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Unire le forze per assicurare alle imprese sammarinesi e italiane un'assistenza più efficace nelle loro attività di internazionalizzazione.
Questo l'obiettivo dell'accordo ufficializzato oggi, lunedì 25 novembre 2019, da ICE-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane e da Agenzia per lo Sviluppo Economico – Camera di Commercio della Repubblica di San Marino alla presenza dell'Ambasciatore d'Italia a San Marino, del Segretario di Stato per gli Affari Esteri e del Segretario di Stato per l'Industria.
Accordo che si configura come una sorta di rinnovo della precedente intesa, sottoscritta dalle parti nel 2014, e che tiene conto delle evoluzioni delle necessità degli operatori economici e della configurazione delle due Agenzie.
Utilizzare stablecoin emesse da terze parti regolamentate piuttosto che creare un proprio criptoasset: questa la posizione di eToro affinchè il progetto Libra abbia successo.
Libra è stata fortemente criticata dagli ambienti politici e dai regolatori statunitensi, inglesi e francesi, preoccupati sia dall dimensione e dall'influenza della controllante Facebook, sia dai problemi che la società ha avuto in passato per quanto riguarda la gestione dei dati degli utenti. Tuttavia, secondo eToroX Labs – la divisione di eToro dedicata alla ricerca sulla blockchain – l'obiettivo che vuole raggiungere Libra è troppo importante da ignorare: ovvero quello di creare un network di pagamenti peer-to-peer utilizzabile da milioni di persone che sono ancora prive di accesso ai servizi bancari.
Piuttosto che creare la propria valuta digitale, soprannominata ironicamente "ZuckBucks" dai politici statunitensi, eToro ritiene che l'emissione di stablecoin sostenute da valute fiat dovrebbe essere delegata a partner terzi regolamentati. Ciò toglierebbe a Facebook la responsabilità di controllare la valuta, e consentirebbe all'azienda di concentrarsi su Calibra, per renderla il primo portafoglio a fornire una struttura dedicata ad un sistema di pagamenti accessibile, tramite WhatsApp e altre piattaforme di Facebook, ad oltre 2,7 miliardi di persone.
Yoni Assia, CEO, Co-fondatore di eToro e co-autore del position paper, spiega: "Il progetto Libra è un'opportunità pionieristica, in grado di portare innovazione nel settore dei servizi finanziari. Piuttosto che cercare di emettere un proprio asset, Facebook dovrebbe fare pressioni per ottenere un quadro normativo chiaro e semplice, che permetta la gestione di quelle aziende terze che si appoggeranno a Libra per effettuare i pagamenti. Gli oneri normativi derivanti dall'emissione delle stablecoin ricadrebbero, così, sulle società partner e non più su Facebook".
Libra ha già lanciato l'idea di utilizzare diverse stablecoin ancorate alle valute sovrane dei paesi, come il dollaro americano, la sterlina inglese e l'euro, trovando tuttavia opposizione da parte delle autorità. La proposta di eToro è in linea con questo tipo di approccio, consistente nel collaborare con organizzazioni regolamentate, come i broker di criptovalute, disponibili a immagazzinare le valute fiat ed emettere stablecoin che rappresentino un diritto legale sugli asset in custodia.
Un simile sistema offrirebbe vantaggi in termini di praticità, velocità e sicurezza – ovvero quegli elementi che sono alla base della tecnologia blockchain – pur essendo basato su una infrastruttura decentralizzata open-source che si rivolge ad una utenza insoddisfatta dell'attuale sistema monetario. eToro ritiene che esonerare Facebook dal compito di emettere la criptovaluta, consentirebbe all'azienda di superare numerosi ostacoli e permetterebbe a importanti attori nel settore cripto e blockchain di fornire il proprio input al progetto.
"Noi di eToro – conclude Yoni Assia – crediamo che l'innovazione nel settore dei servizi finanziari sia la chiave per dare il via ad una riforma strutturale dell'economia globale. Quando abbiamo lanciato le nostre stablecoin, abbiamo compreso che il reale ostacolo per un'adozione di massa è la mancanza di uno standard unico che consenta agli esercenti di accettarle come valute. Questo approccio decentralizzato consentirà al progetto Libra di andare avanti, in collaborazione con le istituzioni e nel rispetto e delle procedure esistenti, ed offrire quell'idea di inclusione finanziaria che anche noi di eToro condividiamo".
Il position paper di eToro è stato elaborato da Yoni Assia, CEO di eToro, il Prof. Omri Ross, Chief blockchain scientist di eToro, e Johannes Rude Jensen, Product and project manager di eToroX.
HIC MOBILE PORTA I BRAND SU TWITCH
PER INGAGGIARE LA GENERAZIONE Z
La agency milanese sigla un accordo con agenzie internazionali specializzate nell'influencer marketing, ampliando la sua offerta adv con 450 top streamer del mondo gaming
Milano, 29 novembre 2019 – Hic Mobile, già attiva nella vendita di pubblicità su Snapchat, TikTok e IMO, annuncia una nuova partnership con agenzie internazionali leader nell'influencer marketing in ambito gaming ed eSports sudiversi canali, fra cui Twitch.
Questo nuovo accordo strategico permetterà alla società specializzata in mobile advertising fondata da Max Willinger e Enrico Majer di offrire la possibilità di attivare campagne adv sui canali Twitch di oltre 450 top influencerdell'universo gaming italiano.
Con oltre 4 milioni di iscritti, Twitch rappresenta oggi una delle realtà di maggior successo del web. Amata da Millennial e Generazione Z, la piattaforma di livestreaming di proprietà di Amazon .com è rapidamente diventata il luogo in cui i giovani coltivano la propria passione per il gaming, connettendosi con una nuova classe di influencer.
Meglio conosciuti come Streamer, gli influencer su Twitch stanno diventando delle vere e proprie celebrity ed è in crescita il numero dei brand interessati a sfruttarne la visibilità. Basti pensare che i top 450 influencer italiani sono già oggi in grado di assicurare una visibilità di oltre 12milioni di sessioni di gioco al mese per un totale di 130 milioni di minuti visualizzati.
Da oggi le aziende clienti di Hic Mobile avranno accesso a questa amplissima audience di videogiocatori, con la possibilità di veicolare campagne ad hoc durante le dirette degli Streamer del momento. Ad esempio, inserendo banner o inserzioni nelle chat che associno il brand a situazioni Challenge o Reward - con cui lo Streamer rinnova l'attenzione degli utenti fra una partita e l'altra - o che promuovano un prodotto celebrativo quando lo Streamer raggiunge un nuovo record di gioco.
"Grazie a contenuti che vengono prodotti e distribuiti in tempo reale, gli Streamer sono in grado di connettersi e interagire con il proprio pubblico in modo immediato e molto personale, e questo rappresenta un valore aggiunto importantissimo per i brand interessati a ingaggiare Generazione Z e Millennial, i cui driver di acquisto sono proprio impulsività e personalizzazione", commenta Max Willinger, co-Founder di Hic Mobile insieme a Enrico Majer.
E continua: "Inoltre, si tratta di un canale ancora nuovo e in costante crescita e dunque in questa fase assicura ai brand un fattore novità e una visibilità addizionale molto significativi, in particolare sul target maschile che rappresenta l'80% del pubblico di Twitch. Siamo molto contenti di essere fra i primissimi in Italia a poter offrire questo strumento di promozione al suo massimo livello di efficacia".
Twitch si va ad aggiungere all'offerta di audience targeting di Hic Mobile appositamente pensata per raggiungere il target Generazione Z. Da Snapchat a Tik-Tok, dagli influencer di Twitch fino alla piattaforma proprietaria AdMove .com, l'azienda è da sempre all'avanguardia nelproporre soluzioni esclusive e innovative per tutti i servizi di proximity advertising & audience targeting.
A proposito di Hic Mobile.
Fondata nel 2013 da Max Willinger ed Enrico Majer, Hic Mobile si posiziona ai massimi livelli di specializzazione nel mercato dell'advertising digitale. Forte di un'expertise impareggiabile in materia di geo-localizzazione e profilazione degli utenti, Hic Mobile mette a disposizione del mercato il più grande network geolocalizzato d'Italia. Grazie alle partnership con una ventina dei più importanti player tecnologici, tra Ad Network, Ad Exchange, DSP e piattaforme di RTB nazionali e internazionali, la società aggrega oggi il miglior traffico mobile disponibile, raggiungendo una portata di oltre 300 milioni di click e 45 miliardi di impression al mese.
Puntando su innovazione, affidabilità e forte propensione a gestire le sfide più complesse, Hic Mobile è oggi uno dei più autorevoli interlocutori italiani per grandi aziende, network pubblicitari e centri media.
Bonaveri acquista lo storico brand Rootstein Renazzo di Cento (FE) – Grandi movimenti nel mondo dei manichini. Bonaveri, leader nel settore alto di gamma, ha acquistato Rootstein, lo storico marchio inglese che per primo, a partire dagli anni '50, ha dato forma, estetica e allure al manichino, interpretando con le sue figure i bisogni della nascente industria della moda.
L'azienda italiana, fondata nel 1950 a Renazzo di Cento (FE), guidata oggi da Andrea e Guido Bonaveri, non è nuova ad operazioni di questo genere, avendo già nel 2001 acquisito il marchio svizzero Schlaeppi - anch'esso icona storica del settore - che ha trovato nella gestione di Bonaveri un rilancio senza precedenti, divenendo il punto di riferimento per il manichino stilizzato. La celebre modella Twiggy accanto al manichino a lei ispirato Sullo stesso schema si è mossa ora l'azienda emiliana andando a scegliere in Rootstein quello che è da sempre il marchio di riferimento per il manichino realistico, affermatosi per la peculiarità di rappresentare alcune delle donne più originali del fashion system prendendole a modello per le proprie collezioni. Esempi di questa particolare propensione alla riproduzione fedele di personaggi esistenti sono le collezioni Twiggy, Pat Cleveland, Joan Collins, Jerry Hall, Yasmin Le bon, Sandy Show…
Ed è proprio questo patrimonio unico di modelli, disegni, studi di figure e stampi - che costituisce l'Archivio Rootstein - che ha mosso Bonaveri verso l'acquisizione. Un patrimonio straordinario destinato ora ad essere rielaborato secondo la sensibilità e il saper fare che ha consentito a Bonaveri di diventare l'azienda di riferimento dell'intero settore. Guido e Andrea Bonaveri "Rootstein rappresenta una pietra miliare nell'evoluzione dei manichini" - dichiara Andrea Bonaveri, CEO dell'azienda - "avendo avuto la capacità di dare per prima una forma all'estetica contemporanea, riproducendo nelle sue figure modelle e personaggi reali che al meglio incarnavano lo spirito del tempo. Con questa acquisizione realizziamo un sogno. È nostra intenzione raccogliere questa storia e portarla ad un nuovo splendore, aggiornandola con la nostra sensibilità estetica e capacità manifatturiera. Questa acquisizione è espressione di una strategia che ci ha portato ad acquisire il miglio player del mondo nel mercato del manichino realistico".
Lo Studio Legale tributario Fantozzi & Associati - con un team guidato dal partner Andrea Montanari - si è occupato del deal per la cessione degli asset di Rootstein tra la proprietà giapponese Yoshichu Mannequin Co. Ltd e Bonaveri. L'operazione, con un valore complessivo di 1.300.000,00 €, è stata finalizzata dopo una trattativa durata 15 mesi e ha portato Bonaveri ad acquisire i marchi, gli archivi, le collezioni e le intellectual properties dei brand Adel Rootstein e Rootstein Display Mannequins - nati a Londra negli anni '50 e rilevati nel 1992 dalla giapponese Yoshichu Mannequin Company. Bonaveri: manichini collezione Aloof Bonaveri porterà in Italia la produzione e incorporerà gli importanti archivi di Rootstein, che diverranno la base per future nuove collezioni. L'integrazione del patrimonio Rootstein avverrà con gradualità: le più importanti collezioni storiche verranno rielaborate con l'obiettivo di rafforzare la posizione di Bonaveri come leader nell'alto di gamma e player globale.
A febbraio 2020, in occasione di Euroshop – la fiera triennale del mondo del visual merchandising e del manichino - verrà presentata la prima nuova collezione Rootstein rieditata da Bonaveri. Una linea realistica e contemporanea, che si andrà ad affiancare alla più iconica ed evocativa Schlappi e alle collezioni Sartoriali/artigianali. |
3 genitori italiani su 4 temono l'infezione da meningococco B e 1 su 2 si dice preoccupato del rischio. Ma si sa ancora poco sulle possibilità di prevenzione.
Le immagini di bambini sopravvissuti alla meningite diventano un volano per l'informazione sulla malattia e sulle sue conseguenze.
Dalla Tv fino ai media online, passando per i quotidiani, un'occasione per riflettere e puntare sulle opportunità di proteggere i più piccoli.
L'iniziativa, sostenuta in tutto il mondo da GSK, prende il via in Europa e vede il nostro paese tra i protagonisti.
Milano, 26 novembre 2019 - _im_i. O meglio bimbi. Provate a immaginare un mondo senza la B e capirete che semplicemente togliendo questa lettera dalle parole che pronunciamo ogni giorno, il nostro linguaggio e la nostra possibilità di rapportarci col mondo sarebbero drammaticamente menomati. La B, insomma, è tremendamente importante. E non solo per il dizionario, ma anche per la salute, soprattutto dei bambini, che diventano i protagonisti anche quando si parla del meningococco, ed in particolare del ceppo B. Oggi esiste la possibilità di prevenire questa infezione, che colpisce soprattutto i più piccoli ma non risparmia anche i grandi, eppure molti ancora non lo sanno. E proprio dai bambini, attraverso le immagini, giunge un messaggio positivo e educativo: Sa(b)rina, Isa(b)ella e Ro(b)erto sono bambini ripresi durante scene di vita quotidiana felice che potrebbero essere interrotte a causa della malattia.
Mentre le immagini scorrono si ricorda che bisogna verificare di aver ricevuto una completa vaccinazione dalla meningite, quindi non solo dai ceppi A, C, W, Y ma anche dal MenB di cui molte persone non conoscono l'esistenza e il pericolo rappresentato.
Sono loro i veri protagonisti della campagna MissingB, sostenuta su scala mondiale da GSK, che in Italia vedrà protagoniste soprattutto la TV, i quotidiani, la comunicazione online ed ovviamente i social, vera e propria "cinghia di trasmissione" di un messaggio di salute e benessere. L'obiettivo è ricordare quanto previsto dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale e quanto riporta il board del Calendario per la Vita: "la vaccinazione contro il meningococco B rappresenta una necessità epidemiologica, ma anche etica e comunicativa, non eludibile".
L'intera iniziativa è realizzata con l'autorizzazione del Ministero della Salute ed il patrocinio del Comitato Nazionale contro la Meningite (Liberi dalla Meningite), SIP (Società Italiana di Pediatria), SItI (Società Italiana di igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica), FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri), FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale), WFPHA (World Federation of Public Health Associations).
Quanto ne sanno e come si informano i genitori?
Nello scorso ottobre è stata condotta un'indagine Cawi (Publicis Spine – ottobre 2019) su un campione di 1007 genitori con figli nella fascia tra 0 e 15 anni, con diversi livelli di scolarità, rappresentativo della popolazione italiana.
Dallo studio è emerso che 3 persone su 4, tra papà e mamma, ritengono che la meningite sia un problema grave e che almeno 1 su 2 si dice molto preoccupato del rischio per il proprio figlio. A porre sul tavolo il problema dell'infezione da meningococco B sono soprattutto la televisione (78 per cento del totale), seguita dai medici (68 per cento), amici e conoscenti (53 per cento). Quando però i genitori si muovono per ottenere informazioni specifiche il referente primo è il pediatra (in 3 casi su 4 e con percentuali superiore all'80 per cento quando si tratta di bimbi da 0 a 6 anni), seguito dal medico di medicina generale (59 per cento) e dall'informazione che viaggia online (43 per cento). L'analisi della campagna informativa "MissingB" da parte dei genitori rivela che nell'85 per cento dei casi l'iniziativa appare adatta a raccontare il problema.
Che ci sia bisogno di una "scossa" informativa, proprio attraverso le immagini di bimbi, è peraltro dimostrato da una ricerca condotta all'inizio del 2019 su 3600 genitori di bambini tra i 2 e i 10 mesi in diversi Paesi, Italia compresa, con dati rilevati anche su genitori di adolescenti nel Regno Unito e negli USA. L'indagine ha dimostrato che 1 persona su 2 non conosce lo stato vaccinale nei confronti del meningococco del figlio, che il 60 per cento dei soggetti non è informato sul fatto che esistono differenti sierotipi dei batteri. Come se non bastasse, 2 su 3 non sanno che i bambini vaccinati nei confronti di specifici tipi di meningococco potrebbero non risultare protetti dalla meningite e 3 su 4 non sono a conoscenza del fatto che il meningococco B è il più comune tipo di batterio circolante.