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lunedì 23 aprile 2012

Lavorare e crescere col digitale


Si è svolto a Roma l’11 Aprile scorso il primo Italian Digital Agenda Annual Forum, incontro organizzato da Confindustria Digitale, la nuova Federazione delle imprese dell’Ict  forte complessivamente  di 250.000 addetti e con  un fatturato annuo di oltre 70.000.000.000 di €.
All’incontro erano presenti oltre 1.200 partecipanti e sono intervenuti, fra gli altri,  Neelie Kroes, commissaria europea con delega all’Agenda Digitale, i ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera e dell’Istruzione Francesco Profumo a sottolineare l’importanza delle tecnologie digitali  in merito alla crescita e allo sviluppo dell’Italia nei prossimi anni.
Nel corso del meeting,  presidente di Confindustria Digitale Stefano Parisi ha affermato: “Le imprese italiane dell’Ict offrono la piena collaborazione al Governo perchè l’Agenda Digitale diventi un grande progetto nazionale in grado di aprire il Paese a un nuovo ciclo economico.  Il completo switch off verso il digitale della Pa – ha spiegato Parisi - può contribuire all’azione di spending review, riducendo finalmente la spesa pubblica annua in modo strutturale e recuperando risorse per oltre 56 miliardi di euro. La maggior disponibilità di servizi pubblici e privati on line consentirebbe un risparmio di circa 2.000 euro l’anno a famiglia. Se le imprese italiane raddoppiassero gli investimenti in Ict, si avrebbe una crescita della produttività tra il 5 e il 10% , mentre se aumentassero solo dell’1% il loro fatturato estero attraverso le vendite on-line, le nostre esportazioni totali aumenterebbero dell’8% pareggiando il saldo import-export di beni e servizi. Se dunque, come sta accadendo nei principali paesi, lo sviluppo dell’Internet economy diventerà anche da noi il centro delle politiche per la crescita, il contributo all’aumento del Pil potrebbe essere dell’ordine del 4-5% nei prossimi tre anni”.
Oggi l’economia digitale in Italia pesa il 4% sul Pil, dato che segnala il ritardo del nostro Paese, dove l’uso di Internet è ancora limitato al 50% della popolazione (68% la media Ue27), la pratica dell’ e-Government riguarda non più dell’8% (21% Ue27) e quella dell’e-commerce il 15% (43% Ue27). Anche dal lato delle imprese il gap è forte: solo il 4% delle imprese italiane effettua vendite direttamente on-line a fronte di una media Ue27 del 12%.
In conclusione, la proposta degli imprenditori del settore, condivisa anche dai rappresentanti istituzionali presenti, è che l’Agenda digitale possa diventare volano della crescita del Paese con la massima velocità possibile. Entro il 2013 recupero del gap con l’Europa su servizi Internet e avvio azioni di sistema su Pa, scuola, sanità, e-commerce, start up, digital divide, formazione digitale; infine, nei prossimi tre anni lo sviluppo dell’economia digitale può portare a un aumento di Pil del 4-5%.

Fonte: Ufficio Stampa Confindustria Digitale, Il sole 24 Ore

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