COMUNICATO STAMPA
30 MARZO 2009
[ore 18]
BARI, Biblioteca Nazionale
[via Oreste Pietro 45]
Inaugurazione Archivio Sonoro della Puglia
e concerto con oltre 60 suonatori tradizionali
30 MARZO 2009
[ore 18]
BARI, Biblioteca Nazionale
[via Oreste Pietro 45]
Inaugurazione Archivio Sonoro della Puglia
e concerto con oltre 60 suonatori tradizionali
Dalle campagne di ricerca di Alan Lomax e Diego Carpitella nel 1954 alle rilevazioni condotte nel 2008 per le campagne della Murgia; dalle registrazioni di Leo Levi del 1964 presso la comunità neo-ebraica di Sannicandro alla documentazione di riti pasquali, questue e altri cerimoniali tuttora in uso anche alle porte di Bari; dall’esplorazione sulle diverse forme di tarantismo condotta a metà degli anni ’60 da Annabella Rossi alle sue contemporanee riviviscenze in altri territori limitrofi: un’impressionante raccolta di documenti sonori di straordinario valore culturale per una rappresentazione dinamica delle musiche di tradizione pugliesi. È questo il risultato più rilevante dell’Archivio Sonoro della Puglia, un progetto promosso dall’associazione Altrosud d’intesa con il Ministero dei Beni Culturali e l’Assessorato alle Attività Culturali della Regione Puglia, che sarà inaugurato il 30 marzo alle ore 18 presso la Biblioteca Nazionale di Bari, in via Oreste Pietro 45.
Studiosi ed appassionati, in precedenza costretti a faticose trasferte anche fuori d’Italia, potranno finalmente consultare in loco la quasi totalità dei materiali “storici” concernenti la musica popolare pugliese, dalle raccolte dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia allo sterminato archivio di Roberto Leydi, depositato in Svizzera presso il Centro di Etnografia e Dialettologia di Bellinzona fino ad importanti fondi privati, sottratti al rischio incombente di perdite irreparabili. Tra questi si segnala il fondo Giovanni Rinaldi che, dalla corsa dei buoi di Chieuti (Fg) al pellegrinaggio al Santuario dell’Incoronata di Foggia, ci restituisce un paesaggio sonoro del tutto inedito della parte settentrionale della Puglia alla fine degli anni ’70 e il fondo Otello Profazio che contiene anche una grande quantità di documenti inediti su Matteo Salvatore che, con scambi continui di commenti musicali e narrazioni autobiografiche, si misura con il suo “gemello” calabrese, allo stesso modo sospeso tra tradizione e folk revival. Documentando anche la tenace persistenza delle musiche di tradizione con le rilevazioni di giovani ricercatori come Gianni Amati, Annamaria Bagorda e Massimiliano Morabito, l’Archivio ha esteso infatti le proprie attività anche ai gruppi musicali impegnati nella riproposta dei repertori tradizionali, con un censimento di oltre duecento gruppi, segnale evidente delle dimensioni anche sociali ed economiche che il fenomeno ha assunto in Puglia.
Al termine dell’inaugurazione, oltre 60 esecutori tradizionali, peraltro presenti nei brani fruibili nell’Archivio, offriranno dal vivo generi e repertori ancora in voga in regione, dai canti della Passione delle comunità grecaniche ai canti natalizi di questua dell’Alta Murgia, dalle musiche per organetto della Valle d’Itria alle tarantelle del Gargano, dalle polifonie arbëreshe dell’Alto Salento Jonico alle zampogne di Panni e ai fischietti del Sub Appennino Dauno fino a tutte le innumerevoli varianti di pizziche pizziche, diffuse ben oltre il Salento. Una rappresentazione dinamica degli straordinari materali conservati nell’Archivio, affidati a cantori ed esecutori che, lontani dalla dimensione dello show business, sono quotidianamente impegnati nel proprio lavoro (fornai, contadini, trainieri, allevatori di cavalli e casalinghe) e che, nella maggior parte dei casi anche di età ragguardevole, continuano a scandire con musiche, canti e balli il calendario rituale e lavorativo delle diverse comunità che riconoscono in loro i depositari di tradizioni tutt’altro che estinte.
info: www.archiviosonoro.org/puglia
assoaltrosud@gmail.com
altrosud@altrosud.it
Studiosi ed appassionati, in precedenza costretti a faticose trasferte anche fuori d’Italia, potranno finalmente consultare in loco la quasi totalità dei materiali “storici” concernenti la musica popolare pugliese, dalle raccolte dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia allo sterminato archivio di Roberto Leydi, depositato in Svizzera presso il Centro di Etnografia e Dialettologia di Bellinzona fino ad importanti fondi privati, sottratti al rischio incombente di perdite irreparabili. Tra questi si segnala il fondo Giovanni Rinaldi che, dalla corsa dei buoi di Chieuti (Fg) al pellegrinaggio al Santuario dell’Incoronata di Foggia, ci restituisce un paesaggio sonoro del tutto inedito della parte settentrionale della Puglia alla fine degli anni ’70 e il fondo Otello Profazio che contiene anche una grande quantità di documenti inediti su Matteo Salvatore che, con scambi continui di commenti musicali e narrazioni autobiografiche, si misura con il suo “gemello” calabrese, allo stesso modo sospeso tra tradizione e folk revival. Documentando anche la tenace persistenza delle musiche di tradizione con le rilevazioni di giovani ricercatori come Gianni Amati, Annamaria Bagorda e Massimiliano Morabito, l’Archivio ha esteso infatti le proprie attività anche ai gruppi musicali impegnati nella riproposta dei repertori tradizionali, con un censimento di oltre duecento gruppi, segnale evidente delle dimensioni anche sociali ed economiche che il fenomeno ha assunto in Puglia.
Al termine dell’inaugurazione, oltre 60 esecutori tradizionali, peraltro presenti nei brani fruibili nell’Archivio, offriranno dal vivo generi e repertori ancora in voga in regione, dai canti della Passione delle comunità grecaniche ai canti natalizi di questua dell’Alta Murgia, dalle musiche per organetto della Valle d’Itria alle tarantelle del Gargano, dalle polifonie arbëreshe dell’Alto Salento Jonico alle zampogne di Panni e ai fischietti del Sub Appennino Dauno fino a tutte le innumerevoli varianti di pizziche pizziche, diffuse ben oltre il Salento. Una rappresentazione dinamica degli straordinari materali conservati nell’Archivio, affidati a cantori ed esecutori che, lontani dalla dimensione dello show business, sono quotidianamente impegnati nel proprio lavoro (fornai, contadini, trainieri, allevatori di cavalli e casalinghe) e che, nella maggior parte dei casi anche di età ragguardevole, continuano a scandire con musiche, canti e balli il calendario rituale e lavorativo delle diverse comunità che riconoscono in loro i depositari di tradizioni tutt’altro che estinte.
info: www.archiviosonoro.org/puglia
assoaltrosud@gmail.com
altrosud@altrosud.it
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