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venerdì 31 luglio 2009
giovedì 30 luglio 2009
IL FUOCO DEL SAGITTARIO: LA FUSIONE
“Il vero amore non è né fisico né romantico.
Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.
Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia!”
Kahlil Gibran
In astrologia i segni di Fuoco sono tre: Ariete, Leone e Sagittario. La triplicità del Fuoco richiama il processo di combustione dell’ossigeno, compito principale dell’apparato respiratorio umano, che è rifornire le cellule dell’organismo di ossigeno ed allontanare l’anidride carbonica derivata dai processi metabolici... corrisponde quindi a quello che in alchimia è chiamata il processo di “calcinazione”.
Il consumo energetico dell’organismo umano, l’anatomia del respiro, che tutto pervade e ingloba, ha per centro operativo il diaframma, o IV chakra. Ci sono tre tipi di respiro, quello atletico assegnato all’Ariete, quindi del mantenimento di un livello alto del sistema basale, quello del Leone, adatto a sforzi brevi ma molto intensi e quello del del Sagittario, il respiro omnipresente della fusione…in un certo senso del fuoco già “maturo”. Curiosamente la “fusione fredda” è per noi moderni uno degli argomenti e motivo di parecchie polemiche nel mondo scientifico, degli affari internazionali e degli interessi economici, si tratta o no di un sistema che può funzionare, atto a risparmiare energie? Il concetto fondamentale della fusione fredda è quello dell’elemento catalizzatore, in questo caso il palladio. Il tempo dirà… Comunque sia il terzo segno di Fuoco è il “catalizzatore”, opera una combustione lenta, non utilizza il massimo del calore ma tende a fondere e forgiare le energie. Un esempio brilante di questa capacità di “fusione” è dato da Khalil Gibran, grande scrittore libanese-americano, spiritualista, artista, che essendo nato il 6 Gennaio 1883 alle 4 del mattino (per la verità ho trovato alcune biografie che riportano il 6 Dicembre), ha comunque fortissimi valori Sagittariani, Luna, Venere e Ascendente strettamente congiunti ai primi gradi del Sagittario. Mercurio, la scrittura, è dominante in Capricorno sulla cuspide della III casa, trigono Urano in Vergine al Medio Cielo, e Saturno e Plutone in Toro in VI casa. Questo bel triangolo perfetto è il dono della scrittura. Ma sospinto dai valori Sagittario che sono facilmente riconoscibili sia nella biografia e nel suo tema natale, nel suo “ forma mentis” e nelle sue opere letterarie. Il primo elemento è l’eclettismo, il secondo la bipolarità, che poi risultano in apertura mentale.
Nella biografia si nota che Gibran nasce in una famiglia libanese maronita, il padre era un agente delle tasse ed anche un ubriacone, Gibran stesso morirà di cirrosi epatica, cosa abbastanza frequente in chi ha forti valori Gioviali, con la tendenza agli eccessi nella dieta e nel bere. Il simbolo del segno è comunque l'arciere, un centauro, mezzo uomo-mezzo cavallo, che simboleggia la natura mirata del consumo energetico e quindi del fuoco. La funzione della coscienza più sviluppata di questo elemento è l'intuizione. La famiglia di Gibran è allargata, viaggia molto per tutta la vita, domina l’inglese, lingua acquisita, apre la mente ad influenze cristiane, si fa battezzare, dipinge, scrive, in amore è passionale.
Ciò si spiega con la natura Mutuabile e Doppia.
La qualità Mutabile rende instabili e naturalmente aperti alle influenze dell'ambiente, rendendo particolarmente "adattabili". Kahlil nasce in una famiglia povera, si da piccolo si deve aarrangiare per studiare. In particolare i nati con influenze del Sagittario hanno una visione della loro vita futura e dei loro obiettivi che muta continuamente.
Il Pianeta dominante è Giove che rappresenta la crescita e l'espansione, intellettuale e fisica, in ogni campo della conoscenza, ma anche una tendenza ad eccedere ad ingrandire le piccole cose: tutte le azioni di Giove avvengono in modo grandioso ed esagerato che, se non controllate, possono facilmente sfociare nell'esagerazione e nella stravaganza.
È inoltre il pianeta che, con Mercurio, domina i viaggi.
Giove è associato a fede, filosofia, religione e legge. In questo tema natale è collocato in Gemelli in VII casa, esaltando così le qualità Mercuriali.
È il pianeta che porta fortuna, ricompense e occasioni continue e frenetiche al fortunato Gibran.
In astrologia medica Giove viene associato al fegato, favorisce la circolazione, la crescita e il coraggio. Le patologie legate all'azione di Giove sono quelle legate alla eccessiva ingestione di cibo, al sovrappeso, all'eccessivo uso di alcool e affini.
Alcuni personaggi famosi nati con forti valori Sagittario sono:
Lautrec, A. Moravia, L. Bernini, C. Levi, M. Twain, W. Allen, N. Rota, L. V. Beethoven, W. Disney, G. Flaubert, Spinoza, K. Benz, G. Donizzetti, P. Mascagni, W. Churchill, Bob Marley,Jim Morrison.
“Con il Sagittario – scriveva Maria Maitan, astrologa d’altri tempi – si conclude la trilogia di Fuoco. Non è più la fiamma rossa, indomabile, irresistibile dell’Ariete, né la fiamma gialla del Leone, incanalata dalla volontà e consacrata alla grandezza dell’Io; questa del Sagittario è la fiamma azzurra che s’innalza verso le illuminazioni dello spirito. Possiamo distinguere i tre segni di Fuoco così: Ariete-calore, Leone-luce, Sagittario-fusione. L’energia sagittariana proietta verso uno scopo ciò che lo Scorpione ha saputo ammassare… il Sagittario è il segno della fusione, della riunione, della coordinazione, della sintesi”.
Gibran è Artista della sintesi di elementi diversi, come d’altronde il “leif motiv”, tutta la sua vita: Il successo (occidentale) di Gibran, infatti, si deve soprattutto al fascinoso sincretismo religioso che permea "Il profeta" (scritto nel 1923): su tutto prevale l'idea di una generica concezione della divinità, in cui vi si intrecciano immagini e simboli di ogni religione e filosofia (cattolicesimo, induismo, islamismo, mistici sufi accanto agli idealisti europei, romanticisti, Nietzsche e mistici arabi).
Per Kahlil Gibran l'esistenza è il tempo regalato per ricomporre la frattura esistente tra noi e Dio; quando nell'individuo bene e male, perfezione e imperfezione, piccoli sentimenti e grandi passioni riusciranno a convivere, ecco che nella coincidenza degli opposti si manifesteranno saggezza, perfezione e felicità.
La mistica di Gibran sfugge a ogni classificazione, il poeta parla per immagini ricorrendo a un mondo simbolico dai mille significati, che per la sua universalità sollecita l'uomo indù e il cristiano, l'ateo e il credente. Il suo successo deriva proprio dal suo porsi “ a cavallo” (non per nulla simbolo sagittariano) tra oriente e occidente, tra Beirut, Parigi e New York. Questi sono tipici valori Sagittariani di sintesi.
Dice Gibran in una delle sue lettere sull’arte:
“Tuttavia, mi è sovviene che l'arte - che è l'espressione di tutto ciò che fluisce, galleggia, si muove e diventa sostanza nell’anima - è più adatta e conforme al suo raro talento di ricerca - che è l'espressione di ciò che fluisce, galleggia, si muove e diventa una sostanza in società. Quello che ho appena detto non è altro che un appello nel nome dell'arte. Mi appello a voi perché desidero attirare a quell’ incantevole campo dove si trova Saffo, Elizabeth Browning, Olive Schreiner e le altre sorelle che hanno forgiato una scala d'oro e avorio tra cielo e terra.”
Giove governa anche la vista:
“L'aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi.” Parola di Gibran.
E ancora:
"La poesia è il salvagente
cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l'aria
riesce a passare."
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