Il videogames “Jfk Reloaded” dove l’obiettivo è uccidere il presidente USA
Hanno (ri)ucciso Kennedy!
Sono tanti i videogame in circolazione che s’ispirano o richiamano eventi realmente accaduti nella realtà: si può essere un atleta delle passate Olimpiadi nel gioco “Vancouver 2010”, o far battere una punizione a Del Piero in una partita di Champions-League nel gioco “Pro evolution soccer”, o ancora comandare i Seal americani durante una missione in Afghanistan a caccia di terroristi nel gioco “Medal of Honor” o in Iraq con “Conflict Desert Storm”. Virtuale e reale si fondono in maniera sempre più dettagliata e verosimile. Certe volte però “il gioco non vale la candela”, soprattutto quando l’obiettivo è riuscire ad assassinare il presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, come successe a Dallas il 22 novembre 1963. Stiamo parlando del videogioco “Jfk Reloaded”, scaricabile da Internet e uscito proprio nel 41° anniversario della morte di JfK. La sfida per i giocatori è riuscire ad uccidere il presidente sparando tre colpi contro la macchina presidenziale, così come fece Lee Harvey Oswald dalla Texas School Book Depository all’epoca dei fatti. Il gioco, scaricabile dal web vanta una buona grafica e una ricostruzione impressionante di particolari: dalle angolature per poter prendere meglio la mira, alle macchine del corteo presidenziale, agli stessi abiti e posizioni dei protagonisti di quello che è ancora oggi, uno degli omicidi eclatanti della storia che ha lasciato più misteri e dubbi (c’è anche la moglie del presidente con il completo rosa e il cappello abbinato che la consegnarono alla storia). E poi il nome del videogioco, “ JfK Reloaded”, cioè (ri)uccidere Kennedy. Kirk Ewing, managing director della società scozzese Traffic Games che ha realizzato il videogioco, si è più volte difeso dalle polemiche, soprattutto in America, suscitate dalla sua “idea virtuale”, esaltando le possibilità che le nuove tecnologie possono darci oggi; il videogames, secondo i creatori infatti, stimola le generazioni più giovani a interessarsi alla storia americana e vuole dimostrare come (al di là di rapporti segreti e misteri Cia) un solo uomo, quel lontano 1963, poteva essere l’unica persona in grado di sparare i tre colpi fatali per Kennedy. Al di là delle motivazioni (contestabili) della Traffic Games, un interrogativo si può porre: a quando un videogioco sull’attentato al Papa o sulle torture americane di Abu Graib?
Daniele Memola
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