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lunedì 31 marzo 2014

Lotti unitari? Non e' piu' un problema



Automazione nel processo delle lavorazioni meccaniche e flessibilità degli impianti sono due caratteristiche perseguite sempre più spesso dalle aziende metalmeccaniche: è il caso di questo impianto automatico con due centri di lavoro e una macchina di lavaggio che ha permesso di ottenere numerosi vantaggi.



Robuschi Spa è un marchio storico dell'industria parmense, nata nel 1941 come piccola officina meccanica per la riparazione di pompe per agricoltura. Ora l'azienda è una società affermata a livello internazionale per la sua produzione industriale di tre linee di prodotti: pompe centrifughe, pompe per vuoto ad anello liquido e soffiatori a lobi (compressori a bassa pressione). Ogni linea offre una grande varietà di taglie per soddisfare qualunque esigenza industriale. La crescita produttiva progettuale e finanziaria dell'azienda si colloca fra gli anni '60 e gli anni '80; l'innovazione continua dei prodotti ha consentito di mettere a punto dispositivi elettromeccanici di alta precisione, accuratamente progettati e realizzati. Il cavallo di battaglia è il soffiatore a bassa pressione, in cui due rotori a tre lobi ad assi paralleli ingranano tra loro comprimendo il gas dalla bocca di aspirazione a quella di mandata . L'azienda parmense è per importanza tra i primi costruttori al mondo di questo tipo di prodotto, con una distribuzione capillare tramite 7 filiali e un’ampia rete di agenti/distributori in grado di coprire 70 paesi. Una accurata pianificazione industriale e sistemi avanzati di automazione consentono a Robuschi di rimanere competitiva: importanti investimenti in tecnologia vengono effettuati ogni anno per perfezionare i prodotti e i processi.
Automatizzare per ottimizzare
Robuschi ha adottato un FMS (Flexible Manufacturing System) ad elevata automazione, progettato e costruito da Fastems, azienda finlandese specializzata nello sviluppo di sistemi di questo tipo, dalle celle modulari standard ai più complessi impianti. L'azienda è in grado di integrare la più ampia varietà di macchine e di dispositivi aggiuntivi, per realizzare una vera e propria fabbrica automatica, capace di lavorare giorno e notte con il minimo intervento umano.
Michele Maestrini, Responsabile delle Tecnologie di Processo dello stabilimento Robuschi, racconta come si è arrivati a questa decisione: “Da qualche anno era in funzione in questa area un centro di lavoro orizzontale Mazak FH10800, una macchina dedicata alla lavorazione di componenti con dimensioni che possono raggiungere i due metri di diametro in rotazione all’interno dell’area di lavoro; si tratta delle parti più importanti dei nostri soffiatori: corpo, fianchi e rotori. La macchina è dotata di carico e scarico a due pallet a 1,60 metri di altezza; può facilmente accadere che il peso del pallet arrivi a 3,5 tonnellate. Il centro di lavoro è eccellente nella sua produttività e precisione; inoltre è equipaggiato con uno speciale magazzino utensili a 240 posizioni, realizzato ad hoc per contenere bareni con diametri di lavorazione fino a 650 mm. Ma ogni volta che occorreva cambiare lotto, era necessario sostituire i pallet e per qualche ora la macchina rimaneva ferma; inoltre era una operazione non agevole, con l'impiego di vari mezzi di sollevamento certamente poco efficienti. Al fine di ammortizzare l'onere dell'attrezzamento sul più alto numero possibile di pezzi, eravamo costretti ad aumentare le quantità relative al lotto di produzione con un conseguente incremento delle giacenze di magazzino e dei costi correlati. Cercando una soluzione al problema e dovendo incrementare la capacità produttiva, si è deciso innanzitutto di acquistare una seconda macchina, e la scelta, quasi obbligata, è caduta su una nuova Mazak, date le positive caratteristiche di affidabilità ed efficienza dell’unità FH 10800 già in funzione. La novità era proprio il sistema di automazione che avrebbe integrato entrambe le macchine, garantendo la massima versatilità al ciclo produttivo, e in particolare al trasporto delle attrezzature verso i centri di lavoro”.
Processo completo
L'azienda emiliana si è rivolta a Fastems dopo aver esaminato altre possibilità e aver osservato altre realizzazioni del gruppo finlandese. Ora il sistema è perfettamente funzionante e consente di ospitare tutte le attrezzature in una apposita scaffalatura a 2 piani; inoltre è stata anche prevista qualche postazione libera a disposizione per future esigenze. Tutte le attrezzature vengono gestite da una navetta che corre su una monorotaia con binario superiore di aggancio; è guidata da un sistema a infrarossi ed è capace di movimenti a grande velocità. Il carico e lo scarico avvengono in due distinte postazioni; una speciale rampa di sollevamento per ciascuna di esse permette di prendere in consegna il carico a terra e di depositarlo sulla navetta ad una altezza pari a quella di caricamento delle macchine utensili. Le macchine utensili comunicano con l'impianto mediante normale cavo di rete ethernet, creando una vera e propria intranet d'impianto.
All'interno del sistema è stata inglobata anche una stazione di lavaggio. Le attrezzature vengono ribaltate a 90 gradi e fatte ruotare sul loro asse orizzontale; questa operazione, unitamente al forte getto di acqua emulsionata che esce dai vari ugelli della lavatrice, consente l'evacuazione completa di truciolo e sporco di lavorazione che normalmente si annidano nelle cavità dei pezzi, tradizionalmente più difficili da pulire. Ogni attrezzatura, al termine della lavorazione su una qualsiasi delle due macchine, viene lavata, portata sulla rampa alla stazione di carico/scarico e depositata a livello pavimento.
Produrre quando serve cio' che serve
Maestrini osserva: “L'ulteriore integrazione della fase di lavaggio offre altri vantaggi, poiché consente di evitare interventi manuali di pulizia e di dover movimentare pezzi all'esterno, per non parlare di consistenti quantità di truciolo gestite ora automaticamente. Nel nuovo impianto un solo operatore è in grado di asservire due macchine, situazione prima impensabile: sulla stessa linea ci sono stazioni di carico e scarico, un grande magazzino, due grandi centri di lavoro, una stazione di lavaggio. In questo modo abbiamo aumentato enormemente la flessibilità in quest'area; in ogni momento è possibile spostare la produzione da una macchina all'altra, istantaneamente. Oggi possiamo produrre lotti unitari! Le attrezzature infatti sono sempre montate e attendono in magazzino, sempre pronte ad andare in macchina; la grande dotazione di utensili in linea, poi, è tale da consentire di attuare tutte le lavorazioni necessarie, indifferentemente su entrambi i centri di lavoro”.
Il vantaggio di produrre a lotti piccoli senza subirne i costi è facilmente immaginabile: “L'operatore inserisce l'ordine di produzione che arriva dall'ufficio preposto; l'impianto stesso decide le priorità, in base alle date di scadenza impostate e alle esigenze dell'ultimo minuto. Naturalmente l'ipotesi di lavorazione proposta automaticamente può essere o meno accettata. Ogni volta che un pallet viene caricato, l'impianto stesso carica in macchina il relativo programma di lavorazione; non c'è quindi possibilità di errore umano. Il sistema inoltre, in base ai parametri tecnologici degli utensili e del tempo di contatto sul pezzo, comunica continuamente all'operatore lo stato di usura, in modo che la sostituzione delle placchette o degli utensili possa avvenire sempre con tempestività e senza sprechi. Le macchine utilizzano, in molte operazioni di finitura e sgrossatura, materiali da taglio altamente tecnologici come il CBN e il Nitruro di Silicio”.
Questo impianto realizzato da Fastems presso Robuschi è il primo sistema in Europa a integrare due macchine Mazak di queste dimensioni: “La precisione di posizionamento delle forche della navetta è notevole, tale da garantire il rispetto totale delle tolleranze; il peso stesso del pallet e appositi riferimenti garantiscono una completa affidabilità. Come si Rdeduce dal numero 8760 caro a Fastems, l'impianto è in grado di procedere in completa autonomia, anche in condizioni di utilizzo non presidiato”.
 

Nigeria, rapporto Amnesty: crimini di guerra e contro l'umanità nel nord-est

In un rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha denunciato l’aumento della violenza nel nord-est della Nigeria, dove nei primi tre mesi del 2014 sono state uccise almeno 1500 persone, oltre la meta’ delle quali civili, a causa dell’aumento degli attacchi del gruppo armato islamista boko haram e delle rappresaglie incontrollate delle forze di sicurezza del paese.

“Siamo di fronte a un conflitto armato non internazionale in cui tutte le parti stanno violando il diritto internazionale umanitario. Sollecitiamo la comunita’ internazionale ad assicurare indagini rapide e indipendenti su quelle azioni che potrebbero costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanita’” – ha dichiarato Netsanet Belay, direttore per la ricerca e l’advocacy sull’Africa di Amnesty International.

“Oltre 1500 morti in tre mesi indicano un allarmante peggioramento della situazione. La comunita’ internazionale non puo’ continuare a girare lo sguardo di fronte alle esecuzioni extragiudiziali, agli attacchi contro i civili e agli altri crimini di diritto internazionale che vengono commessi su scala massiccia. La popolazione civile sta pagando un prezzo pesante a seguito dell’intensificarsi di questo ciclo di violenze e rappresaglie” – ha aggiunto Belay.

Oltre la meta’ delle uccisioni sono state commesse da boko haram, che ha deliberatamente preso di mira alunni delle scuole del nord-est della Nigeria.

Amnesty International ha documentato le uccisioni compiute da boko haram e dalle forze di sicurezza nigeriane da gennaio a marzo, sottolineando la data del 14 marzo, giorno in cui le forze di sicurezza hanno scatenato una brutale repressione contro ex detenuti.

Quel giorno, boko haram ha attaccato la base militare di Giwa, nella citta’ di Maiduguri, nello stato di Borno, liberando diverse centinaia di detenuti. Dopo che l’esercito ha ripreso il controllo della situazione, intorno alla citta’ sono stati trovati oltre 600 corpi, per lo piu’ di detenuti nuovamente catturati e privi di armi.

Sulla base di interviste con abitanti, avvocati, attivisti per i diritti umani e personale medico degli ospedali della zona nonche’ di immagini satellitari, Amnesty International ha potuto in parte ricostruire gli eventi del 14 marzo e localizzare tre possibili fosse comuni.

“La dimensione delle atrocita’ compiute da boko haram e’ veramente scioccante e ha contribuito a creare un clima di paura e d’insicurezza. Ma questo non puo’ giustificare la brutalita’ della risposta che va chiaramente attribuita alla forze di sicurezza” – ha commentato Belay.

Tra le testimonianze raccolte da Amnesty International, alcune hanno descritto cosa e’ accaduto quando i militari hanno trovato 56 degli evasi dalla base di Giwa:

“Erano in una scuola. Hanno cominciato a urlare ‘Non siamo di boko haram, siamo dei detenuti!’. Io e i miei vicini abbiamo visto i soldati portare gli uomini in un posto chiamato ‘la terra di nessuno’, dietro l’Universita’ di Maiduguri. Hanno aperto il fuoco, li hanno uccisi tutti e 56 di fronte a noi.”

Altri testimoni oculari hanno raccontato come membri della “Task force civile congiunta” - gruppi di civili che collaborano con l’esercito nigeriano - hanno catturato altri ex detenuti nel quartiere di Jiddari Polo, sempre a Maiduguri e li hanno consegnati ai soldati. In questo caso, sono state uccise oltre 190 persone:

“Ho visto i soldati ordinare loro di sdraiarsi a terra. Poi si e’ aperta una discussione con la Task force. I soldati hanno fatto alcune telefonate e pochi minuti dopo hanno iniziato a sparare. Ho contato 198 corpi” – ha riferito un testimone.

Data l’apparente incapacita’ e assenza di volonta’ delle autorita’ nigeriane di indagare su questi crimini e punire i responsabili, Amnesty International ha chiesto alla Commissione africana e alle Nazioni Unite di assistere la Nigeria nelle indagini su azioni che potrebbero costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanita’ a carico sia di boko haram che delle forze di sicurezza nel nord-est del paese.

“Le uccisioni sommarie di questi detenuti costituiscono esecuzioni extragiudiziali e sono crimini di diritto internazionale. Questi atti fanno seguito a tutta una serie di decessi in custodia di persone imprigionate in relazione a quanto sta accadendo nel nord-est della Nigeria. La comunita’ internazionale, e in particolare la Commissione africana sui diritti umani e dei popoli e il Consiglio Onu dei diritti umani devono assicurare con urgenza l’apertura di un’indagine esaustiva, imparziale e trasparente sulle denunce di crimini di guerra e crimini contro l’umanita’ in Nigeria” – ha commentato Belay.

Amnesty International ha inoltre chiesto all’Unione africana, alla Comunita’ economica degli stati dell’Africa occidentale e al Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana di occuparsi immediatamente del conflitto nella Nigeria nordorientale e di fornire pieno e concreto sostegno per porre fine a questi atti di violenza contro i civili. A questi organismi, Amnesty International chiede infine di condannare i crimini di guerra e i crimini contro l’umanita’ commessi da entrambe le parti.

“Il mese prossimo, la Nigeria assumera’ la presidenza del Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana. L’Unione africana deve chiedersi fino a che punto i suoi stati membri stiano mantenendo l’impegno di promuovere i principi dell’Unione africana e il rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani”.

I direttori di UNHCR e WFP visitano Sud Sudan e Etiopia colpiti da un'allarmante diffusione di fame e spostamenti di popolazione

I DIRETTORI DI UNHCR E WFP VISITANO SUD SUDAN ED ETIOPIA COLPITI DA UN’ALLARMANTE DIFFUSIONE DI FAME E SPOSTAMENTI DI POPOLAZIONE

 

 

JUBAPreoccupati dallimpatto delle violenze in corso in Sud Sudan, i Direttori del Programma Alimentare Mondiale (WFP) e dell’Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) sono arrivati oggi a Juba per incontrare le persone colpite dal conflitto e riesaminare le operazioni di risposta all’emergenza e i bisogni della popolazione mentre peggiora la crisi umanitaria.

 

Oltre 800.000 persone in Sud Sudan sono state costrette ad abbandonare le proprie case a causa del conflitto scoppiato il 15 dicembre 2013. Tra queste, 68.000 persone hanno trovato rifugio nelle basi di peacekeeping delle Nazioni Unite e altri 254.000 rifugiati hanno attraversato le frontiere dei paesi vicini in cerca di cibo e riparo. Inoltre, il Sud Sudan accoglie anche circa 220.000 rifugiati dal Sudan in campi vicino a zone di conflitto.

 

Il Direttore Esecutivo del WFP, Ertharin Cousin, e l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, António Guterres, trascorreranno due giorni in Sud Sudan per incontrare gli sfollati, i partner e le autorità locali. Successivamente, si recheranno in Etiopia per incontrare alcuni degli oltre 80.000 rifugiati nel paese.

 

“È straziante dover constatare che alcune delle stesse persone che erano fuggite dalla guerra di due decenni fa, persone che abbiamo aiutato a tornare in Sud Sudan dopo l’indipendenza, siano di nuovo costrette a fuggire per salvarsi la vita, molte di loro proprio negli stessi luoghi dove vivevano in esilio”, ha dichiarato Guterres, sottolineando che 40.000 persone si sono rifugiate in Sudan per sfuggire ai recenti combattimenti.

 

L’accesso umanitario ai rifugiati, agli sfollati e alle popolazioni vulnerabili è sempre più difficile a causa del protrarsi dei combattimenti e del continuo spostamento della linea del fronte. I due capi delle Agenzie sono preoccupati per il numero di persone tagliate fuori da ogni forma di aiuto e dalla possibilità che, a causa delle violenze, le attività agricole in alcune zone si siano interrotte.

 

“I massicci spostamenti di popolazione e l’interruzione dei mercati e delle rotte commerciali stanno creando un serio problema di sicurezza alimentare”, ha detto Cousin. “Le persone hanno un urgente bisogno di assistenza. Gli operatori umanitari richiedono due cose: un accesso sicuro a chi è nel bisogno e fondi per portare aiuti vitali - cibo, vaccini, medicinali, ripari di emergenza e altri beni di prima necessità. Diversi paesi hanno contribuito generosamente ma, ad oggi, siamo in grado di coprire solo una parte del fabbisogno”.

 

Ad oltre cento giorni dall’inizio del conflitto, più di mezzo milione di persone ha ricevuto assistenza alimentare in Sud Sudan. Tuttavia, i continui combattimenti, insieme all’inizio della stagione delle piogge, hanno reso difficile raggiungere molte persone in difficoltà. Le attività di soccorso sono state ulteriormente ostacolate da una grave carenza di fondi.

 

L’appello inter-agenzia, guidato dall’UNHCR, di 370 milioni di dollari serve a finanziare le operazioni di risposta all’emergenza per i rifugiati in Etiopia, Kenia, Repubblica del Sudan e Uganda. All’interno del Sud Sudan, il WFP deve far fronte ad un deficit dei finanziamenti di 224 milioni di dollari per sopperire ai bisogni dei prossimi sei mesi. In aggiunta, i partner umanitari chiedono ulteriori 42 milioni di dollari per ripari di emegenza e altri generi non alimentari di prima necessità.

Le Agenzie ONU di Roma accolgono il Presidente della Liberia per evento su Agenda di Sviluppo Globale

LE AGENZIE ONU DI ROMA ACCOLGONO

IL PRESIDENTE DELLA LIBERIA

PER EVENTO SU AGENDA DI SVILUPPO GLOBALE

 

 

ROMA – L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) e il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP), invitano i giornalisti a partecipare ad una conferenza stampa a margine di un evento speciale organizzato dalle Agenzie ONU con sede a Roma in onore di sua Eccellenza Ellen Johnson Sirleaf, Presidente della Repubblica della Liberia.

 

Il Presidente Johnson Sirleaf, premio Nobel e prima donna capo di stato in Africa, condividerà la sua visione in qualità di co-presidente del “Panel di alto livello di eminenti persone” (High-Level Panel of Eminent Persons) per la preparazione dell’agenda di sviluppo post 2015. Johnson Sirleaf terrà un discorso e prenderà parte ai lavori della tavola rotonda.

 

Alla tavola rotonda parteciperanno inoltre il Direttore Esecutivo del WFP Ertharin Cousin, il Vice-Ministro degli Affari Esteri Lapo Pistelli, il Vice-Direttore Generale e Coordinatore Risorse naturali della FAO, Maria Helena Semedo e Adolfo Brizzi, in qualità di Vice-Presidente Associato dell’IFAD.

 

COSA: Conferenza stampa - Getting Ready for the Post-2015 Development Agenda

 

QUANDO: Venerdì 4 aprile, ore 13:30 - 14:00

DOVE:   Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite

                Via Cesare Giulio Viola 68/70

                Parco de Medici

                00148 Roma

 

I giornalisti che intendono partecipare alla conferenza stampa sono pregati di inviare il loro nome, l'agenzia che rappresentano, e una lettera scansionata o inviata via fax dal proprio editor a: emanuela.cutelli@wfp.org / Fax: +39 06 6513 2840, tel. 06 6513 2691. I giornalisti sono invitati a raggiungere la sede del WFP entro e non oltre le 13:15, per effettuare i controlli di sicurezza, muniti di documento di identità quale passaporto, patente o tesserino ufficiale di giornalista. 

 

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Il WFP è la più grande agenzia umanitaria del mondo e l’organizzazione delle Nazioni Unite che combatte la fame nel mondo. In media, il WFP fornisce assistenza alimentare a oltre 90 milioni di persone in 80 paesi ogni anno.

venerdì 28 marzo 2014

Bioitalia Vinitaly 2014: partner con Verona Fiere per la ristorazione biologica

La decennale esperienza nella ristorazione biologica, ha fatto si che Verona Fiere, trovasse in Bioitalia il partner perfetto per la gestione del ristorante Bio Goloso nel padiglione Sol&Agrifood. Con l’esperienza e la creatività dello chef Bacio Terracino ai fornelli, si è dato vita ad un menù biologico che esalta i sapori e le tradizioni tipiche della cucina mediterranea, e partenopea in particolare.
Bioitalia Vinitaly Ristorante Biologico
Quest’anno Bioitalia parteciperà al Vinitaly e Sol&Agrifood, in programma dal 6 al 9 aprile a Verona, con una grande novità.
La decennale esperienza nella ristorazione biologica, infatti, ha fatto si che Verona Fiere, trovasse in Bioitalia il partner perfetto per la gestione del ristorante Bio Goloso nel padiglione Sol&Agrifood. Immancabile la partnership con il Consorzio il Biologico, con cui da diversi anni ormai, Bioitalia condivide l’esperienza di ristorazione in fiera.
Bioitalia Verona Fiere Biologico
Con l’esperienza e la creatività dello chef Bacio Terracino ai fornelli, si è dato vita ad un menù biologico che esalta i sapori e le tradizioni tipiche della cucina mediterranea, e partenopea in particolare. Protagonisti lo scarpariello, la parmigiana di melanzane, gli spaghetti al pomodorino del piennolo, la mozzarella di bufala, la pastiera napoletana… solo per citare alcuni dei piatti presentati all’interno dei tre menù. La proposta, infatti, per andare incontro a tutte le esigenze, è articolata su tre diversi menù tra cui scegliere: buffet, self service e à la carte oltre ad un menù con consegna allo stand, per gli espositori che si prenoteranno. Grande cura e attenzione anche nella selezione degli 11 vini biologici e senza solfiti, che costituiscono la proposta della carta dei vini.
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Naturalmente Bioitalia sarà presente anche presso il padiglione 12 stand B2 del Vinitaly, dove sarà possibile degustare la gamma completa dei vini senza solfiti aggiunti. Ai 2 vini già presentati lo scorso anno, la Falanghina del Sannio Dop e il Sannio DOP Aglianico, si sono aggiunti il Chianti DOCG, il Nero D’Avola IGP e il Lavico (vino dell’area vesuviana da uve catalanesca), portando a 5 la gamma dei vini senza solfiti aggiunti.
Tutti i prodotti saranno, invece, in esposizione presso lo stand 12 dell’area C di Sol&Agrifood, dove le degustazioni dei prodotti più innovativi si susseguono tutti i giorni: dal paté di zucchine al pesto di rucola e spinaci, dai succhi vegetali ai crackers artigianali con lievito madre, dagli infusi in olio extravergine d’oliva alle confetture di frutta.
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Bioitalia
Redazione
http://www.bioitalia.it
Fonte: bioitalia.it

Raddoppiare la produttività: con un FMS si può

L’adozione di un sistema flessibile di produzione (FMS) Fastems consente un notevole incremento della produttività ed un rientro dell’investimento già dal primo anno di messa in funzione, grazie all’adozione di un modello di lean production che permette di ottimizzare i processi di lavorazione degli ordini, abbattendo i tempi necessari per riattrezzare le macchine e massimizzando le ore di lavoro effettive.
Un FMS Fastems permette inoltre una gestione più efficiente dei materiali e della logistica, un’efficace programmazione della produzione ed il miglioramento della qualità, grazie alla riduzione del rischio di errori umani. Tempi di attrezzaggio pari a zero e attrezzature pronte all'uso per lavori ripetitivi fanno divenire più redditizia anche la produzione dei piccoli lotti.
Per darne una chiara dimostrazione, Fastems  ha sintetizzato i dati statistici relativi all’impatto dell’adozione in una PMI dei propri FMS nel breve video
“Come l’automazione cambia la meccanica”.


GRUPPO SELEX: CAMPAGNA DI SOLIDARIETA' INSIEME ALLA CROCE ROSSA ITALIANA

      




IL GRUPPO SELEX METTE IN TAVOLA
LA SOLIDARIETA'

Domani raccolta di prodotti alimentari nei punti di vendita del Gruppo Selex in tutta Italia.
I prodotti verranno raccolti e distribuiti ai bisognosi dalla Croce Rossa Italiana

(Trezzano s/N, Milano, 28 marzo 2014) – Domani sabato 29 marzo, nei punti di vendita del Gruppo Selex presenti in Italia partirà la prima giornata di raccolta di prodotti alimentari per i bisognosi. Per sapere quali punti vendita effettivamente aderiscono alla campagna è sufficiente cliccare  http://www.donaconselex.it/punti-vendita/, poi scegliere la città di interesse, il raggio di km intorno alla città (per esempio 1km o 5km) e poi cliccare sulle bandierine che compariranno per scoprire insegna, indirizzo e telefono del punto vendita.

In occasione del 50° Anniversario della sua fondazione, Selex Gruppo Commerciale lancia, con il supporto organizzativo della Croce Rossa Italiana, un'importante campagna a favore di chi ha più bisogno:  "Metti in tavola la solidarietà". Questo il nome dell'iniziativa che prevede azioni di raccolta di beni alimentari nei punti di vendita delle imprese associate al Gruppo Selex, con il coinvolgimento diretto dei consumatori. Allo scopo, presso i punti di vendita saranno sistemati dei mini corner, dove  volontari della Croce Rossa Italiana spiegheranno ai consumatori in che cosa consiste l'iniziativa. La stessa Croce Rossa provvederà poi a trasportare ai propri Comitati territoriali i prodotti raccolti  e a distribuirli a chi ha più bisogno.

Un impegno che il Gruppo commerciale Selex, terza realtà distributiva nazionale (le insegne più note sono Famila e A&O), si assume a sostegno degli indigenti, purtroppo in aumento nel nostro Paese: quasi 2 milioni di famiglie, in tutto 5 milioni di persone, si trovano in stato di povertà assoluta. E la crisi economica in atto ha incrementato la vulnerabilità delle persone, colpendo anche fasce di popolazione finora non interessate dal fenomeno.


Obiettivo di Selex Gruppo Commerciale è di mettere a disposizione delle famiglie in difficoltà beni alimentari per la preparazione di 300.000 pasti, di cui 150.000 forniti direttamente da Selex mediante la donazione di prodotti.

La giornata di raccolta sarà accompagnata da una campagna di comunicazione e informazione nei punti di vendita, sugli organi di stampa nazionale e locale e per radio, con la partecipe testimonianza della conduttrice televisiva Elisa Isoardi. I dettagli relativi alla campagna, con informazioni e indicazioni sulle modalità di partecipazione e sui prodotti da donare consigliati, saranno pubblicati anche sul sito istituzionale (www.selexgc.it) e sui siti web delle insegne coinvolte nazionali e regionali.

«Vivere sul territorio e crescere in modo sostenibile si traduce, per le Imprese del Gruppo, anche in in un impegno costante a favore di chi ha più bisogno - conferma Dario Brendolan, Presidente di Selex Gruppo Commerciale - "Metti in tavola la solidarietà" è solo l'ultima di una serie di iniziative promosse negli anni a favore delle persone più svantaggiate. Progetti di grande respiro, che hanno coinvolto punti di vendita e clienti di tutta Italia, riuscendo a dare un aiuto concreto e significativo a chi è in difficoltà».

Nel mese di maggio, è prevista un'altra raccolta nei punti di vendita per donare prodotti per l'infanzia e igienico-sanitari. E, a completamento del progetto, a dicembre ci sarà la raccolta fondi tramite "Donocard". Complessivamente, l'importo devoluto da Selex Gruppo Commerciale per il 2014 sarà pari a 250.000 euro in prodotti alimentari e igienico-sanitari.

«Siamo felici di aver avviato questa importante collaborazione con Selex Gruppo Commerciale al servizio dei più bisognosi - sottolinea Francesco Rocca, Presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana - La Croce Rossa Italiana svolge un lavoro enorme su tutto il territorio nazionale a favore dei senza fissa dimora e delle persone in difficoltà, una realtà purtroppo in crescita. Attraverso questa iniziativa di solidarietà, che dimostra come sia fondamentale fare sistema per raggiungere obiettivi comuni, la CRI può accrescere il proprio impegno e dare una risposta concreta ai più vulnerabili».

Selex Gruppo Commerciale
Il Gruppo Selex, nato nel 1964 come Unione Volontaria A&O, opera nel settore della grande distribuzione con 18 Imprese regionali associate che gestiscono oltre 2.500 punti di vendita in tutta Italia, per un fatturato al consumo 2013 di 8.900 milioni di euro.
Con una quota di mercato del 10,4%, Selex è il terzo player nazionale.  Il Gruppo Selex fa parte della Centrale ESD Italia, ai primi posti tra le Centrali d'acquisto, a sua volta partner della Centrale EMD, leader in Europa. www.selexgc.it

Croce Rossa Italiana
L'Associazione Italiana della Croce Rossa è un ente di diritto pubblico non economico che ha tra le sue finalità l'assistenza nella distribuzione di generi alimentari alle famiglie in difficoltà. Con il suo programma di solidarietà, Selex insieme alle sue insegne sostiene Croce Rossa Italiana attraverso la raccolta di prodotti alimentari e igienico-sanitari nei punti vendita di tutta Italia.

UNICEF-WFP: Nel Sud Sudan operazione congiunta per portare aiuti nelle aree più remote 28-03-14


28 marzo 2014 - In Sud Sudan oltre 3,7 milioni di persone sono a rischio di grave insicurezza alimentare, epidemie e malnutrizione acuta. Circa 700.000 persone sono sfollate all’interno del paese, tra cui 379.000 sono bambini.

 

Oggi è stata avviata un’immediata operazione per la distribuzione di alimenti, vaccini, supplementi nutrizionali e altri aiuti salva vita in una delle aeree più isolate e coinvolte dal conflitto in Sud Sudan. L’operazione è parte di un impegno congiunto dell’UNICEF e del WFP/Programma Alimentare Mondiale.

 

Attraverso elicotteri e aerei, l’UNICEF e il WFP hanno iniziato oggi le operazioni di assistenza per 30.000 persone che hanno urgente bisogno di aiuto ad Akobo, nello stato del Jonglei, vicino al confine con l’Etiopia. Le due agenzie hanno stabilito dei punti di emergenza per la distribuzione di alimenti, medicinali, per garantire protezione, istruzione e servizi igienico sanitari.

 

Akobo è la prima zona che le due agenzie stanno raggiungendo attraverso una nuova strategia congiunta. Altre 14 missioni sono programmate per il prossimo mese per dare aiuto ad  altre 250.000 persone delle comunità colpite dal conflitto negli stati del Jonglei, Upper Nile e Unity, che si trovano in aree remote. Si prevede che altre agenzie si uniscano alla partnership.

 

“I bambini e le famiglie in Sud Sudan stanno affrontando sofferenze senza precedenti – con preoccupanti segni di malnutrizione e di malattie” ha dichiarato oggi Jonathan Veitch Rappresentante dell’UNICEF in Sud Sudan. “Con l’imminente stagione delle piogge stiamo verificando ogni opportunità per impiegare rapidamente personale e aiuti salvavita nelle aree più difficili da raggiungere. In questo modo potremo evitare una catastrofe umanitaria.”

 

All’inizio di questo mese il WFP ha iniziato a distribuire - via aerea - una serie di aiuti per l’assistenza alimentare nelle aree più remote del Sud Sudan che non sono state raggiunte a causa delle precarie condizioni di sicurezza e altri ostacoli.

 

“Il conflitto in Sud Sudan sta portando milioni di persone alla fame e complicando le operazioni di soccorso. Siamo profondamente preoccupati che la situazione possa peggiorare”, ha dichiarato Chris Nikoi, Direttore del WFP nel Sud Sudan - “Dobbiamo muoverci velocemente per evitare una crisi ancora peggiore visto l’arrivo della stagione delle piogge. I team mobili sono una risposta repentina e flessibile che stiamo utilizzando per raggiungere quante più persone possibile con assistenza umanitaria in un ambiente estremamente impegnativo.”

 

Dall’inizio della crisi a Dicembre, il WFP ha distribuito scorte alimentari salvavita e assistenza nutrizionale per circa 500.000 persone coinvolte dal conflitto e l’UNICEF ha raggiunto 250.000  persone con acqua, vaccini, servizi igienici, programmi scolastici e assistenza per la protezione dei bambini in Sud Sudan