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martedì 30 aprile 2019

Salute e Lavoro, 6 licenziati su 10 registrano aumento di peso e sintomi depressivi: dagli esperti il decalogo di consigli per superare il trauma

LAVORO, 6 LICENZIATI SU 10 REGISTRANO AUMENTO DI PESO E SINTOMI DEPRESSIVI: DALLA MASTER COACH IL DECALOGO PER SUPERARE IL TRAUMA

 

Accettare la realtà, essere resilienti, esternare le emozioni senza cedere alla rabbia e non sottovalutare il bagaglio di competenze. Sono questi alcuni dei consigli che la master coach Marina Osnaghi ha stilato per superare il licenziamento. Un trauma che si ripercuote sulle condizioni psicofisiche: secondo il National Bureau of Economic Research negli USA il 57% dei licenziati ha sofferto di aumento del peso e sintomi depressivi.

 

Il lavoro offre stabilità e sicurezza, permette di avere un ruolo nella società e di sentirsi appagati ed è tra gli obbiettivi principali di ogni essere umano. Ma cosa accade in caso di un licenziamento non previsto? Le conseguenze più frequenti riguardano la salute psicofisica, come evidenziato da numerosi studi internazionali. Secondo una ricerca condotta dal National Bureau of Economic Research e pubblicata sul New York Times, infatti, il 57% dei lavoratori che hanno perso il lavoro nella fascia 25-54 ha ammesso di essere stato colpito da sintomi depressivi, ansia e da un forte aumento di peso. Dalla ricerca è emerso inoltre che sedentarietà e perdita di motivazione sono stati il fil rouge che più ha accomunato coloro che hanno perso il posto dopo numerosi sacrifici. E ancora, secondo uno studio condotto dall'University of East Anglia in Inghilterra e pubblicato su Psychology Today, il 45% dei giovani lavoratori inglesi ha ammesso di aver avuto reazioni maggiormente negative da un licenziamento che da una rottura di una relazione amorosaMa come bisogna comportarsi per non lasciarsi sopraffare da quello che viene considerato un vero e proprio trauma psicologico? Gli esperti consigliano di accettare la realtà dei fatti esternando le proprie emozioni, trasformare il problema in un'opportunità di crescita reale e non sottovalutare il bagaglio delle competenze acquisite durante il percorso professionale. Consigli che potrebbero tornare utili ad esempio agli 890mila licenziati stimati in Italia nel 2017.

 

"La perdita di un lavoro può essere improvvisa e arrivare come un fulmine a ciel sereno, o annunciata in largo anticipo, come accaduto a un professionista con cui ho lavorato e che ha ricevuto la notizia del licenziamento un anno prima – spiega Marina Osnaghi, prima Master Certified Coach in Italia, che ha affiancato grandi imprenditori e professionisti nel raggiungimento dei propri obbiettivi – Pur sapendolo, ha continuato a lavorare senza crearsi un'alternativa e soltanto un mese prima dal licenziamento effettivo ha cominciato a svegliarsi dal torpore e realizzare il tempo sprecato. Il trauma del licenziamento è talmente forte che potrebbe attivare meccanismi di negazione, impossibilità di accettare la realtà delle cose, unita alla perdita di speranza e al pensiero di essere stati vittima di un'ingiustizia o di una grande sfortuna".

 

Ma perdere il tanto agognato posto di lavoro non sempre è sinonimo di negatività, bensì può essere visto come una grande opportunità di crescita personale. Secondo una ricerca compiuta da Harvard Business Review su oltre 2000 manager americani, il 78% è riuscito a diventare CEO di importanti aziende nonostante fossero stati colpiti da un licenziamento durante la propria carriera professionale. "Vedere il licenziamento come un'opportunità di crescita professionale e di rivalsa personale è fondamentale per non rimanere in uno stato di intorpidimento – prosegue Marina Osnaghi – Nella curva del cambiamento, la realtà delle cose quasi mai coincide con i tempi necessari a un essere umano per elaborare perdita e cambiamento e trovare la forza di equipaggiarsi per gestire la situazione. Eppure la velocità dei tempi di reazione fa la differenza in termini di resilienza o non resilienza, per poter creare una nuova opportunità per il futuro. Il mio consiglio è quello di non fossilizzarsi sugli errori commessi, ma affrontarli come un'opportunità di vita e crescita personale". In questo modo è possibile creare un networking di contatti e lasciare in modo che sia possibile dare vita ad una nuova linfa vitale in occasione di questi contatti. Proprio per questo motivo ritengo indispensabile non fossilizzarsi in uno stato di intorpidimento e lasciare le proprie emozioni esternate all'interno di un catalogo. 

 

Ecco infine il decalogo della master coach Marina Osnaghi per imparare ad affrontare le conseguenze derivate da un licenziamento improvviso:

1.        Ammettere la realtà dei fatti: negare l'evidenza del licenziamento peggiora soltanto la situazione.

2.        Esternare le proprie emozioni: sfogare la rabbia repressa è legittimo, ma bisogna prestare attenzione a non lasciarsi trascinare via.

3.        Gestire la sensazione di perdita di valore: il valore è una caratteristica personale di ciascun essere umano, non un'etichetta esterna data dal ruolo.

4.        Non dimenticarsi delle proprie capacità: la virtù di una persona non si riconosce dai possedimenti materiali, ma dalle caratteristiche personali.

5.        Ricordarsi che l'uomo è il miglior amico di se stesso: conoscersi e aiutarsi risulta fondamentale per non entrare in una spirale depressiva.

6.        Stilare un elenco delle proprie competenze: mettere per iscritto il bagaglio tecnico acquisito durante il percorso professionale rappresenta una marcia in più per motivarsi.

7.        Imparare ad essere resilienti: reagire positivamente alle avversità della vita con determinazione e propositività permette di rialzarsi più in fretta.

8.        Trasformare il problema in un'opportunità di crescita: la vita è piena di ostacoli, ma imparare a superarli rappresenta la vera strategia di successo nella sfera privata come nel lavoro.

9.        Permettersi di sbagliare: gli errori sono all'ordine del giorno, ma bisogna saper capitalizzarne l'apprendimento e guardare al futuro.

10.     Farsi aiutare da un esperto: seguire i consigli di una persona altamente qualificata permette di migliorare la propria condizione psicologica.



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domenica 28 aprile 2019

I gravi rischi dei cambiamenti climatici per la salute dell'uomo

VILLAGGIO PER LA TERRA:
CAMBIAMENTI CLIMATICI E SALUTE: UN'APOCALISSE A FUOCO LENTO

 

Roma, 28 aprile - "I cambiamenti climatici per la salute sono un'apocalisse a fuoco lento, nel senso che è qualcosa di cui non ci accorgiamo perché cresce lentamente. È come se fossimo delle rane che vengono messe a bollire, e poi alla fine si accorgono dell'impatto sulla salute quando è troppo tardi".  E' il paragone utilizzato da Walter Ricciardi, Presidente della Federazione Mondiale delle Società di Sanità Pubblica, e direttore del Dipartimento della Salute della Donna e del Bambino della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma, IRCCS per denunciare un problema ancora largamente sottostimato. "Mentre in passato rischi come l'apocalisse nucleare furono ben chiariti da Hiroshima e Nagasaki, l'apocalisse che il cambiamento climatico può causare per la salute - sottolinea Ricciardi - è largamente sottostimata. Perciò è molto opportuno parlarne in tutte le circostanze e spiegare questi dati ai cittadini".


Di questo si è discusso oggi al focus scientifico per eccellenza del Villaggio per la Terra, organizzato in collaborazione con il Dipartimento "Scienze della salute della donna e del bambino e di sanità pubblica" dell'Università Cattolica di Roma, diretto dal professor Walter Ricciardi. Nel dibattito si è dato voce all'impegno di centinaia di ricercatori e premi Nobel che, nella recente "Carta Internazionale di Roma su clima e salute", hanno espresso raccomandazioni e suggerito azioni necessarie ai decisori politici. Al Talk sono intervenuti anche Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso; Giovanni Raimondi, presidente della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS; Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Giovanni Scambia, Direttore Scientifico della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, i cambiamenti climatici saranno la prima causa di 250 mila decessi all'anno nel mondo per tutto il prossimo ventennio. Morti dovute a ondate di calore e di freddo, inondazioni, alluvioni ed altri eventi estremi. Ecco i rischi denunciati dagli esperti intervenuti oggi:

L'umanità in una pentola in ebollizione

Il riscaldamento globale, in particolar modo, determina un impatto sui terreni che vengono resi più aridi, e quindi meno coltivabili. Ci sono inondazioni, incendi, cambiamenti di clima che rendono difficile per la gente adattarsi. Ad alcune latitudini è già complicato stare all'aria aperta: bisogna stare in casa e, nei paesi ricchi ricorrere all'aria condizionata, che quindi determina un circolo vizioso perché aumenta quel riscaldamento. È come se l'umanità fosse in una pentola in ebollizione.

Le patologie più legate ai mutamenti climatici

Un effetto potenzialmente associato al surriscaldamento globale dovuto all'emissione di agenti inquinanti è la maggior facilità di diffusione delle malattie, favorite anche dall'aumento, grazie alle condizioni climatiche, di molti insetti vettori. In Europa, per esempio, si prevede l'aumento della diffusione delle zanzare e con esse il ritornino di determinate malattie che si pensavano eliminate: come la malaria, la dengue e la chikungunya.

L'acqua come vettore di malattie

L'acqua è di fatto un bene che scarseggia sempre di più e già ci sono conseguenze importanti. Per esempio si parla della guerra in Siria, ma la massiccia migrazione da quelle aree è stata determinata anche da una enorme siccità. La mancanza d'acqua ha reso difficile la vita e anche la coltivazione, e quindi ha costretto le popolazioni a muoversi. Dalla scarsa acqua alla troppa acqua: sempre di più c'è un'alternanza di siccità e di inondazioni. Ne abbiamo avuto quest'anno degli esempi eclatanti, non soltanto nei paesi dove questo tradizionalmente succedeva, quelli orientali: ormai anche in Europa ci sono centinaia di morti dovuti alle inondazioni.

Bambini e anziani: i soggetti più a rischio

I bambini sono più vulnerabili rispetto ai cambiamenti climatici perché alcuni organi e apparati sono ancora in via di sviluppo. Inoltre i bambini hanno, rispetto agli adulti, una maggiore esposizione per unità di peso corporeo, ed è quindi più probabile che, a parità di esposizione, per loro vengano superate le dosi soglia di rischio. Secondo l'OMS nel mondo circa il 50% dei decessi in età pediatrica è causato da diarrea, malaria e infezioni delle basse vie respiratorie, tutti fattori di rischio associati ai cambiamenti climatici. Le esposizioni precoci a fattori di rischio ambientali posso incidere anche sulla salute dei feti che nel futuro possono avere effetti irreversibili che si ripercuotono nel corso della vita da adulto. Anche gli anziani sono particolarmente a rischio quando ci sono le ondate di calore, avviene infatti un'alterazione del loro sistema cardiocircolatorio e quindi l'impossibilità per loro di resistere a questo cambiamento.

Il talk del Villaggio per la Terra, fortemente voluto da Earth Day Italia e dal Movimento dei Focolari promotori dell'iniziativa, ha rappresentato un'occasione per portare i dati inquietanti su questa correlazione a un pubblico più vasto e anche per anticipare quello che sarà il proseguimento, a settembre, a Boston, in corrispondenza con l'Assemblea delle Nazioni Unite. I giovani questa cosa l'hanno capita, anche grazie a Greta Thunberg, gli scienziati chiedono di non lasciarli soli e propongono un vademecum di azioni pratiche da fare ogni giorno:

1-      Rifiutare l'usa e getta

2-      Spegnere la luce quando non serve

3-      Non sprecare l'acqua

4-      Riciclare correttamente

5-      Comprare prodotti locali

6-      Comprare solo quello che serve

7-      Prediligere azioni sostenibili

8-      Evitare buste di plastica ed imballaggi

9-      Camminare di più e guidare di meno

10-  Diffondere le buone pratiche a chi vi sta vicino

In questi giorni i bambini possono ritirare gratuitamente presso le Piazze del Villaggio della Terra l'opuscolo-gioco "Il giorno della terra ogni giorno" prodotto dall'Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità.



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giovedì 25 aprile 2019

La Ford Mustang è la sportiva più venduta al mondo per il quarto anno consecutivo


L'iconica Ford Mustang è la sportiva più venduta al mondo per il quarto anno consecutivo

  

o   Ford celebra il 55° anniversario dell'iconica Mustang che si riconferma, oggi, nel segmento delle coupè sportive, come la sportiva più venduta al mondo nel 2018 con 113.066 esemplari immatricolati

 

o   L'iconica Mustang rivendica il titolo di sportiva più venduta al mondo per il quarto anno consecutivo. Inoltre, le vendite di Mustang, in Europa, dall'inizio del 2019 hanno espresso una crescita del 27%

 

o   Il market share nel segmento delle coupè sportive di Mustang, a livello globale, è cresciuto di mezzo punto rispetto al 2018, raggiungendo quota 15,4% - crescita dovuta anche al grande successo della Mustang Bullitt


 

Colonia, Germania, aprile 2019 – Mentre Ford celebra il  55' anniversario dell'iconica Mustang, gli appassionati di tutto il mondo la acclamano come la sportiva più venduta al mondo per il quarto anno consecutivo.

 

Dall'Australia al Perù, Mustang è stata incoronata come la vettura sportiva più venduta al mondo, secondo i dati elaborati da IHS Markit sulle immatricolazioni nel segmento delle coupè sportive, con 113.066 esemplari immatricolati nel 2018. Inoltre, il 2018 non segna solo il quarto anno consecutivo della leadership globale di Mustang come la coupé sportiva più venduta al mondo, ma anche come la sportiva più venduta negli Stati Uniti, dove l'Ovale Blu, lo scorso anno, ne ha venduti 75.842 esemplari.

 

Inoltre, in Europa, nel primo trimestre del 2019, Ford ha venduto 2.300 esemplari di Mustang esprimendo una crescita del 27% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. (*)

 

"Il lancio della Mustang, 55 anni fa, rappresentò una vera rottura degli schemi" ha dichiarato Jim Farley, Ford President, Global Markets. "Nulla trasmette un senso di libertà, come immaginarsi con il vento tra i capelli alla guida di una Mustang, è una vera a propria icona. Il ruggito del suo V8 in un giorno di primavera…non esiste niente di più gratificante. Non c'è da stupirsi che sia la sportiva più apprezzata al mondo".

 

Secondo i dati sulle immatricolazioni globali raccolti da Ford, la Mustang, nel 2018 è stata disponibile per l'acquisto in 146 paesi. Dal lancio nel 2015, nel mondo sono stati venduti più di 500.000 esemplari della sesta generazione di Mustang, tra cui oltre 45.000 in Europa. Inoltre, Il market share nel segmento delle coupè sportive di Mustang, a livello globale, è cresciuto di mezzo punto rispetto al 2018, raggiungendo quota 15,4% - crescita dovuta anche al grande successo della Mustang Bullitt.

 

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(*) Ford Europa registra le vendite per i principali mercati europei attraverso National Sales Companies. Essi sono: Austria, Belgio, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Spagna, Romania, Svezia e Svizzera

 

  • Mustang valori: emissioni di CO2 da 199 g/km, consumi da 9.1 l/100 km

 

I consumi e le emissioni di CO2 sono misurati in base ai requisiti tecnici e alle specifiche dei Regolamenti Europei (EC) 715/2007 e (EC) 692/2008 nelle ultime versioni emendate. I risultati possono differire da quelli riscontrati in altri mercati dove vengono applicati regolamenti che prevedono cicli di guida differenti. Il consumo di carburante e le emissioni di CO2 sono specificate per variante di veicolo, e non per singola auto. Le procedure standard applicate nella conduzione dei test permettono un confronto fra diversi tipi di veicolo e diversi produttori. Oltre all'efficienza energetica di un veicolo, anche il comportamento alla guida e una serie di fattori non tecnici influiscono sul consumo di carburante e sulle emissioni di CO2.

 

Dal 1 ° settembre 2018 il WLTP ha sostituito completamente il New European Drive Cycle (NEDC). Durante il roll-out del NEDC, il consumo di carburante WLTP e le emissioni di CO2 sono stati correlati alla NEDC. Possono insorgere alcune variazioni nei risultati dei test poiché modificando alcuni dei parametri di riferimento, la stessa automobile potrebbe riportare diversi consumi e emissioni di CO2.



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Nasce in Italia la prima polpetta realizzata con la rivoluzionaria carne 100% vegetale ideata negli USA

ARRIVA IN ITALIA LA PRIMA POLPETTA REALIZZATA CON LA CARNE 100% VEGETALE IDEATA NEGLI USA

Grazie a un'idea di Viviana Veronesi, fondatrice del bistrot Paulpetta, arriva in Italia la prima polpetta preparata con la carne vegetale di Beyond Meat, l'azienda californiana che ha creato la "100% plant-based meat" ottenuta dalle proteine dei piselli.

 

È contraddistinta da un gusto che stupisce e soddisfa anche i palati più esigenti, la materia prima con cui è preparata permette una riduzione del consumo di acqua (-99%), suolo (93%) ed energia (-50%), oltre che l'abbattimento delle emissioni di gas serra (-90%) rispetto a quelle prodotte grazie all'allevamento animale e, a livello nutrizionale, non contiene glutine, soia e OGM, fattori che implicano una lunga serie di benefici per la salute e l'ambiente. La prima polpetta realizzata con la "100% plant-based meat" di Beyond Meat nata negli Stati Uniti è stata ideata in Italia da Viviana Veronesi, fondatrice del brand Paulpetta, il primo bistrot italiano che propone un menù unicamente composto di queste specialità. Infatti, ai 14 tipi di polpette tra cui figurano le Libanesi, le India, le Messicane, le Greche, le Brooklyn, ovvero gli immancabili spaghetti meatballs, le Persiane, le Crucche, naturalmente le Italy, le tanto amate prelibatezze al sugo, si sono aggiunte le rivoluzionarie polpette di carne vegetale, le "Beyond Polpette" ribattezzate LA, il cui nome s'ispira alla sede californiana di Beyond Meat a Los Angeles; un'azienda che crea deliziose carni a base di piante utilizzando semplici ingredienti vegetali applicati in modi freschi: le nuove polpette contengono infatti solo proteine ​​di pisello, succo di barbabietola e olio di cocco.

 

"Siamo partiti dalla nostra città, Monza, per aprire il primogenito di Paulpetta. Abbiamo testato il prodotto, analizzato le reazioni e ora, confortati dagli ottimi risultati di apprezzamento e di vendite, siamo pronti ad allargare la nostra offerta con questa polpetta unica in Italia – spiega Viviana VeronesiPaulpetta apre nel 2015 con un menù che fin da subito si differenzia per la sua offerta connotata principalmente dal gusto internazionale e da un richiamo forte con le origini, che pone sempre l'attenzione alla salute del Pianeta, perché partendo da un singolo progetto si possa espandere il concetto di consumo etico e consapevole. Per questa ragione abbiamo fortemente voluto la carne vegetale di Beyond Meat perché ci pare uno splendido punto di partenza per una ri-evoluzione in campo alimentare. Un prodotto eccezionale che consente quindi una riduzione del consumo di carne animale e un successivo ridimensionamento di allevamenti intensivi e, di conseguenza, delle emissioni di CO2 nell'atmosfera".

 

Una scelta coerente quindi con la filosofia di Paulpetta, secondo cui non c'è evoluzione senza innovazione, e che parte da uno sguardo sempre rivolto alle tendenze che tengano conto non solo del mangiare bene, ma anche consumare in senso etico e consapevole: "Fin da subito abbiamo scelto di utilizzare carne di manzo certificata biologica senza che questo, che per noi è un valore, vada ad appesantire il conto dei nostri clienti – conclude Viviana Veronesi – Anche i vini che selezioniamo sono a certificazione biologica, come anche le bibite in bottiglia. Di recente inoltre abbiamo scelto di sospendere la vendita di bottiglie di plastica a favore di acqua microfiltrata a chilometro zero e continueremo a perfezionare sempre di più la nostra proposta, in linea con i nostri principi".



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giovedì 11 aprile 2019

Privacy, il 47% dei siti dei comuni italiani è a rischio hacker


Privacy, il 47% dei siti dei comuni italiani è a rischio hacker

A un anno dal Gdpr, numerosi i siti istituzionali ancora senza informativa privacy aggiornata, ma uno studio di Federprivacy evidenzia il fenomeno più grave ed esteso: il 47% dei siti web dei comuni italiani utilizza protocolli non sicuri, e il 36% non rende noti i recapiti per contattare il DPO, figura obbligatoria per tutte le pubbliche amministrazioni. Presentazione del rapporto completo la settimana prossima al workshop organizzato da PrivacyLab. Bernardi:"Utilizzo di tecnologie ormai obsolete espone siti dei comuni a potenziali rischi di data breach". Speciale dedicato a cybercrime e violazioni dati sul magazine "Privacy News"

Firenze, 10 aprile 2019 - Ha destato un certo scalpore nei giorni scorsi il monitoraggio svolto da Wired che ha individuato una serie di siti web pubblici non ancora adeguati al Gdpr ad un anno dalla sua entrata in vigore, specialmente perché tra questi vi sono portali istituzionali di ministeri, forze dell'ordine, Regioni, e anche di partiti politici. Secondo l'indagine della nota testata online, molti di questi siti non hanno un'informativa privacy aggiornata al nuovo Regolamento Europeo, ma fanno riferimento ancora alle vecchie normative.

Benché si tratti di un cattivo esempio da parte delle principali istituzioni, in realtà si tratta solo della punta dell'iceberg di un fenomeno ben più grave ed esteso che riguarda le pubbliche amministrazioni. 

Infatti, uno studio condotto dall'Osservatorio di Federprivacy su ben 3.000 siti dei comuni italiani, tra le varie non conformità ed altre carenze riscontrate, ha rivelato che 1.435 di essi (47%) continuano ad utilizzare connessioni non sicure basate sul vecchio protocollo "http", e per questo sono etichettati come "non sicuri" dai principali browser. Inoltre, 1.079 siti di comuni (36%) non rendono disponibili i dati di contatto del Responsabile della Protezione dei dati (c.d. data protection officer), figura obbligatoria per tutte le pubbliche amministrazioni.

"I risultati emersi dalla ricerca sono alquanto preoccupanti, infatti i siti web con protocolli di connessione non sicuri spianano la strada ad hacker e malintenzionati che mirano ad intercettare e carpire dati personali inviati o ricevuti tramite i form di contatto dei siti dei comuni, e l'utilizzo di queste tecnologie ormai obsolete li espone a potenziali rischi di data breach - afferma Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy - Inoltre, la mancata pubblicazione dei dati di contatto del data protection officer impedisce di fatto ai cittadini di esercitare i diritti che sono loro riconosciuti dal Gdpr, a maggior ragione del fatto che vista l'assenza di tali recapiti ci siamo presi la briga di telefonare direttamente a cinquecento centralini dei comuni interessati, ma di questi solo quattro hanno saputo indicarci come rintracciare il loro responsabile per la privacy".     

Il rapporto completo della ricerca di Federprivacy sarà presentato ed illustrato mercoledì 17 aprile 2019 a Reggio Emilia durante il workshop gratuito "Come gestire i Data Breach", organizzato da PrivacyLab proprio per spiegare agli addetti ai lavori come prevenire e gestire i casi di "data breach", vale a dire per esempio quando si verificano violazioni che comportano la perdita, la distruzione, la diffusione o la comunicazione non autorizzata di dati personali.

Nel frattempo, Federprivacy ha dedicato proprio ai rischi di data breach e ai pericoli del cybercrime un numero speciale del periodico "Privacy News", il magazine che l'associazione invia gratuitamente ai propri associati.

 


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martedì 9 aprile 2019

Il laser made in Italy alla conquista del mercato USA, Mectronic ottiene la certificazione della Food and Drug Administration

IL LASER E LA TECAR MADE IN ITALY ALLA CONQUISTA DEL MERCATO AMERICANO, MECTRONIC RICEVE L'APPROVAZIONE FDA


Il mercato mondiale della laser terapia raggiungerà il valore di quasi 2 miliardi di dollari entro il 2022, con una crescita annuale del 9,2% solo negli USA. Protagonista del trend Mectronic, azienda italiana leader nella produzione di laser ad uso medicale e riabilitativo, che punta a espandersi nel settore dopo aver ottenuto la certificazione della Food and Drug Administration per i dispositivi di tecar e laser terapia.

 

Dalle ulcere cutanee e diabetiche, alle patologie della colonna vertebrale come ernie e lombosciatalgie, fino ad arrivare a lesioni del cavo orale e ai più comuni dolori articolari e muscolari, sono sempre più numerose le malattie che vengono curate con l'ausilio di dispositivi laser e Tecar di ultima generazione. Scenario clinico confermato da una recente ricerca pubblicata dalla Reuters, secondo cui il mercato mondiale della laser terapia raggiungerà il valore stimato di 1900 milioni di dollari entro il 2022, con una crescita annuale del 9,2% nel solo territorio americano. Sono proprio gli Stati Uniti infatti i protagonisti di questo settore, date l'elevata popolazione di pazienti, la spesa governativa che sostiene ricerca e sviluppo e l'ingente spesa sanitaria: basti pensare che, secondo il Centres for Disease Control and Prevention, nel 2016 quest'ultima rappresentava il 18% del PIL totale, pari a circa 3,2 trilioni di dollari. E proprio all'enorme mercato degli Stati Uniti punta Mectronic, azienda italiana ed eccellenza del Made in Italy con sede a Grassobbio (BG) che ha ottenuto per i suoi dispositivi di tecar e laser terapia l'approvazione della Food and Drug Administration, l'ente governativo che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari, sanitari e farmaceutici. Theal Therapy e Doctor Tecar costituiscono la punta di diamante di questo progetto di sviluppo nel mercato americano, che segna una nuova svolta per la strategia commerciale di espansione internazionale di Mectronic. I prodotti saranno venduti e distribuiti all'interno del mercato statunitense dal partner commerciale Luna America, che proporrà sul mercato americano le tecnologie dei prodotti iLux XP, iLux Light e Doctor Tecar.

 

"L'ottenimento della certificazione FDA rappresenta per noi un importante e ulteriore riconoscimento per il grande lavoro svolto negli ultimi anni per quanto concerne la ricerca e l'innovazione nell'ambito delle tecnologie e dell'innovazione dei dispositivi tecar e laser terapeutici – ha spiegato Ennio Aloisini, CEO di Mectronic – Siamo inoltre orgogliosi di aver stretto una partnership commerciale con Luna America, che si impegnerà a distribuire i nostri prodotti, eccellenza del Made in Italy, all'interno del mercato statunitense. Avere il supporto di un partner affidabile e di grande esperienza nel settore medicale come Luna America, che pone l'assistenza al paziente come mission aziendale, è un ulteriore valore aggiunto che si somma alle grandi potenzialità di Theal Therapy e Doctor Tecar. Possiamo considerare le due terapie Mectronic come le nuove frontiere in ambito medico, punto d'arrivo dopo anni di ricerca e innovazione, che garantiscono una terapia più efficace e una guarigione più rapida di numerose patologie che colpiscono ogni anno migliaia di persone in tutto il mondo".

 

Acronimo dell'inglese "Temperature controlled High Energy Adjustable multi-mode emission Laser", Theal Therapy è una terapia innovativa e brevettata, basata su un'avanzata tecnologia laser fino a 8 lunghezze d'onda ad emissione ed energia modulata e termo-controllata, che consente di massimizzare gli effetti terapeutici in totale sicurezza inducendo, fin dalla prima seduta, un'intensa riduzione del dolore e la ripresa della mobilità. La terapia sfrutta diverse lunghezze d'onda che si possono dosare tra di loro in modo tale da ottenere il mix perfetto per una determinata patologia e per un determinato paziente, adattando il trattamento in base ai parametri fisiologici come età, dolore, fototipo e tipologia di tessuto, migliorando notevolmente le performance terapeutiche e riducendo i tempi di recupero. Di forte impatto è anche la Tecar Terapia, un metodo di Trasferimento Energetico CApacitivo e Resistivo in grado di stimolare il passaggio di energia nei tessuti biologici e di attivare i naturali processi di riparazione e di recupero. Doctor Tecar opera su più fronti, agendo direttamente a livello cellulare provocando diversi effetti: biostimolante, antalgico, antinfiammatorio, antiedemigeno e decontratturante



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lunedì 8 aprile 2019

Giornata internazionale per i diritti dei rom: Associazione 21 luglio e Amnesty International sulla condizione abitativa delle comunità rom e gli sgomberi forzati

GIORNATA INTERNAZIONALE PER I DIRITTI DEI ROM: ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO E AMNESTY INTERNATIONAL SULLA CONDIZIONE ABITATIVA DELLE COMUNITÀ ROM E GLI SGOMBERI FORZATI  

In occasione dell'8 aprile, Giornata internazionale per i diritti dei rom, Associazione 21 luglio e Amnesty International hanno presentato i dati relativi alle comunità rom in insediamenti formali e informali in Italia e nella città di Roma, estratti dal Rapporto "I margini del margine" curato da Associazione 21 luglio, e il ricorso presentato da Amnesty International al Comitato europeo dei diritti sociali.

Dati e numeri
In Italia è possibile quantificare circa 25.000 persone di etnia rom che vivono in baraccopoli istituzionale e in baraccopoli informali. Una realtà che rappresenta un unicum nel panorama italiano è quella rappresentata dagli insediamenti formali. In Italia se ne contano 127, presenti in ben 74 Comuni. Al loro interno vivono circa 15.000 persone, dei quali più della metà sono rappresentati da minori, con una percentuale di cittadini con cittadinanza italiana vicina al 45%. Negli insediamenti informali – solo a Roma se ne contano quasi 300 – vivono invece cittadini rumeni e, in minima parte, bulgari. Si tratta di lavoratori stagionali, impegnati in un pendolarismo dalle città di origine al nostro Paese. Nella città di Roma, alla fine del 2018 risultavano essere 6.030 rom e sinti in emergenza abitativa, pari allo 0,20% della popolazione romana, secondo la seguente suddivisione: rom e sinti presenti in 16 insediamenti formali (compresivi dei "campi tollerati"): 4.080 persone; rom presenti nei circa 300 insediamenti informali: circa 1.300 persone; rom presenti in un'occupazione monoetnica: circa 650 persone.

Sgomberi forzati
Nel 2016 le azioni di sgombero forzato, registrate sul territorio del Comune di Roma, erano state 28. Nel 2017 si era registrato un incremento del 18%, con un numero di sgomberi registrati pari a 33. Gli sgomberi forzati registrati nel 2018 da Associazione 21 luglio sono stati 40 con un incremento, rispetto all'anno precedente, del 21%. Secondo le osservazioni condotte anche sul campo da Associazione 21 luglio, si stima che i rom coinvolti nei 40 sgomberi forzati organizzati nell'anno 2018 siano stati in totale 1.300 per un costo complessivo di circa 1.640.000 euro.

Scolarizzazione dei minori rom
Nel novembre 2018, in riferimento ai 10 insediamenti presso i quali il Comune di Roma organizza il servizio di accompagnamento scolastico, risultavano iscritti alla scuola dell'obbligo 940 alunni, con un calo dell'8% rispetto all'anno precedente. L'insediamento che conta il più alto numero di iscritti è quello di Castel Romano (252 alunni) mentre quello con il numero minore di iscritti risulta essere quello di Salviati 2 (14 alunni). È importante notare come i dati sopra esposti si riferiscono esclusivamente ai minori rom iscritti e non quelli realmente frequentanti con regolarità. Questi ultimi, se volessimo considerare i dati degli anni precedenti, non dovrebbero superare il 20% degli iscritti, un numero che, se ritenessimo ancora valido, ci porterebbe a concludere che sono meno di 200 i bambini rom che a Roma hanno una frequenza regolare.

Ricorso al Comitato europeo dei diritti sociali
Di fronte al perdurante scandalo della situazione abitativa dei rom in Italia, Amnesty International ha deciso di presentare per la prima volta un ricorso al Comitato europeo dei diritti sociali. Elaborato sulla base di anni di ricerche, soprattutto a Roma, Milano e Napoli, il ricorso presenta prove circostanziate di violazioni della Carta sociale europea, vincolante per l'Italia, tra cui i diffusi sgomberi forzati, il continuo uso di campi segregati con condizioni abitative al di sotto degli standard e il mancato accesso secondo criteri di uguaglianza all'edilizia sociale. Le condizioni abitative inadeguate in cui si trovano migliaia di rom in Italia comprendono l'assenza di infrastrutture e servizi di base come l'accesso all'acqua e ai servizi igienico-sanitari, riscaldamento ed energia elettrica. Prive di un titolo di possesso dell'alloggio, persino nei campi autorizzati, queste persone restano a rischio di sgomberi forzati, frequentemente eseguiti. Le autorità locali continuano a perpetuare la segregazione trasferendo i rom in altri campi, spesso considerati come l'unica soluzione abitativa per famiglie rom che non sono in grado di mantenersi autonomamente. Questa situazione è esacerbata dalla loro esclusione di fatto dall'accesso all'edilizia sociale in molte città.

Dichiarazione di Carlo Stasolla, presidente dell'Associazione 21 luglio
Leggendo le azioni del "Piano rom" presentato dalla sindaca Virginia Raggi il 31 maggio 2017, vediamo rafforzata sempre più la convinzione che se lo stesso resterà immutato, non potrà sicuramente portare a quei risultati auspicati in linea con quanto fissato dalla Strategia Nazionale per l'Inclusione dei rom. Il tentativo, andato fallito, di superamento del Camping River, conclusosi con lo sgombero forzato il 26 luglio 2018, l'impegno mai realizzato di iniziare la chiusura dell'insediamento di Castel Romano, il tortuoso percorso di chiusura dei "campi" di La Barbuta e Monachina, mostrano le debolezze di un "Piano rom" che nasce sulla mancanza di fiducia tra le due parti, si fonda su un approccio "rieducativo" e discriminatorio, definisce in maniera arbitraria obiettivi irraggiungibili, che non sembrano in alcun modo tener conto del contesto particolarmente deprivato in cui vivono da anni famiglie rom. Preoccupa, tra le prime azioni del 2019, la realizzazione di "centri di raccolta rom", sistema già ideato da Alemanno e smantellato da Mafia Capitale, che in barba al rispetto dei diritti umani, crea ghetti monoetnici che nulla hanno a che vedere con fenomeni di inclusione. Le conseguenze di questa politica che non offre risposte e non presenta discontinuità rispetto al passato è causa di malcontenti e tensioni che, laddove strumentalizzati, possa portare ad episodi simili a quelli registrati nei giorni scorsi a Torre Maura.  

A fronte di questa debolezza, generano ulteriore preoccupazione l'impennata degli sgomberi forzati, la militarizzazione degli insediamenti voluta per combattere la piaga dei roghi, le drammatiche conseguenze del c.d. "Decreto Salvini" che getterà nell'irregolarità circa 1.000 rom presenti negli insediamenti romani da almeno 30 anni. Secondo Associazione 21 luglio occorre un forte segnale di inversione di tendenza per evitare l'incancrenirsi, nelle periferie romane, di sacche di esclusione, di marginalità e di povertà ancora più gravi di quelle conosciute negli ultimi anni.

Dichiarazione di Elisa De Pieri, ricercatrice dell'ufficio regionale per l'Europa di Amnesty International
Le condizioni abitative di migliaia di rom in Italia sono una scandalosa violazione dei diritti umani cui nessuna amministrazione locale o nazionale si è presa la responsabilità di porre termine. Da molti anni mancano proposte legislative e politiche inclusive, accompagnate da risorse adeguate, che pongano rimedio alle condizioni di grave deprivazione socio-abitativa di questa comunità. Abbiamo documentato per quasi un decennio continui sgomberi forzati, segregazione abitativa in alloggi inadeguati e discriminazioni nell'accesso dei rom agli alloggi popolari, a Roma, ma anche a Milano e Napoli. È assolutamente necessario un cambio di passo per consentire a queste famiglie di accedere in condizioni di eguaglianza a un alloggio adeguato e non discriminatorio. Per questo abbiamo presentato un reclamo al Comitato europeo dei diritti sociali, che ci auguriamo chiami a rispondere le autorità italiane delle continue violazioni che i rom subiscono sul territorio. Ma ci auguriamo soprattutto che la pressione di questa procedura contribuisca a innescare un processo di ripensamento delle condizioni abitative dei rom, perché questi possano finalmente trovare risposte rispettose dei diritti alle proprie necessità abitative.


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Operation Smile: ogni 3 minuti nasce un bambino con la labiopalatoschisi

Malformazioni al volto, ogni 3 minuti nasce un bambino con la labiopalatoschisi

 

La Fondazione Operation Smile Italia Onlus lancia la campagna Sms Solidale "Dona una vita di Sorrisi". Sms e chiamate da rete fissa al numero solidale 45586 per garantire cure ai bambini nati con malformazioni cranio-maxillo-facciali. Iniziativa attiva dal 7 al 27 aprile.

 

Ogni 3 minuti nel mondo nasce un bambino che, a causa di malformazioni al volto come la labiopalatoschisi, può avere problemi di linguaggio, di alimentazione e, nei casi complessi, anche di respirazione. Garantire a questi piccoli pazienti le cure di cui hanno bisogno, spesso lunghe e complesse, è possibile, ma è necessario il coinvolgimento di diversi specialisti.

La Fondazione Operation Smile Italia Onlus, grazie all'impegno di medici ed operatori sanitari volontari, è attiva da quasi 20 anni nel trattamento di patologie congenite cranio-maxillo-facciali per ricostruire, fisicamente e psicologicamente, il sorriso di sempre più bambini. La Fondazione lancia la campagna sms solidale "Dona una vita di Sorrisi", finalizzata a sostenere e a potenziare, in Italia e all'estero, il trattamento di malformazioni come la labiopalatoschisi, comunemente nota come labbro leporino, che se non tempestivamente e adeguatamente curate, possono essere invalidanti.

 

La campagna sarà attiva dal 7 al 27 aprile: con un sms o una chiamata da rete fissa al numero solidale 45586 sarà possibile, attraverso una donazione di 2, 5 o 10 euro, contribuire a cambiare la vita di un bambino nato con malformazioni al volto.

 

La Fondazione Operation Smile Italia Onlus fa parte di un'organizzazione medica internazionale che fin dal 1982 cura gratuitamente bambini nati con malformazioni come la labiopalatoschisi, realizzando ogni anno decine di missioni mediche nel mondo e curando centinaia di migliaia di bambini. La Fondazione sostiene i programmi sanitari e le missioni mediche all'estero, e ha avviato e coordina in Italia due centri di cura multispecialistici per il trattamento delle patologie congenite cranio-maxillo-facciali – le Smile House di Milano e di Roma – garantendo ai pazienti e alle loro famiglie importanti servizi quali lo screening prenatale, l'assistenza alla nascita, cure pre-chirurgiche e chirurgiche, consulenza nell'allattamento, trattamenti ortodontici, assistenza logopedica e psicologica.

 

Nel mondo un neonato ogni mille nasce con la labiopalatoschisi, mentre in Italia si registrano ogni anno circa 600 nuovi casi di queste patologie. In particolare, nel nostro Paese, un bambino su 800 circa viene alla luce affetto da labiopalatoschisi.  Nei Centri Smile House di Roma e Milano nel corso degli ultimi 18 mesi sono state visitate oltre 5mila persone, effettuate oltre 9mila consulenze multidisciplinari e operati oltre 300 pazienti.  Numeri che spingono la Fondazione Operation Smile Italia Onlus ad intensificare le attività, al fine di curare, anche grazie al supporto di contributi solidali, un numero sempre maggiore di bambini sia in Italia che all'estero.

Tra i Paesi sostenuti da Operation Smile in Africa, c'è anche il Malawi, che sarà meta a giugno di quest'anno, di una missione internazionale finalizzata a curare il maggior numero possibile di bambini e adulti colpiti da queste patologie. In Malawi, infatti, si stima la presenza di quasi 2500 persone affette da palatoschisi, labiopalatoschisi o labioschisi, cui si aggiungono ogni anno 700 nuovi casi; numeri che il sistema sanitario locale non riesce a fronteggiare, avendo a disposizione appena 4 chirurghi locali in grado di gestire queste patologie. Negli ultimi sei anni, in questo Paese Operation Smile ha garantito cure chirurgiche ad oltre 900 persone, ma c'è ancora molto da fare.

 

La campagna sms solidale "Dona una vita di Sorrisi" ha proprio l'obiettivo di aiutare la Fondazione a curare e a migliorare la vita di un numero sempre maggiore di persone, in particolare in Italia ed in Africa: #unsorrisoallavolta.

 

 

Hashtag Campagna Sms Solidale: #unsorrisoallavolta

Per info su Fondazione Operation Smile Italia Onlus: OperationSmile .it

 

Campagna Sms Solidale "Dona una vita di sorrisi"

Periodo: 7 – 27 aprile

Numero Solidale: 45586

 

Donazioni:

- 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari Wind Tre, TIM, Vodafone, PosteMobile, Iliad, Coop Voce e Tiscali;

- 5 euro per le chiamate da rete fissa TWT, Convergenze e PosteMobile;

- 5 o 10 euro da rete fissa Tim, Vodafone, Wind Tre, Fastweb e Tiscali.

 

Operation SmileOperation Smile, costituita nel 1982 negli Stati Uniti, è oggi considerata una delle più grandi Organizzazioni Non Profit su base volontaristica per la cura di queste patologie. Operation Smile riunisce migliaia di volontari del settore sanitario, svolge missioni mediche, forma il personale sanitario locale dei Paesi in cui opera, dona attrezzature sanitarie indispensabili per garantire cure chirurgiche gratuite, tempestive e sicure ai pazienti nati con malformazioni al volto all'interno delle proprie comunità.

 

Gli obiettivi principali di Operation Smile:

- garantire ad ogni persona nata con una malformazione al volto l'accesso gratuito a cure chirurgiche sicure e di qualità in tutto il mondo;

- promuovere lo sviluppo dell'autosufficienza medica a livello locale nei Paesi in cui opera;

- assicurare cure continuative tutto l'anno, grazie ai Centri di Cura presenti nel mondo;

- condurre ricerche per identificare le cause che determinano la labiopalatoschisi e per consentire la sua prevenzione.

 

Il bisogno:

- è stimato che nel mondo ogni 3 minuti nasce un bambino nel mondo con una schisi [1];

- il dato di incidenza, a livello mondiale, di tutte le varie forme di labiopalatoschisi, incluse le palatoschisi e le labioschisi isolate, è di circa 1 neonato ogni 1000 [2], mentre in Europa è di circa 1 neonato ogni 500-700 [3]

- In Italia vengono registrati 600 nuovi casi ogni anno.

 

Fonti:

[1]Peterson-Falzone SJ, Hardin-Jones MA, Karnell MP. Cleft palate speech. 3rd ed. St. Louis, Mo: Mosby; 2001

[2]World Health Organization 2018 

[3]World Health Organization 2018. Il dato varia in relazione ai gruppi etnici e alle aree geografiche.

 

 

Fondazione Operation Smile Italia Onlus – Nata in Italia nel 2000, la Fondazione Operation Smile Italia Onlus fa parte di un'organizzazione internazionale formata da volontari medici, infermieri ed altri operatori sanitari provenienti da oltre 80 Paesi del mondo che realizzano gratuitamente interventi di chirurgia plastica ricostruttiva per correggere malformazioni cranio-facciali, quali il labbro leporino, la palatoschisi e la labiopalatoschisi. La Fondazione è attiva in Italia con i progetti "Smile House", "Un Mare di Sorrisi", in collaborazione con la Marina Militare, e "World Care Program".

Per approfondimenti è possibile seguire la onlus su Facebook (@operationsmileitaliaonlus), Twitter (@OpSmileITA) ed Instagram (@operationsmileitaliaonlus).

 

 

Le Smile House – Il progetto Smile House nasce dall'esigenza di seguire con un approccio multidisciplinare, anche in Italia, il trattamento delle malformazioni al volto, ed in particolare la labiopalatoschisi, attraverso il coinvolgimento di un team di specialisti che valutino insieme i bisogni del paziente e il percorso di cure da seguire in relazione alla patologia. Gli specialisti coinvolti sono chirurghi plastici e maxillo-facciali, anestesisti, pediatri, odontoiatri, ortodontisti, otorinolaringoiatri, infermieri, logopedisti e psicologi. I membri del team prendono in carico il paziente e la sua famiglia in un percorso che inizia durante l'epoca gestazionale con la diagnosi prenatale e dura fino al termine delle cure necessarie.

Nel settembre 2011, all'Ospedale San Paolo di Milano, grazie ad un protocollo d'intesa firmato tra la Fondazione Operation Smile Italia Onlus e l'Azienda Ospedaliera, è stato inaugurato il primo Centro di Cura multispecialistico di Operation Smile in Europa, la Smile House di Milano, per il trattamento delle malformazioni congenite cranio-maxillo-facciali. Il Centro di Cura è coordinato dal dottor Luca Autelitano.

Dopo la firma, il 14 marzo 2017, di un protocollo d'intesa tra la Regione Lazio, la ASL Roma 1 e la Fondazione Operation Smile Italia Onlus, il 15 dicembre 2017 è stata avviata l'attività chirurgica e ambulatoriale anche nella Smile House di Roma, presso l'Ospedale San Filippo Neri. Il Centro di Cura è coordinato dal dottor Domenico Scopelliti.

 

Dati attività Smile House Milano da luglio 2017 a dicembre 2018

- 244 nuovi pazienti.

- 4.597 pazienti visitati.

- 241 pazienti operati.

- 8.529 consulenze multidisciplinari erogate.

 

Dati attività Smile House Roma da dicembre 2017 a dicembre 2018

- 81 nuovi pazienti.

- 731 pazienti visitati.

- 63 pazienti operati.

- 1.053 consulenze multidisciplinari erogate.

 

 

Missione in Malawi – Operation Smile è presente in Malawi dal 2012 e da allora ha effettuato interventi chirurgici gratuiti a circa un migliaio di pazienti. Inoltre, al fine di portare un miglioramento generale alle condizioni medico-sanitarie nel Paese, abbiamo formato oltre 400 operatori sanitari specializzati in varie discipline.

Il Malawi è uno dei Paesi meno sviluppati e più densamente popolati del mondo. A causa di una grave carenza di professionisti del settore medico non è in grado di fornire, ai pazienti con labioschisi e palatoschisi, la chirurgia e le cure di cui hanno bisogno. Secondo le nostre stime, in Malawi sono circa 2.400 i bambini e gli adulti che vivono con una schisi non trattata, e circa 700 nuovi casi si aggiungono ogni anno. Con solo quattro chirurghi in grado di eseguire questo tipo di intervento in tutto il Paese, l'accesso alla cura è attualmente molto limitato.

L'obiettivo di Operation Smile è quello di avere un "Malawi Senza Schisi" operando, entro i prossimi 5 anni, tutte le persone in attesa di un intervento chirurgico. Crediamo fermamente che una collaborazione di Operation Smile con il Ministero della Salute, le ONG e altri partner locali possa portare ad un migliore accesso alla cura in tutto il Paese.

Elementi chiave per creare un "Malawi Senza Schisi" sono l'individuazione e la gestione dei pazienti, programmi di educazione alla nutrizione, formazione di personale locale e incremento del numero degli interventi chirurgici.



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sabato 6 aprile 2019

Marketing: Il Fulham FC sceglie Lexmark per la sua flotta di stampanti

Il Fulham FC sceglie Lexmark per la sua flotta di stampanti

Affidabilità e stabilità gli elementi che hanno determinato la scelta
della prestigiosa squadra di calcio inglese

Milano, aprile 2019  Lexmark International, Inc., leader globale nelle soluzioni di imaging, annuncia che il club calcistico della Premier League inglese Fulham FC ha scelto Lexmark per la realizzazione di un'infrastruttura di stampa affidabile volta a ridurre i costimigliorare la sicurezza ediminuire l'impatto ambientale.

Il reparto amministrativo del Fulham, infatti, vede un significativo incremento nella domanda di stampe ogni due settimane quando lo stadio della squadra  il noto Craven Cottage – ospita fino a 25.700 fan. Al fine di produrre tutti i materialiil personale faceva affidamento su una gamma di stampanti obsolete di brand differenti, distribuite su tre diverse location, i cui costi di manutenzione stavano diventando troppo elevati.  

Il Fulham si è quindi rivolto a Workflow Group, business solution partner di Lexmark, che dopo un'analisi dettagliatahproposto una soluzione di stampa gestita pensata per stabilizzare l'ambiente e offrire l'affidabilità richiesta.

"La nostra flotta di stampanti ci creava svariati problemi: i continui malfunzionamenti ci avevano fatto perdere la fiducia nella tecnologia di stampa. Lexmark ci ha fatto cambiare ideae oggi crediamo nella stabilità e affidabilità di una soluzione di stampa gestita", ha commentato Arturs Banks, IT Infrastructure di Fulham FC.

La nuova flotta di device Lexmark è composta da 27multifunzione a colori (MFP) 18 desktop printer a colori nei formati A3 e A4. L'installazione è stata rapidaun giorno per sitomantenendo il disturbo al minimo

La nuova flotta offre al club dispositivi robusti e modernicon controlli touchscreen e molte opzioni di stampaLa soluzione ha ridotto i costi attraverso la diminuzione del volume distampe a colori e lo spreco di carta, a supporto delle policy ambientali del Fulham. 

Lexmark

Lexmark crea soluzioni e tecnologie di imaging che aiutano i clienti in tutto il mondo a stampare, proteggere e gestire le informazioni in maniera semplice, efficiente e con un valore senza precedenti. 



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