Si
è svolto a Roma l’11 Aprile scorso il primo Italian Digital Agenda Annual Forum,
incontro organizzato da Confindustria
Digitale, la nuova Federazione delle imprese dell’Ict forte complessivamente di 250.000 addetti e con un fatturato annuo di oltre 70.000.000.000 di €.
All’incontro
erano presenti oltre 1.200 partecipanti e sono intervenuti, fra gli altri, Neelie Kroes,
commissaria europea con delega all’Agenda Digitale, i ministri dello Sviluppo
economico Corrado Passera e dell’Istruzione Francesco
Profumo a sottolineare l’importanza delle tecnologie
digitali in merito alla crescita e allo
sviluppo dell’Italia nei prossimi anni.
Nel corso del
meeting, presidente di Confindustria
Digitale Stefano Parisi ha affermato: “Le
imprese italiane dell’Ict offrono la piena collaborazione al Governo perchè
l’Agenda Digitale diventi un grande progetto nazionale in grado di aprire il
Paese a un nuovo ciclo economico.
Il completo switch off verso il
digitale della Pa – ha spiegato Parisi - può contribuire all’azione di spending review, riducendo finalmente la spesa pubblica annua in modo
strutturale e recuperando
risorse per oltre 56 miliardi di euro. La maggior disponibilità di servizi pubblici e
privati on line consentirebbe un risparmio di circa 2.000 euro l’anno a famiglia. Se le imprese italiane raddoppiassero gli
investimenti in Ict, si avrebbe una crescita della produttività tra il 5 e il 10% , mentre se aumentassero solo dell’1% il loro
fatturato estero attraverso le vendite on-line, le nostre esportazioni totali aumenterebbero dell’8%
pareggiando il saldo import-export di beni e servizi. Se dunque, come sta accadendo nei principali
paesi, lo sviluppo dell’Internet economy diventerà anche da noi il centro delle
politiche per la crescita, il contributo all’aumento del Pil potrebbe essere
dell’ordine del 4-5% nei prossimi tre anni”.
Oggi l’economia
digitale in Italia pesa il 4% sul Pil, dato che segnala il ritardo del nostro
Paese, dove l’uso di Internet è
ancora limitato al 50%
della popolazione (68% la
media Ue27), la
pratica dell’ e-Government
riguarda non più dell’8%
(21% Ue27) e quella
dell’e-commerce il 15%
(43% Ue27). Anche dal
lato delle imprese il gap è forte: solo il 4% delle imprese
italiane effettua vendite direttamente on-line a fronte di una
media Ue27 del 12%.
In conclusione, la proposta degli
imprenditori del settore, condivisa anche dai rappresentanti istituzionali
presenti, è che l’Agenda digitale possa
diventare volano della crescita del Paese con la massima velocità possibile.
Entro il 2013 recupero del gap con l’Europa su servizi Internet e avvio azioni
di sistema su Pa, scuola, sanità, e-commerce, start up, digital divide,
formazione digitale; infine, nei prossimi tre anni lo sviluppo dell’economia
digitale può portare a un aumento di Pil del 4-5%.
Fonte: Ufficio Stampa Confindustria Digitale, Il sole 24 Ore
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