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lunedì 31 agosto 2015

La Scuola italiana di pesca a mosca inaugura a Castel di Sangro (Aq) la prima piazzola per pescatori con disabilità


A CASTEL DI SANGRO LA PRIMA PIAZZOLA PER PESCATORI CON DISABILITÀ.

È stato inaugurato con un corso di apprendimento il primo spazio riservato a pescatori a mosca in carrozzina.

Castel di Sangro, 31 agosto 2015 – Otto partecipanti abruzzesi, tra cui un ipovedente,  hanno preso parte il 22 agosto 2015 al primo Corso di pesca a mosca per persone con disabilità organizzato dalla S.I.M. in collaborazione con la Onlus Caccia Grossa. 

Nell'ambito del progetto transnazionale "Transumanze" promosso dal GAL Abruzzo Italico Alto Sangro, infatti, è stato avviato un programma di inclusione sociale e di conoscenza delle meraviglie dell'ambiente fluviale e dei pesci e degli insetti che lo abitano, rivolto sia ai bambini e ragazzi dai 6 ai 16 anni, sia a persone con disabilità anche motorie.

In collaborazione con l'associazione Pescasportivi Sangro e grazie al contributo finanziario del PSR 2007-2013 PSL GAL Abruzzo Italico Alto Sangro, a Castel di Sangro è stata realizzata e inaugurata, in corrispondenza del Ponte della Maddalena, una piazzola per la pesca a mosca no-kill riservata a pescatori in carrozzina.

La piazzola ha un impatto ambientale nullo, è a disposizione durante la stagione di pesca ed è associata a due posti auto nei pressi dell'area. «Il progetto futuro delle due associazioni – spiega Osvaldo Galizia, presidente dell'associazione S.I.M. (Scuola italiana di pesca a mosca) – è realizzare per il prossimo anno altre piazzole di pesca in tratti del fiume Sangro dove si possa anche pescare con altre tecniche come spinning, fondo e mezzofondo, per dar modo davvero a tutti di coltivare la propria passione e l'hobby della pesca».

Al termine del corso, interamente gratuito, gli 8 partecipanti hanno potuto battezzare con un nome e conservare in ricordo la mosca artificiale che hanno costruito durante la manifestazione grazie all'aiuto degli istruttori S.I.M. Oltre a gadget come magliette, spille e capellini, hanno ricevuto in dono il manuale entomologico edito dalla Fly Line su cui è stato insegnato loro a riconoscere gli insetti acquatici raccolti nel fiume Sangro.

Diciotto sono stati i giovanissimi e le giovanissime che, nell'VIII Corso Juniores, hanno imparato a effettuare ottimi lanci con la canna da pesca a mosca, sempre con il supporto degli istruttori Sim, confermando che non occorre forza fisica per praticare questo sport ambientalista bensì una buona applicazione tecnica e un buon insegnamento. Anche gli juniores hanno raccolto e classificato degli insetti, aiutandosi con il manuale della Sim che è stato lasciato loro in dono, conservandone alcuni in boccette di vetro contenenti una soluzione di alcool.

Informazioni e aggiornamenti su www.simfly.it.

domenica 30 agosto 2015

Disabili in carrozzella. Vita indipendente e una bambina normalmente bipede

Firenze, 30 agosto 2015. "Babbo, ma quanta gente invalida in carrozzella c'e' qui...". E' quanto ha detto una bambina di nove anni, mia figlia, un paio di settimane fa, camminando a Toronto (Canada). Per le strade, nei grandi e nei piccoli negozi, sulle passeggiate lungo il lago Ontario, entrando in un edificio pubblico o privato, in un albergo quanto in un museo o in un ristorante, facendo la fila e salendo (in ascensore) i 550 metri e rotti della Cn Tower, visitando il mega acquario, vedendo la folla ordinata che si recava a piedi allo stadio per una partita dei paladini locali di baseball, Blue Jays, o vedendo uno spettacolo di delfini in un parco giochi aquatico. Insomma, ovunque. Ai bipedi abituali si affiancavano di frequente persone in carrozzella, delle piu' varie, attrezzate con motori o senza, dalle forme piu' strane e coi metodi piu' strani per facilitarne l'uso rispetto a quelle che ogni tanto vediamo "qui da noi", personalizzate o di serie, singole o in gruppo con bipedi e/o altre carrozzelle.
La bimba, dopo la domanda/constatazione, mi guardava e aspettava una risposta. "Anche 'da noi' ci sono tante persone in carrozzella, solo che le vedi meno. Escono meno perche' devono quasi sempre essere accompagnate da bipedi abili che li aiutano a superare le barriere frequenti che si trovano davanti, scalini e spazi angusti in cui passare. Non e' che 'da noi' non ci sono in assoluto possibilita' perche' i disabili in carrozzella possano muoversi, ma -quando ci sono- spesso hanno bisogno di aiuto da parte dei bipedi, anche solo per trovare dove sono gli ascensori alternativi alle scale o agli ascensori troppo piccoli in un edificio pubblico, dove talvolta devono anche chiamare uno specifico addetto che azioni il meccanismo per superare la barriera/ostacolo. 'Qui' in Canada la mobilita' delle persone in carrozzella e' piu' tangibile, di facile e immediato usufrutto, e soprattutto indipendente, quando c'e' un ostacolo c'e' sempre, accanto e visibile, l'alternativa a superarlo, e quasi sempre non hanno bisogno di una persona bipede che gli dia una mano".
Bambina: "e perche' in Canada e' cosi' e 'da noi' no?". "Perche' 'qui' c'e' una maggiore sensibilita' per i diritti delle persone disabili, sentite e vissute come uguali a chiunque altro. Grazie anche al fatto che 'qui' sono tutti edifici moderni e vengono costruiti fin dall'inizio con gli accessi per le carrozzelle; mentre 'da noi' ci sono molti edifici vecchi costruiti quando dei disabili ci si vergognava, con spazi limitati e angusti, e adattarli anche alle carrozzelle comporta un certo impegno economico e di disponbilita' a pensare ad un mondo uguale per tutti che, nonostante le leggi grossomodo ci siano, chi deve adattarli non lo fa, e spesso questi inadempienti non vengono richiamati al loro dovere da chi dovrebbe farlo e non pagano le multe per questo".
Arrivati poi a New York, dove la situazione per i disabili in carrozzella e' simile, la bambina non mi ha piu' chiesto il perche' ma, come aveva gia' fatto dopo un po' a Toronto, cercava sempre di usare i sistemi di superamento delle barriere, un gioco che difficilmente avrebbe potuto ripetere 'da noi'.

Vincenzo Donvito, presidente Aduc


giovedì 27 agosto 2015

Profughi siriani: Save the Children simula emergenza vicino Londra per sensibilizzare i cittadini europei sul dramma di chi fugge dalla guerra


Sono 4 mila al giorno i rifugiati siriani che dall’inizio dell’anno sono scappati dal loro paese per sottrarsi al conflitto, di cui la metà sono bambini. L’esodo dalla Siria quest’estate ha scatenato una crisi globale dei rifugiati, con la Grecia che sta vivendo un afflusso di profughi cresciuto del 750% rispetto allo scorso anno, due terzi dei quali provenienti dalla Siria. Per sensibilizzare in particolare la popolazione europea sulle motivazioni che spingono i profughi siriani a cercare pace e futuro per i loro figli fuggendo dalle terribili privazioni della guerra, Save the Children ha realizzato un video candid-camera in Inghilterra, nella contea del Surrey, sobborgo di Londra, che rivela come i cittadini reagiscono alle violazioni dei diritti umani nel loro stesso territorio, alcuni dei quali addirittura mettendo a rischio la propria incolumità.
Le telecamere nascoste documentano in modo forte e diretto la reazione della gente ad una serie di emergenze, inimmaginabili nel Regno Unito, ma attuali in Siria: i servizi di base sono stati temporaneamente sospesi dando agli abitanti del Surrey l’impressione di non avere improvvisamente più accesso a cibo, scuola e servizi sanitari.
 Il cortometraggio, che ha usato attori professionisti per simulare l’emergenza, cattura in tempo reale le reazioni della gente che resta inorridita e arrabbiata nello scoprire che le scuole erano chiuse, gli scaffali nei negozi vuoti o un’ambulanza bloccata ad un falso ‘check-point’.
In Siria, oltre 11 milioni di persone sono dovute fuggire dalle proprie case e 420mila vivono sotto assedio all’interno del paese. Alcune comunità sono prive di beni essenziali e le famiglie non hanno cibo per sopravvivere. Quelli che provano a cercare aiuti nelle città sotto assedio rischiano la vita. 
 Quando questi scenari sono stati vissuti dai cittadini del Surrey, è sembrato inaccettabile e alcuni hanno messo a rischio la propria sicurezza per garantire i diritti dei propri figli e della comunità. Ma il fatto che non accade qui non significa che non accada altrove, come ogni giorno in Siria. 
 “Una piccola parte dei rifugiati siriani ce la fa ad arrivare in Europa. I più poveri, i malati e gli anziani restano sotto assedio, intrappolati senza cibo e medicine,” commenta Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
 “Nonostante la generosità della comunità internazionale, le risorse per assistere milioni di rifugiati si stanno prosciugando, e le famiglie sono costrette ad affrontare una scelta estrema: tornare nelle zone di conflitto o rischiare di annegare nel tentativo di raggiungere l’Europa. Se il cittadino medio europeo non sopporta per un solo giorno di essere privato di cibo, servizi sanitari e scuola, perché dovrebbero farlo le famiglie siriane sotto le bombe da 3 anni?”
“Chiediamo che gli aiuti possano raggiungere subito i 12 milioni di siriani disperati, inclusi circa 6 milioni di bambini: l’ONU deve utilizzare tutto il suo peso per negoziare la possibilità di accesso degli aiuti. Gli assedi devono avere fine insieme ai blocchi per gli  aiuti umanitari, le frontiere con i paesi confinati devono rimanere aperte e i paesi ricchi, in primis quelli europei, devono accogliere una quota maggiore di rifugiati in disperato bisogno di salvezza e futuro.”  

Cardinal Bertone Al Salone del libro con "La fede e il bene comune"

Il volume è articolato in due parti, riconducibili a due tematiche principali: la prima affronta soprattutto le questioni sociali, economiche e politiche dei nostri giorni; nella seconda prevalgono temi di taglio più dottrinale.
Tarcisio Bertone
Testo integrale dell’articolo apparso su Vatican.insider.lastampa.it del 15 maggio 2015.
Al Salone l’ultimo libro del cardinal Bertone. Si intitola «La fede e il bene comune. Offerta cristiana alla società contemporanea», è pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana ed è stato presentato venerdì 15 maggio, alle ore 17.
“Solo se condivideremo le prospettive e le domande del nostro tempo potremo comprendere la Parola di Dio come rivolta a noi nel presente. (…) La Chiesa è parte del mondo e perciò essa può svolgere adeguatamente il suo servizio solo prendendosi cura complessivamente del mondo”. Sono alcuni passaggi della speciale lettera che il Papa emerito Benedetto XVI ha scritto al cardinale Tarcisio Bertone, già segretario di Stato, e che fa da introduzione al suo nuovo volume La fede e il bene comune. Offerta cristiana alla società contemporanea, pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana. Curato da Fabio Pisani, esso presenta una raccolta di discorsi pronunciati dal porporato in occasioni diverse: prolusioni all’università per l’apertura dell’anno accademico, interventi tenuti in occasione di conferenze e di lectio magistralis.
Il volume è stato presentato a Torino, al Salone internazionale del Libro (ore 17, Spazio Incontri), dal cardinale Bertone insieme a Riccardo Ghidella, presidente regionale dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti Piemonte, Vincenzo Buonomo, ordinario di diritto internazionale e direttore del Corso di laurea in Giurisprudenza della Pontificia Università Lateranense, moderati dal giornalista Carlo Di Cicco, già vicedirettore de L’Osservatore Romano. Sarà presente il curatore dell’opera, Fabio Pisani.
“Nella varietà delle tematiche affrontate – ha osservato il curatore nell’introduzione –, si notano alcuni tratti comuni che legano i numerosi interventi. Sicuramente emerge in più occasioni la figura del Card. Bertone Salesiano, impegnato ad offrire insegnamenti utili, pronto ad indicare modi di essere e di vivere e a definire lo spirito che deve animare le azioni dell’uomo. Per questo l’attenzione è molto spesso rivolta all’aspetto normativo più che al problema. Del resto è sempre presente un richiamo ripetuto, più o meno esplicito, all’impegno responsabile da parte di tutti ed in particolare da parte degli uomini di fede e delle istituzioni ecclesiastiche per il raggiungimento del bene comune e la promozione della dignità umana. Nelle parole dell’autore, una strada sembra essere sempre possibile, non per incauto ottimismo, ma per la convinzione che esiste la soluzione; non viene mai meno nei toni la speranza, la spe salvi”.
Il volume è articolato in due parti, riconducibili a due tematiche principali: la prima affronta soprattutto le questioni sociali, economiche e politiche dei nostri giorni; nella seconda prevalgono temi di taglio più dottrinale. Sette le sezioni in cui è suddiviso: La lettera enciclica “Caritas in veritate” di Benedetto XVI; Responsabilità e impegno in ambito civile; Responsabilità e impegno in ambito politico; Fede, ragione e scienza; Il ruolo delle università cattoliche; Riflessioni sulla Chiesa; La cultura della vita. Conclude il libro un’appendice con tre discorsi scelti dal cardinale Bertone: due sulla famiglia e l’intervento tenuto alla presentazione del volume che raccoglie le prolusioni del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, a sottolineare “l’armonia e la concorde azione pastorale della Chiesa universale e della Chiesa italiana per il bene comune delle persone e della società”, scrive in una premessa all’appendice lo stesso cardinale Bertone.
Questa pubblicazione fa seguito a La Diplomazia Pontificia in un mondo globalizzato (LEV 2013), nella quale erano raccolti interventi del cardinale incentrati principalmente sul ruolo della diplomazia vaticana.

mercoledì 26 agosto 2015

EXPO e STARTUP: premiati da UNIDO e CNR 5 progetti per i Paesi in via di sviluppo

Il futuro dell'agricoltura in 5 progetti innovativi
premiati a EXPO da UNIDO e CNR

 

Dalla gestione dei micro-allevamenti nell'Africa sub-sahariana all'utilizzo delle potenzialità nascoste dei fichi d'India, cinque progetti di startup, aziende e centri di ricerche vengono premiati in occasione del "Sustainable Technologies and Cooperation in Food and Agriculture & UNIDO International Award 2015"

Oggi le presentazioni dei progetti e le premiazione alle ore 17.00
presso l'Auditorium di Cascina Triulza



Milano, 26 agosto 2015 – L'innovazione nell'utilizzo delle risorse agricole è protagonista oggi all'Auditorium di Cascina Triulza: alle ore 17.00  verranno premiati 5 progetti per il settore agricolo che potranno condurre ad effetti migliorativi sul piano economico e sociale nei Paesi in Via di Sviluppo.

La premiazione si svolgerà nell'ambito dell'evento "Sustainable Technologies and Cooperation in Food and Agriculture & UNIDO International Award 2015", organizzato dalla Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed UNIDO Italia.

Durante la premiazione ai vincitori verrà data la possibilità di presentare i propri progetti alla presenza del Dott. Giuseppe Sala, Commissario Unico Delegato del Governo di EXPO, del Dott. Francesco Loreto, Direttore Scienze Bio Agroalimentari del Consiglio Nazionale delle Ricerche, della Dott.ssa Diana Battaggia, Direttore UNIDO ITPO Italy,  del Dott. Gennaro Monacelli, Capo Innovazione CNH Industrial e del Dott. Cristiano Maggipinto, Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. 

I progetti dei vincitori 

Le proposte provenienti da centri di ricerca, start-up e aziende riguardano settori di interesse quali e riduzione degli sprechi alimentari.

FOODWA – Solwa srl (Italia)

Sistema innovativo ed autonomo ad energia solare per l'essiccamento di biomasse alimentari (frutta, verdura, pesce e carne) al fine di migliorare la loro conservazione in un'ottica di commercializzazione o estrazione di olii essenziali utili all'industria chimica e cosmetica. Foodwa è in grado di essiccare in maniera sicura, igienica e veloce i prodotti destinati al consumo umano o industriale.

Jellyfish Barge – Pnat srl (Italia)

Sistema in grado di produrre alimenti senza il consumo del suolo, di acqua dolce e di energia chimica. Si tratta di una serra modulare galleggiante al cui interno un sistema di coltivazione idroponica garantisce un risparmio del 70% di acqua rispetto alle colture tradizionali grazie al riciclo dell'acqua. Inoltre, grazie all'energia solare, la serra è anche in grado di produrre acqua pulita (fino a 150 litri al giorno) da acqua salata, salmastra o inquinata. L'energia che fa funzionare Jellyfish è fornita da pannelli fotovoltaici, mini turbine eoliche e un sistema che sfrutta il moto ondoso per produrre elettricità.

Burundi Smallholders's Livestock Network BUSLIN– André Ndereyimana – Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (Burundi/Italia)

In molti paesi dell'Africa sub-sahariana circa il 70% della popolazione soffre di malnutrizione e sottoalimentazione, e di questo circa l'85% non ha accesso a proteine facilmente assimilabili, ovvero quelle di origine animale. La startup BUSLIN ha sviluppato un'innovazione gestionale per la catena agroalimentare, specializzandosi nella produzione e commercializzazione degli alimenti di origine animale tramite una rete capillare di produttori familiari rurali e peri-urbani. In misura proporzionale alle capacità ed alle risorse proprie, ogni famiglia si impegna ad allevare animali seguendo le prassi della start-up, la quale assume a sua volta il rischio sul capitale investito e garantisce assistenza tecnico-finanziaria.

Cattle Mettle – Nikhil Bohra – Krimanshi Technologies Private Limited (India)

Il progetto ha l'obiettivo di sviluppare una linea di produzione e fornitura di mangime di qualità, accessibile e a basso costo per l'allevamento dei bovini, parte integrante dell'economia rurale in molti paesi. Il foraggio individuato si basa sul prodotto dell'albero Mesquite (Prosopis juliflora), considerato una specie invasiva e diffuso in India come in molti altri Paesi in via di sviluppo, anche semiaridi.

Rosa Palmeri – Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente – Università di Catania

Valorizzazione dei frutti di fico d'india (Opuntia ficus indica L. Miller) per una produzione eco-sostenibile e di qualità.

Alla base del progetto vi è la considerazione che la cactacea sicuramente più conosciuta, diffusa e apprezzata nel mondo, il fico d'india, non sia sufficientemente sfruttata per le reali potenzialità dei suoi frutti (sia la polpa che i sottoprodotti derivanti, semi e bucce per uso umano ed animale). Il processo di lavorazione innovativo proposto è composto da semplici operazioni unitarie che permettono di avere un prodotto nutriente che rispetto al frutto fresco, altamente deperibile, possa conservare tutte le caratteristiche originarie ed avere una shelf life di oltre 12 mesi senza bisogno di frigo conservazione in modo da allungarne la disponibilità sul mercato a tutto l'anno.


venerdì 21 agosto 2015

Tratta, Save the Children: dal 2012 al 2015 quasi 1.700 vittime tra cui un numero significativo di minori, soprattutto nigeriane


Rilevante anche lo sfruttamento  lavorativo, sessuale e in attività illegali di minori migranti: gli egiziani i più colpiti, documenta il dossier 2015 di Save the Children “Piccoli Schiavi Invisibili”
Circa 200 vittime di tratta sostenute da Save the Children con il progetto “Vie d’Uscita”

La tratta e sfruttamento[1] anche di bambini e adolescenti  si conferma un fenomeno persistente e feroce che colpisce soprattutto i minori migranti: in particolare le ragazze nigeriane sono il gruppo maggiormente coinvolto nella tratta mentre gli adolescenti egiziani sono tra i più esposti allo sfruttamento lavorativo.
Dal 2012 ad oggi sono 1.679 le vittime accertate di tratta in Italia, delle quali una quota significativa è costituita da minori. In particolare dal 2013 al 22 giugno 2015 sono 130 i minori vittime di tratta inseriti in progetti di protezione[2]: la Nigeria il principale paese di provenienza, seguita da Romania, Marocco, Ghana, Senegal e Albania. Le giovani vittime sono forzate soprattutto a prostituirsi e sfruttate sessualmente ma si rilevano anche altre forme di tratta e sfruttamento, quale quello in attività illegali, in particolare fra le adolescenti di origine rom e rumena, in associazione, spesso, a matrimoni precoci, e lo sfruttamento lavorativo fra i minori migranti, in particolare egiziani. Tra i minori vulnerabili e a rischio anche  i minori afgani ed eritrei in transito nel nostro paese. Sono 7.357 i minori migranti arrivati in Italia via mare da soli dall’inizio dell’anno[3].

Sono alcune delle principali evidenze del Dossier 2015 “Piccoli schiavi invisibili – Le giovani vittime di tratta e sfruttamento” di Save the Children - l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini e tutelarne i diritti - diffuso oggi alla vigilia della Giornata Onu in ricordo della schiavitù e della sua abolizione (il 23 agosto, ndr).
“La tratta e lo sfruttamento di bambini e adolescenti rappresenta uno dei risvolti più drammatici dei fenomeni migratori e nel momento in cui l’Italia e l’Europa sono chiamate a prendere decisioni chiave per le sorti di tanti  migranti in arrivo, ricordiamoci che, fra di essi, ci sono centinaia di minori inseriti in circuiti di feroce sfruttamento o che rischiano di caderci e che quindi dobbiamo riuscire a intercettare, accogliere e proteggere adeguatamente, assicurando loro anche percorsi di scolarizzazione ed integrazione che diano un’alternativa al lavoro sfruttato”, dichiara Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di  Save the Children.

Il feroce assoggettamento delle ragazze nigeriane
300 i minori nigeriani arrivati da soli via mare in Italia nel primo semestre del 2015[4]. Un numero consistente sono ragazze e “presumiamo che la maggior parte siano vittime di tratta”, prosegue Carlotta Bellini.
Giungono nel nostro paese prevalentemente via terra, transitando da Niger,  Libia e attraversando poi il Mediterraneo. A convincerle con l’abbaglio di grandi guadagni e il sogno di diventare parrucchiere, modelle o lavorare come babysitter o commesse sono  spesso un uomo o una donna chiamati  “sponsor” o “trolley” che le accompagnano fino al paese di destinazione oppure ne organizzano i passaggi di paese in paese. Il loro sfruttamento inizia prestissimo, sin dal transito in Niger, dove vengono forzate alla prostituzione indoor. Raggiunta la Libia vengono rinchiuse in guest house dove ugualmente sono costrette a prostituirsi, per mesi,  prima della partenza per l’Italia.Qui, per coloro che arrivano via mare, la tappa successiva è solitamente Napoli, dove avviene la compravendita delle ragazze che non hanno già una destinazione prefissata. Per coloro che giungono in aereo invece la meta è solitamente Torino. Le ragazze vengono quindi consegnate a una sfruttatrice nigeriana in loco, la mamam, che da questo momento in poi gestirà le loro vite, stabilendo quando e dove debbano prostituirsi per ripagare il debito contratto dalle famiglie per il loro viaggio e  “lavoro”: una cifra fra 30 e 60 mila euro, che vincola le ragazze a prostituirsi per 3-7 anni e a lavorare a ritmi intensissimi e per pochi euro (circa 20 euro a prestazione). Le ragazze sono inoltre costrette a pagare  tutte le utenze domestiche e perfino l’ “affitto” periodico del marciapiede in cui si prostituiscono – circa 100/250 euro. A rafforzare il controllo, non solo materiale ma anche psicologico, vengono utilizzati rituali vodoo che suggellano e consolidano la relazione di sottomissione e l’accordo di “restituzione” del debito. Se le ragazze si ribellano può essere la stessa maman  a usare violenza fisica e psicologica nei loro confronti, oppure il suo fidanzato.

“Lo sfruttamento e le costrizioni a cui sono sottoposte queste adolescenti sono talmente intense da rendere difficilissima la loro uscita dal circuito della tratta”, sottolinea
Carlotta Bellini, Responsabile Protezione Minori Save the Children Italia. “E’ necessario quindi rafforzare la rete delle case di fuga che sono uno degli strumenti principali del nostro sistema di protezione e assistenza  alle vittime di tratta, garantendo la loro dislocazione su tutto il territorio nazionale con dei posti sempre disponibili, per rispondere immediatamente alla richiesta di una ragazza di  uscire dallo sfruttamento. Bisogna poi stroncare il traffico nei paesi di origine, con un lavoro interforze, e in Italia intensificare il contrasto all’intero sistema di sfruttamento, inclusi i clienti, anche attraverso le unità di strada. E’ quindi di assoluta necessità l’adozione del Piano Nazionale d’Azione contro la tratta di esseri umani  per un coordinamento e programmazione di tutti gli interventi, che includa fondi specifici per il supporto ai minori vittime di tratta”.

Come Save the Children”, spiega ancora Carlotta Bellini, “operiamo dal 2012 con il progetto Vie d’Uscita, in cooperazione con istituzioni,  altre associazioni e il supporto delle Profumerie La Gardenia, Profumerie Limoni e più di recente di L’Orèal,  grazie al quale abbiamo raggiunto con le unità di strada e supportato 200 ragazze nel primo semestre del 2015”.


Oltre alla minori nigeriane, documenta il dossier 2015 Piccoli Schiavi Invisibili di Save the Children,  vittime di sfruttamento sessuale nel nostro Paese sono anche molte ragazze dell’Est: soprattutto adolescenti tra i 16 e i 17 anni, provenienti da contesti molto poveri e marginali di paesi quali Romania, Albania, Bulgaria, Moldavia, adescate da conoscenti o giovani uomini che le portano in Italia con la promessa di un lavoro da parrucchiera o da baby sitter   per poi obbligarle  a prostituirsi, sia in strada che al chiuso, in appartamenti o night club.

E dell’Est, prevalentemente rumene, sono le adolescenti – tra cui anche ragazze italiane di origine rom – spostate dai loro paesi  in Italia per essere sfruttate in borseggi e furti in appartamento. Uno sfruttamento spesso collegato al matrimonio precoce forzato, dopo il qualevengono obbligate a compiere attività illegali per restituire ai suoceri il debito contratto per il loro “acquisto” che può variare dai 5 ai 50 mila euro.
Lo sfruttamento lavorativo dei minori egiziani non accompagnati
E vittime di sfruttamento, soprattutto lavorativo, sono anche altri gruppi di migranti quali gli egiziani, il cui numero – in diminuzione nei primi mesi del 2015 (143 giunti al 30 giugno, a fronte di 885 nello steso periodo del 2014)-  sta registrando nuovamente una crescita, con quasi 400 approdati via mare tra giugno e agosto:  “un campanello d’allarme che non dobbiamo sottovalutare”, spiega ancora Carlotta Bellini.

Povertà e carenza di opportunità lavorative nel loro paese sono i principali fattori che spingono i minori egiziani a venire in Italia, con le famiglie che si sobbarcano un debito di viaggio con i trafficanti compreso fra i 2.000 e i 5.000 euro e che i ragazzi dovranno quindi ripagare con il loro lavoro.
A rischio di vita e sotto il controllo dei trafficanti, affrontano il viaggio in mare, partendo o da Alessandria o dalla Libia, dove vengono condotti anche con pulmini. Una volta approdati in Italia vengono collocati in strutture di accoglienza da cui però solitamente scappano per raggiungere Roma, o altre città del nord come Torino o Milano, dove loro stessi hanno raccontato agli operatori di Save the Children le loro esperienze di sfruttamento.
A Roma, in particolare, nei mercati generali di frutta e verdura (CAR), presso autolavaggi e in frutterie o pizzerie. 10 euro per caricare un camion di frutta e verdura e 50 centesimi per ogni cassetta riempita.. Negli autolavaggi si lavora ininterrottamente anche per 12 ore, per 2-3 euro all’ora, come nelle pizzerie e frutterie.
E situazioni di sfruttamento si registrano anche fra i minori afgani non accompagnati - 850  presenti in Italia al 30 giugno 2015[5] -  in relazione soprattutto al lungo viaggio che essi intraprendono dall’Afganistan, passando per il Pakistan, Iran, Turchia, Grecia e da qui, per i paesi balcanici o l’Italia, alla volta del Nord Europa.Un viaggio che può costare 3-4.000 euro, per ripagare il quale i minori si fermano anche mesi a lavorare in Turchia o Grecia, subendo sfruttamento, violenze e abusi.
Talvolta coloro che non hanno disponibilità economica vengono usati dai trafficanti per manovrare il gommone dalla Turchia alla Grecia e, in questo modo, non pagano la tratta. Secondo alcune testimonianze  sembra addirittura che, al fine di garantire l’arrivo, i trafficanti facciano fare loro una giornata di prova per imparare a guidare l’imbarcazione.

E ad alto rischio di sfruttamento sono anche i numerosi minori eritrei - 1.600 arrivati in Italia via mare dal 1 gennaio al 30 giugno 2015 [6] -,  che, da soli, transitano in Italia, diretti soprattutto in Svizzera, Germania, Norvegia e Svezia, per lo più adolescenti maschi di 16-17 anni ma è in crescita il numero di ragazze. Scappano dalla dittatura e dall’arruolamento obbligatorio nel loro paese, intraprendendo un lunghissimo e sempre più rischioso viaggio del costo, in media, di 6.000 euro, passando dal Sudan e quindi Libia o Egitto, per poi attraversare il mare verso l’Italia.
Durante il viaggio possono essere  vittime di tratta, sfruttamento e violenze: alcuni, intervistati da Save the Children, hanno raccontato di violenze subite durante l’attraversamento del deserto libico o la detenzione in Libia. Nel transito in Italia le loro condizioni di vita sono precarie e spesso caratterizzate da un forte controllo da parte di connazionali, e una forte promiscuità che, nel caso delle ragazze, può purtroppo sfociare in violenze e abusi sessuali.


“Chiediamo al Parlamento di sbloccare e approvare in tempi rapidi il Disegno di Legge. C. 1658, sostenuto dai parlamentari dei principali partiti politici di maggioranza e opposizione, che disciplina in modo organico, sul territorio nazionale, la protezione e l’accoglienza dei minorenni stranieri non accompagnati e che prevede anche misure particolari di tutela, assistenza e accoglienza per i minori vittime di tratta”, conclude Carlotta Bellini.

“Piccoli schiavi invisibili – Le giovani vittime di tratta e sfruttamento” è scaricabile dal link:
http://we.tl/3llojzA8ga
Una foto rappresentativa del rapporto è scaricabile al link: http://we.tl/jEvkqVhD5P
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Save the Children Italia
Tel: 06.48070071-81
press@savethechildren.it
www.savethechildren.it



[1] Vittima di tratta è ogni persona reclutata, trasportata, trasferita, ospitata o accolta a fine di sfruttamento, sia all’interno che all’esterno di un paese, anche senza che vi sia stata coercizione, inganno, abuso di potere o altra forma di abuso.
Per sfruttamento si intende il trarre un ingiusto profitto dalle attività (o da un’azione) altrui tramite una “imposizione” che si basa su una condotta che incide significativamente sulla volontà dell’altro o che fa deliberatamente leva su una capacità di autodeterminazione della vittima sensibilmente diminuita. In particolare il grave sfruttamento può includere: 1) sfruttamento sessuale, compreso lo sfruttamento della prostituzione altrui e altre forme di sfruttamento sessuale quali la pornografia e i matrimoni forzati; 2) lavori o servizi forzati, incluso il conseguimento di profitti da attività illecite e l’accattonaggio; 3) schiavitù o pratiche analoghe e servitù; 4) adozioni illegali; 5) asportazione di organi.

[2] ex art. 18 Dlgs 286/98 66 e ex. art. 13 L. 228/2003. La fonte dei dati è il Dipartimento per le Pari Opportunità, luglio 2015.
[3] Fonte: Ministero dell’Interno, 18 agosto 2015.
[4] A fronte di 196 nello stesso periodo dello scorso anno. Fonte: Ministero dell’interno, 30/06/2015.
[5] Fonte: Ministero del Lavoro – Direzione Generale dell’Immigrazione.
[6] Ministero dell’Interno, 30/06/ 2015.

mercoledì 19 agosto 2015

Domani, Giovedì 20 agosto 2015, il viaggio di Sammy Basso per scoprire dal mare i tesori della Serenissima e del suo porto crociere.UNA STAFFETTA PER SAMMY: A VENEZIA UNA GIORNATA PER LOTTARE CONTRO LA PROGERIA

Domani, Giovedì 20 agosto 2015, il viaggio di Sammy Basso per scoprire dal mare i tesori della Serenissima e del suo porto crociere


UNA STAFFETTA PER SAMMY: A VENEZIA UNA GIORNATA PER LOTTARE CONTRO LA PROGERIA


Una iniziativa voluta dall'Associazione "Amici del porto e della laguna" che raggruppa molti degli operatori portuali della Marittima 


"Una staffetta per Sammy". Domani, Giovedì 20 agosto 2015, Sammy Basso, il ragazzo di Tezze sul Brenta (Vicenza)  affetto dalla progeria o Sindrome di Hutchinson Gilford,  malattia che causa l'invecchiamento precoce,  trascorrerà una giornata a Venezia, per scoprire le bellezze della Serenissima e del suo porto. 


Un tour in laguna, voluto da Roberto Tonissi e dall'associazione "Amici del Porto e della Laguna" che raggruppa molti degli operatori portuali e che avrà il suo momento clou nel porto passeggeri di Marittima, per sensibilizzare l'opinione pubblica e far comprendere le difficoltà delle famiglie che si trovano a lottare con la scoperta di un familiare affetto da una malattia genetica rarissima. La progeria, nel caso specifico, colpisce un bambino ogni 4-8 milioni di nati. In tutto il mondo ci sono circa 70 casi affetti da questa sindrome, di cui 5 in Italia. I sintomi, evidenti fin dai 18-24 mesi di vita, sono caratteristici dell'invecchiamento naturale, a partire dalla predisposizione a malattie del cuore,


Il programma dell'iniziativa prevede l'arrivo di Sammy - che per l'occasione avrà a disposizione un vestiario delle ditta Sikura - in mattinata presso la darsena Vizianello di Marghera accompagnato da un minivan della Cooperativa Venezia 1907 e il trasbordo sull'ammiraglia della flotta degli Ormeggiatori del Porto di Venezia. Successivamente alle ore 10.30 è previsto l'arrivo presso l'Isola di San Giorgio, dove ad accogliere gli ospiti ci sarà il presidente di Ebt (Ente Bilaterale del Turismo) e il vice presidente della Compagnia della Vela, che per l'occasione metterà a disposizione la sua bellissima e unica sede. Sammy potrà vivere l'emozione di mettersi al timone di una barca a vela nel cuore della laguna.  Per l'occasione verrà illustrato il progetto "Lagunae", nuove vie lagunari su antichi percorsi veneziani tra cultura e sostenibilità. 


A mezzogiorno un motoscafo della Cooperativa Veneziana Motoscafi, preleverà Sammy e i suoi familiari e li condurrà alla Stazione Marittima dove Venezia Terminal Passeggeri allestirà un gazebo nel quale personale di VTA (Venice Tourist Assistance) e di Venice Host distribuiranno materiale informativo sulla Progeria e raccogliere fondi. In Marittima, il comandante della Nieuw Amsterdam, accompagnato dal suo staff e da quello di Intertrav Corporation accoglierà Sammy e i suoi familiari e farà scoprire loro i segreti di una nave da crociera. A seguire un tour alla scoperta delle isole minori veneziane, passando per il Canale della Giudecca, a bordo di una barca gran turismo della Cooperativa Portabagagli del Porto accompagnati da un assistente di Vta. Al ritorno, all'imboccatura della darsena della Marittima Sammy verrà salutato con giochi d'acqua e sirene dagli amici dei Rimorchiatori e dai Piloti del Porto di Venezia, pronti nell'operazione di accompagnare la nave Neuw Amsterdam fuori dal porto.  

La giornata si concluderà alle ore 16.00, con una festa in Stazione Marittima, con brindisi offerto dal Bistrot des Peintres di Donazzon Achille, dove sarà consegnato all'associazione A.I.Pro.Sa.B.onlus (Associazione Italiana Progeria Sammy Basso) il ricavato delle donazioni raccolte nel corso della giornata.


Chi volesse sostenere l'associazione può versare un contributo da destinare alla ricerca sul conto corrente Monte dei Paschi di Siena IBAN: 

IT 08 B 01030 62521 00000 1201426


"Una staffetta per Sammy" potrà essere seguita anche sui canali social (Facebook e Twitter) dove verranno caricate le immagini e i video più interessanti della giornata.


Hanno permesso la realizzazione di questa importante manifestazione di solidarietà:

Cooperativa Venezia 1907

Ormeggiatori del Porto di Venezia

Ebt Service

Compagnia della Vela di Venezia

Cooperativa Veneziana Mostoscafi

Holland America Line

ITC Intertrav Venice

Portabagagli del Porto di Venezia Soc. Coop.

Granturismo Venezia 1937

VTA

Venezia Terminal Passeggeri S.p.A

Rimorchiatori del Porto di Venezia

Corporazione Piloti dell'estuario Veneto

Bistrot "des peintres" di Donazzon Achille

Venice Host

Sikura

Creative-lab

Studio Grafico 2D

MB Multimedia Srl

Cooperativa Trasbagagli Venezia

Associazione Portabagagli Venezia


Per i giornalisti che vogliono partecipare alla Festa in Stazione Marittima, è necessario confermare indicando il nominativo a questa mail: sabinofabiocirulli@yahoo.it



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giovedì 13 agosto 2015

WFP lancia primo programma di assistenza con contanti per fare fronte ai bisogni alimentari nell'Est Ucraina

KIEV – Il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha avviato distribuzioni di contante nelle aree controllate dal governo nella regione di Luhansk e Donetsk per 60.000 persone – in prevalenza sfollate – che sono state gravemente colpite dalla crisi in Ucraina.

 

"Il WFP sta utilizzando trasferimenti di contante, in aree dove banche e mercati sono operativi, per ripristinare una qualche forma di normalità nelle vite delle persone", ha detto il Rappresentante del WFP in Ucraina Giancarlo Stopponi. "L'assistenza, sia con contante sia con voucher alimentari, permette alle persone di andare al mercato e scegliere il cibo che preferiscono, inclusi verdure fresche, carne e prodotti caseari – alimenti che non sono di norma inclusi nelle comuni razioni alimentari. Ciò, inoltre, favorisce i mercati e immette denaro nell'economia locale".

 

Il primo round di distribuzioni di contante è stato avviato questa settimana nella regione di Luhansk attraverso Mercy Corps, partner del WFP. Ogni individuo riceverà l'equivalente di circa 20,50 dollari al mese per l'acquisto di cibo. Mentre coloro che ricevono il denaro sono liberi di spenderlo come desiderano, data la situazione della sicurezza alimentare nella regione, è probabile che la gran parte dei contanti verrà spesa in cibo. Il WFP sta attualmente assistendo 140.000 persone con trasferimento di contante o voucher alimentari.

 

Mentre il conflitto continua, le persone fanno i conti con una scarsità di generi alimentari, da cui il deterioramento del loro status nutrizionale. Il WFP ha esteso la propria operazione di emergenza per fornire assistenza alimentare – attraverso distribuzioni di cibo, trasferimenti di contante e voucher alimentari – a oltre 575.000 persone fino alla fine dell'anno. Ciò comprende 20.000 bambini che riceverrano assistenza supplementare con alimenti acquistati localmente per un periodo di sei mesi al fine di prevenire l'ulteriore aggravarsi delle loro condizioni di salute e del loro status nutrizionale. Il WFP forniva in precedenza assistenza alimentare a quasi 200.000 persone.

 

Il conflitto nell'Est Ucraina ha colpito 5 milioni di persone, inclusi 1,7 milioni di bambini. Il WFP dà la priorità ai gruppi più vulnerabili tra residenti, rimpatriati, sfollati, comunità ospitanti e bambini a rischio di malnutrizione.

 

 

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Il WFP è la più grande agenzia umanitaria che combatte la fame nel mondo fornendo assistenza alimentare in situazioni di emergenza e lavorando con le comunità per migliorare la nutrizione e costruire la resilienza. Ogni anno, il WFP assiste una media di 80 milioni di persone in circa 80 paesi.

 



mercoledì 12 agosto 2015

A piedi lungo l'Alta Via dei Parchi con Mielizia per In Viaggio verso Expo 2015



MIELIZIA CON CHEFTOCHEF E SLOW FOOD IN VIAGGIO VERSO EXPO 2015

Il marchio di riferimento di Conapi, Consorzio Nazionale Apicoltori, sostiene l'inedita iniziativa organizzata dall'Associazione ChefToChef emiliaromagnacuochi e fatta propria dalla Regione Emilia-Romagna attraverso un'importante presenza all'interno dell'itinerario a piedi lungo l'Alta Via dei Parchi gestito da Slow Food Emilia Romagna.
Da Rimini a Milano, a piedi, lungo l'Alta Via dei Parchi: un viaggio in 12 tappe gestito dalla rete di volontari Slow Food e sostenuto, in qualità di main sponsor, da Mielizia, storico marchio di Conapi, Consorzio Nazionale Apicoltori.

"Abbiamo sposato senza dubbi questo progetto - dichiara Diego Pagani, Presidente del Consorzio - perché per noi è molto importante supportare tutte quelle iniziative che puntano a valorizzare i prodotti agroalimentari di qualità, quindi anche il miele, e a promuovere l'educazione alimentare, la conoscenza della biodiversità e della qualità sostenibile, essendo un approccio totalmente in linea con la nostra mission".

In particolare, Mielizia fornisce a tutti i partecipanti pappa reale, squeezer e bustine di miele per affrontare con la giusta carica di energia le fatiche del lungo cammino consegnando inoltre ad alcuni una serie di strumentazioni tecniche per riprendere la propria impresa. Foto e video saranno protagoniste, tra l'altro, di dirette su Facebook per coinvolgere gli utenti lungo il percorso, invitandoli a visitare personalmente gli straordinari paesaggi di questo cammino e a partecipare ai vari eventi che saranno organizzati nelle varie tappe. Infatti, alcune mete saranno arricchite da svariate attività, quali ad esempio, il Mercato dei Produttori di martedì 8 settembre al Rifugio Lagdei, in provincia di Parma, ricco di prodotti agricoli, nell'ambito del quale sarà coinvolta anche Armanda Manghi, apicoltrice Conapi fin dal 1994, che alle ore 17.00 presso il giardino del rifugio mostrerà a pubblico e partecipanti la delicata fase della smielatura.

"Siamo davvero soddisfatti di collaborare, ancora una volta, con Slow Food, perché rappresenta un partner d'elezione, con cui abbiamo in comune molte idee ed obiettivi - ha concluso Diego Pagani - e questa rappresenta una delle numerose iniziative che abbiamo già in programma  proprio nell'ambito di Expo".

Elenco prossime tappe:
·         21 agosto: Carnè di Brisighella (RA)
·         26 agosto: Lago di Suviana (BO)
·         28 agosto: Cavone di Lizzano in Belvedere
·         29 agosto: Fiumalbo
·         5 settembre: Passo Pradarena (RE)
·         8 settembre: Rifugio Lagdei (PR) con smielatura a cura di Armanda Manghi
·         13 settembre: Vigoleno (PC)
·         18 settembre: Piacenza
·         21 settembre: cena finale
Corporate background Mielizia-Conapi
Mielizia, sintesi di miele e delizia, è lo storico brand degli apicoltori di Conapi, Consorzio Nazionale Apicoltori, la più importante cooperativa di apicoltori in Italia e una delle più importanti nel mondo. Gli apicoltori di Mielizia sono coltivatori di biodiversità e lavorano insieme alle api, creando le condizioni affinché questi meravigliosi insetti possano produrre mieli, pollini e prodotti apistici buoni e puliti.
Sono mieli e prodotti apistici esclusivamente ITALIANI e di alta qualità, provenienti dai più suggestivi territori italiani e riposti in vaso, dopo scrupolosi controlli, con un processo produttivo delicato e rispettoso delle proprietà naturali di questo prodotto. Mielizia rappresenta un modello completo di "filiera del miele": dalla scelta dei territori, alla produzione in apiario, fino al confezionamento e alla commercializzazione del prodotto finito. Sono oltre 600 gli apicoltori e più di 65.000 gli alveari in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, da cui provengono mediamente oltre 2.500 tonnellate di miele. Conapi, che riunisce apicoltori biologici e convenzionali, è il primo produttore di miele biologico in Italia: oltre il 40% dei soci apicoltori sono biologici.
Non solo miele: oltre a numerosi mieli poli flora e mono flora (acacia, tiglio, castagno, bosco, coriandolo, agrumi, sulla, eucalipto, corbezzolo) i soci producono polline, pappa reale e propoli, produzioni che racchiudono qualità e proprietà preziose che restano inalterate nelle confezioni predisposte dal Consorzio.
Mielizia è il marchio che rende concreta la mission della Cooperativa, che punta a valorizzare gli apicoltori soci e le loro produzioni, tutte realizzate nel segno di un'agricoltura pulita, biologica di qualità e rispettosa della biodiversità, a totale garanzia per il consumatore finale. La scelta di una lavorazione "a freddo" che non supera mai i 40°, la ricerca di percorsi innovativi di produzione e di packaging, il forte legame con il territorio, la valorizzazione delle tipicità locali fanno di Mielizia un brand di riferimento del mercato del miele in Italia e, grazie alle significative esportazioni, un solido protagonista anche sui principali mercati internazionali.

Conapi, il Consorzio Nazionale Apicoltori, nasce nel 1979, come Cooperativa Apistica Valle dell'Idice, dall'iniziativa di 9 coraggiosi giovani che, da contesti diversi, decidono di avvicinarsi all'affascinante mondo dell'apicoltura. Nel 1985 si unisce ad altre 6 cooperative e fonda il Consorzio Nazionale Apicoltori, nel quale confluisce 10 anni dopo.
La sede di Conapi si trova a Monterenzio, in provincia di Bologna, ma rappresenta numerosi produttori, uomini e donne, uniti dalla passione per le api, per i loro prodotti e per la natura. La produzione media annua dei nostri soci supera le 2.000 tonnellate di miele, cui va aggiunta una linea di altri prodotti apistici e di confetture.
Il solido rapporto tra i soci, uniti dal comune obiettivo di dedicarsi ad un'apicoltura di qualità che garantisca il raccolto delle migliori produzioni italiane, fa del consorzio una struttura unica nel suo genere: apicoltrici e apicoltori esperti e pieni di passione che si distinguono per l'attenzione alla salute delle api, la cura nella produzione, la conservazione del prodotto e per la garanzia della sua assoluta freschezza.
L'impegno etico e di divulgazione del valore dell'apicoltura, che va ben oltre la produzione di prodotti apistici, hanno guidato il consorzio nella realizzazione di attività didattiche e formative che hanno determinato, tra l'altro, la realizzazione di numerosi progetti per le scuole e del "Parco delle Api e del Miele".


venerdì 7 agosto 2015

Che Salah di questa Roma chi lo sa...

Il punto di vista di Lupo Artù


Spalletti, Donadoni, Lippi, Mazzarri, fate voi. Chiunque purché Garcia vada via. L’idillio con la squadra e Pallotta mi sembra rotto. Se è così, bisogna decidere senza perdita di tempo.

Purtroppo il mister francese non ha dimostrato di essere capace di tentare di cambio di rotta in corso. 
È un anno e mezzo che vanno in campo giocatori singoli, gettati così. Una squadra è tale quando c'è appunto un gioco collettivo, non mere individualità cui rimettere ogni speranza di una giocata singola vincente. 

Da un anno e mezzo le partite della Roma sono bruttissime, una vera noia. Un continuo rivedere sempre lo stesso film. 

Ora, non mi dite che non fanno testo le partite estive. Non fa testo una partita contro le stelle del Barca. 

A me del risultato non importa nulla, anche quando inizia la stagione vera e propria. Il punto per me non è vincere, ma giocare. E nel limite del possibile dare spettacolo. 

Da un anno e mezzo la Roma non riesce ad uscire dalla propria metà campo. Tanti passaggi orizzontali a pochi metri di distanza, tanti retro passaggi al portiere, finché non si perde la palla e si viene clamorosamente bucati. Non da Bayern, non dal Barca, ma da più modeste squadre come il Sassuolo o l'Empoli. 

Sembra che ai nostri giocatori scotti  la palla tra le gambe. Nessuno la vuole, nessuno si smarca per agevolare un passaggio. Siamo sempre arroccati nella nostra metà campo, senza approntare una difesa che si alleni sui fondamenti del gioco difensivo. 

Ognuno va per conto suo. Spesso la quaglia di uno e conseguenza di mancati meccanismi di tutto il reparto. È tangibile la paura quando la palla è nella nostra trequarti. E se pure di conquista la palla riuscire a fare tre passaggi in avanti è un'impresa. 

Fateci caso, contateli. E poi, quando finalmente si riesce ad affacciarsi dall'altra parte del campo,
l'unico schema è quello di dare la palla al road runner di turno (Gervi, Liajic, Iturbe, Florenzi, prossimamente Salah). 

E questi corrono, palla al piede, testa bassa finché non arrivano a farsi togliere il pallone. Corrono corrono, ma questo modo non è una riproposizione del famoso catenaccio e contropiede. Quando arrivano li da vanti, si smarriscono. Anche perché non trovano un compagno (magari in area) che sia pronto a riceverla. 

Al momento il nostro è un gioco attendista che lascia ogni iniziativa agli avversari. I quali si ricordano cosa sia il pressing. 

Ancora. Abbiamo giocatori che sulla carta hanno piedi e tecnica ottima. Ma non sappiamo battere una punizione o un corner. Sbagliamo spesso anche le rimesse laterali. Per non parlare dei rinvii da fondo campo. 

Tutte le squadre, non solo di fenomeni, hanno schemi più o meno efficaci che vanno continuamente studiati e privati nel corso della settimana. Anche per le punizioni di Pirlo c'era un gioco di squadra dei giocatori che vanno a disturbare barriere e difese. Siamo arrivati secondi. Va bene e non ho più voglia di ripetermi su come ci siamo arrivati. 

Ma gli schiaffoni, a parte la prima col Bayern li abbiamo presi da molte altre squadre. Non posiamo rifuggiarci ditro la scusa che “andiamo a giocare contro una squadra di alieni”. Embe’? Allora non andiamoci per niente, 3-0 a tavolino. 

Chissà se il Carpi o il Frosinone quando dovranno affrotare la nostra Roma, che non ho proprio giocatori qualsasi, penseranno che è inutile scendere a Roma, tanto il risultato è scontato. 

C’è da dire però che negli altri campionat europei, sempre dominati da al massimo 2/3 squadre, le piccole vanno ad affrotarle, sperando nel colpaccio o magari di strappare un pareggio. Non vanno con l’obiettivo di prendere meno gol possibile (si ricordi Baywern-Roma 2-0, una partita umiliante per giocatori e tifosi).

Invece questa Roma, non dimostra pesonalità, carattere, spina dorsale. E purtroppo queste cose si videro già dalle ultime partite di due stagioni fa. Già, perché un campionato va onorato sino al suo termine. Puoi pure prendere una goleada dal Catania retrocesso. Ma non puoi tirare in barca i remi perché tanto ormai non puoi più agganciare la Juve. 

Tutte le partite vanno onorate: per rispetto verso gli avverari, per rispetto anche per tutte le altre squadra e per rispetto di noi tifosi, che sosteniamo la Maggica con biglietti e abbonamenti allo stadio, che acquistiamo gli abbonamenti nelle pay tv, che compriamo l’ultra-costoso merchandising.

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