latin Lover (Mastroianni, Nero, Gemma); Gian Maria Volontè è stato il volto e il corpo di quell'illusione di cui si faceva vece il cinema di quegli anni, di scrostare cioè il Paese da quella placida acquiescenza dettata dalla fine dello Scudo Crociato.
Il 1967 fu il suo anno di svolta, Elio Petri lo diresse in "A ciascuno il suo" dove interpretava i panni di un intellettuale di sinistra che indagava sui loschi affari della mafia siciliana; lo stesso regista lo chiamerà tre ani dopo, ad interpretare il ruolo del capo della Squadra omicidi di Roma in "Indagine di un cittadino al di sopra di ogni sospetto" (vincitore dell'Oscar come miglior film straniero 1970).
Film come "Banditi a Milano"(Carlo Lizzani), "Sotto il segno dello scorpione" (fratelli Taviani), "Uomini contro", "Il caso Mattei", "Lucky Luciano", "Cristo si è fermato a Eboli" (Francesco Rosi), "A ciascuno il suo", "La classe operaia va in paradiso" (Elio Petri), "Sacco e Vanzetti", "Giordano Bruno" (Giuliano Montaldo), "Sbatti il mostro in prima pagina" (Marco Bellocchio), "Il sospetto"(Francesco Maselli), "Io ho paura" (Damiano Damiani) e "Ogro" (Gillo Pontecorvo) rappresentano un corpus assai significativo di un momento della storia del cinema italiano in cui si primeggiava per qualità e quantita di film prodotti, quando a Cannes vennero premiati ex-aequo due film italiani ("Il caso Mattei" e "La classe operaia va in paradiso") .
E fu durante la lavorazione de "Lo sguardo di Ulisse" nel 1994, del greco Theo Angelopoulos, che Volontè morì sul set colpito da un'infarto.

HA DETTO:
"Io accetto un film o non lo accetto in funzione della mia concezione del cinema. E non si tratta qui di dare una definizione del cinema politico, cui non credo, perché ogni film, ogni spettacolo, è generalmente politico. Il cinema apolitico è un'invenzione dei cattivi giornalisti. Io cerco di fare film che dicano qualcosa sui meccanismi di una società come la nostra, che rispondano a una certa ricerca di un brandello di verità. Per me c'è la necessità di intendere il cinema come un mezzo di comunicazione di massa, così come il teatro, la televisione. Essere un attore è una questione di scelta che si pone innanzitutto a livello esistenziale: o si esprimono le strutture conservatrici della società e ci si accontenta di essere un robot nelle mani del potere, oppure ci si rivolge verso le componenti progressive di questa società per tentare di stabilire un rapporto rivoluzionario fra l'arte e la vita."
(Gian Maria Volontè nel 1984; citato nel documentario "Un attore contro. Gian Maria Volonté. I film e le testimonianze.", a cura di Franco Montini e Piero Spila, ed. BURsenzafiltro)



HANNO DETTO DI LUI:
"Era un grandissimo attore, e un uomo estremamente sensibile, pronto a fare qualsiasi sacrificio per le cause e i film in cui credeva."
(Carlo Lizzani)

"Ha regalato se stesso ai personaggi che ha interpretato, e ce li ha lasciati. Riscoprirli è una lezione di cinema, di vita, di rigore. Ne abbiamo bisogno."
(Carla Gravina)
"Mentre giravo mi accorsi che una delle due guardie che gli stavano accanto, piangeva. Fermai tutto e quella comparsa mi bisbigliò "A dottò, me scusi, ma 'sto Volontè me commuove davvero".
(Giuliano Montaldo sulle riprese di Sacco e Vanzetti, frammento di un'intervista pubblicato sul sito ufficiale dell'attore.)
"È stato, e resta, uno dei più grandi attori del cinema mondiale."
(Francesco Rosi, citato in Un attore contro: Gian Maria Volonté)
"Posso dirvi che, vedendo Gian Maria Volonté, capirete cosa vuol dire il mestiere dell'attore."
(Giuliano Montaldo, citato in Un attore contro: Gian Maria Volonté)
"Era dolce, era radicale, era... era... impenetrabile. Ma era sempre un altro."
(Margarethe von Trotta, citata in Un attore contro: Gian Maria Volonté)

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