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giovedì 14 maggio 2009
RELAZIONI TRA MUSICA, MATEMATICA, UNIONE MISTICA ED ASTROLOGIA
Un corda che vibra produce un suono. Una corda di sessanta centimetri, produce un suono che convenzionalmente viene chiamato DO (UT per i latini), ed è il suono centrale di tutte le scale musicali. Do rappresenta il suono della Terra mentre RE (RA per gli egizi) è il suono prodotto dal Sole. Questo tipo di conoscenza risale alla scuola pitagorica. La scuola pitagorica, appartenente al periodo presocratico, fu fondata da Pitagora a Crotone intorno al 530 a.C. La scuola di Crotone ereditò dal suo fondatore la dimensione mistica dei suoi allievi-adepti attraverso la conoscenza (gnosi) della matematica, l'astrologia, la fisica e la medicina la musica e la filosofia. Andando a ritroso le prime testimonianze risalgono a Pitagora che secondo Giamblico era in grado di udire l'armonia degli astri come in stato di trance. Secondo la teoria pitagorica, la stoffa dell'Universo era composta di ritmi, numeri e proporzioni; e considerando che gli intervalli musicali quali l'ottava, la quinta, la terza si potevano ottenere facendo vibrare corde le cui lunghezze erano frazioni intere della lunghezza della nota fondamentale, lo stesso si poteva dire per il cosmo come sistema armonico, i cui sette "pianeti" conosciuti (Sole, Luna e i cinque pianeti visibili) potevano essere messi in corrispondenza con le sette note naturali.
Benchè la musica sia un’arte la musica stessa concettualmente si regge assolutamente su rapporti matematici, quindi scientifici, che vengono rappresentati da frazioni. Ad esempio l’ottava, o la quarta sono rapporti 1:4 1: 1:2; 2:3 di una corda do è =Sol. Ogni pianeta corrisponde quindi ad una nota, Secondo il racconto dello storico Plinio, nel modello pitagorico abbiamo una precisa corrispondenza tra distanze astronomiche ed intervalli musicali, così che considerando per esempio che la Terra emetta un do, nota base della moderna scala musicale, si ascolterebbe la seguente successione di note: do, re, mib, mi, sol, la, sib, re. Ma questo avviene ovunque non solo nel sistema solare. A 250 milioni di anni luce il buco nero della galassia NGC 1275 emette un "sì" talmente basso da non poter essere udito da orecchio umano. In un'immaginaria tastiera di pianoforte lunga a piacere la nota si trova 57 ottave sotto il "do" centrale. Il suono emesso dal buco nero ha una lunghezza d'onda di 36 mila anni luce e con la sua possanza scalda la gigantesca nube di gas e polveri che circonda il buco nero. La nota celestiale è prodotta, secondo Andy Fabian di Cambridge, autore della "osservazione", dalla tremenda energia liberata dal buco nero che increspa i gas che gli fan corona. E' consolante che la scienza moderna torni a parlare di una sorta di musica delle sfere, che accompagna l'osservazione dei cieli da qualche millennio prima di Cristo. Già Dante nel Paradiso raccoglieva un'eredità secolare quando cantava:
"Quando la rota, che tu sempiterni
Desiderato, a sé mi fece atteso,
Con l'armonia che temperi e discerni,
Parvemi tanto, allor, del cielo acceso
De la fiamma del sol, che pioggia o fiume
Lago non fece mai tanto disteso". (Par I, 76-81)
Questa mistica unione di armonia prodotta dalla "girazione"(modulazione) delle sfere celesti con la luce onnispandente si ritrova in Cicerone, che a Scipione Aureliano fa ascoltare, durante il sonno, la medesima musica, e che gli fa chiedere, stupito:
(Somnium Scipionis, 18)
"Ma che suono è questo, così intenso e armonioso, che riempie le mie orecchie?". "È il suono", rispose, "che sull'accordo di intervalli regolari, eppure distinti da una razionale proporzione, risulta dalla spinta e dal movimento delle orbite stesse e, equilibrando i toni acuti con i gravi, crea accordi uniformemente variati; del resto, movimenti così grandiosi non potrebbero svolgersi in silenzio e la natura richiede che le due estremità risuonino, di toni gravi l'una, acuti l'altra".
Anche Keplero, sulla soglia ancora spuria della scienza meccanicistica moderna, dà per scontata l'armonia del mondo:
"Duo sunt, quae nobis harmonias in rebus naturibus patefaciunt, vel lux vel sonus" (Harmonice Mundi, liber V caput IV)
L’Astrologia è un’antichissima “arte” che studia le relazioni tra l’uomo e gli astri, uno strumento dialettico basato sull’analogia, che ha basi profondamente scientifiche in quanto si basa su effemeridi, ovvero la posizione esatta degli astri, ed i rapporti tra di loro in senso musicale e di armonia. Quando un astrologo eventualmente pronuncia un “Saturno contro” descrive delle energie reali che possono avere determinati effetti legati alla sensazione che da quella determinata frequenza produce opposta da un altra non compatibile. La musica produce emozioni ed un Saturno contro può produrre determinati effetti che sono facilmente riscontrabili, infatti Saturno viene da sempre ritratto come malinconico, triste. Il fatto che l’astrologo possa descrivere un tale evento non gli conferisce alcun potere se non quello della rappresentazione artistica e dell’interpretazione.
Anche se qualcuno la definisce “scientifica” od una scienza, non è corretto chiamare l’astrologia scientifica secondo i canoni condivisi dalla comunità scientifica, e che si rifanno al metodo galileano, non è corretto definirla tale sempliecemente perché è un prodotto misto e mistico, arte-scienza.
Jung ha spesso parlato dell’effetto “sincronicità” che significa legami nascosti tra eventi non apparentemente consequenziali di causa ed effetto. Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christiian Huygens, uno dei primi a postulare la teoria ondulatoria della luce, osservò che, disponendo a fianco e sulla stessa parete due pendoli, questi tendevano a sincronizzare il proprio movimento oscillatorio. Dai suoi studi deriva quel fenomeno che oggi tutti chiamiamo 'risonanza'. Nel caso dei due pendoli, si dice che uno fa risuonare l'altro alla propria frequenza.
Per lo stesso principio, se si percuote un diapason, che produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz, e lo si pone vicino a un secondo diapason 'silenzioso', dopo poco anche questo incomincia a vibrare. La risonanza può essere utilizzata anche nel caso delle onde cerebrali. Studi che si sono serviti dell'elettroencefalogramma hanno mostrato una grande correlazione tra lo stimolo che proviene dal mondo esterno e le onde cerebrali. Inizialmente, le ricerche in questo campo utilizzavano soprattutto la luce; poi, si e' passati ai suoni ed alle stimolazioni elettromagnetiche. Quindi il cervello, sottoposto a impulsi (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, cerca di sintonizzarsi sulla frequenza di detto impulso. Il fenomeno umano si chiama 'risposta in frequenza'. Per esempio, se l'attivita' cerebrale di un soggetto e' nella banda delle onde beta (quindi, nello stato di veglia) e il soggetto viene sottoposto per un certo periodo a uno stimolo di 8 Hz (onde alfa), il suo cervello tende a modificare la sua attività in direzione dello stimolo ricevuto e quindi si rilassa e raggiunge la pace e l’armonia. Astrologicamente queste sono frequenze piacevoli di Sole e Venere, mentre la violenza emette frequenze superiori, quelle di Marte ed Urano. Ma tutto questo parlare sulla RISONANZA va ben oltre il puro gioco, infatti possiamo avere una risonanza meccanica, elettrica, ottica, magnetica, nucleare, delle varie particelle, ma anche una risonanza della malattia o della salute, della gioia o del dolore. Indagando il fenomeno della risonanza sugli esseri viventi entriamo nel campo della "biorisonanza". Lo stato di malattia è uno squilibrio energetico con presenza di frequenze anomale da rapportare ai vari fattori che hanno determinato la rottura dell’equilibrio armonico delle frequenze dello stato di salute.
Secondo le antiche filosofie mistico-esoteriche, ma anche secondo le concezioni più avanzate della fisica moderna, l’Universo è un unico grande sistema permeato da numerosissimi campi di energia interdipendenti tra loro.
Ogni evento che accade in un dato istante ed in una determinata coordinata spaziale, sia essa a tre o più dimensioni, si ripercuote su tutta il sistema; ecco perchè é verosimile immaginare che il movimento degli astri e le attività umane si possano correlare.
Per Sun Tsien, storico cinese della fine del secondo secolo avanti Cristo, la musica lega cielo e terra:
"I riti e la musica manifestano la natura del cielo e della terra; penetrano fino alle virtù delle intelligenze soprannaturali, fanno scendere gli spiriti che stanno in alto e permettono di salire a
quelli che stanno in basso".
Nell’Olimpo greco la “competenza” sulla musica viene assegnata ad Apollo, figlio di Zeus e di Leto e fratello gemello di Artemide. Il suo strumento è la lira o cetra, che egli ottiene da Ermes in cambio della mandria che questi gli aveva inizialmente rubato. Oltre che della musica, Apollo è il dio della luce, della profezia, della medicina e della guarigione, ma anche della poesia. In che modo dunque la musica, la luce, la poesia entrano in relazione tra di loro? Nel gusto per la misura e l'equilibrio, nel rifiuto dell’eccesso e della deformità, e dunque nel privilegio per gli aspetti più razionali della bellezza. Armonia. Si tratta dunque di un’emanazione (estetica o di valore) del logos divino sulla Terra.
Altri menino vanto
delle parole che hanno scritto:
il mio orgoglio
sta in quelle che ho letto"
(J.L. Borges)
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